27 giugno 2010.

Il sentiero che dovremo percorrere
nel ritorno, visto dalla sommità
del monte San Primo
Si preannuncia una giornata calda, quindi decidiamo di uscire presto.
Sulla strada che connette Erba e Como, da Lecco c'è una deviazione a destra
che indica per Canzo. Si tratta di una bellissima strada panoramica che porta alla
famosa località di Bellagio tagliando il Triangolo Lariano nel bel mezzo.
Dopo Canzo, ad Asso bisogna proseguire dritto, e ignorare la deviazione per Bellagio,
ché porta di nuovo sulla strada costiera. Questa strada è famosa per
i ciclisti (percorrendola ne incontriamo davvero tanti), infatti ad un certo punto
c'è la cappella della Madonna del Ghisallo, dedicata alla memoria di Fausto
Coppi, e proprio lì vicino, il
Museo della Bicicletta. Proprio a quell'altezza c'è una strada, verso
est, che si aggrappa, tutta tornanti, alla montagna. Finisce con un tratto di sterrata,
in località San Primo, dove c'è un albergo in disuso (chissà
perché non lo restaurano... è bellissimo!) e, alla fine, un parcheggio.
Una sbarra indica che da qui l'accesso è consentito a piedi. Seguendo le
indicazioni per il
rifugio Martina si percorre prima la strada principale e poi
una deviazione a sinistra. Dopo circa 15-20 minuti si arriva al rifugio su un tratto
in salita, ma piuttosto agevole. Qui si fermano quasi tutti, in effetti sembra un
posto molto accogliente. La nostra meta però è la cima del monte San
Primo. Dietro al rifugio, infatti, a sinistra si diparte un sentiero. Cominciano
i tornanti!

Lo stesso sentiero, appena percorso
la strada si fa sempre più difficile, tanto che in alcuni tratti bisogna
aggrapparsi con le mani alle rocce e alle piante. Maddie e Mr. Bentley hanno bisogno
di qualche aiutino per superare tratti particolarmente ripidi. Fa caldo ed è
piuttosto umido, le mosche si appiccicano alla pelle sudata ogni volta che ci si
ferma a riprendere fiato. Ma il luogo è bellissimo, il sentiero taglia in
mezzo al bosco e il canto degli uccelli ci tiene costante compagnia. Mr. Bentley
rimpiange la propria cuccia mentre Maddie è impaziente di vedere quel che
verrà dopo. Incontriamo qualche altro escursionista, addirittura un paio
di ciclisti che scendono, in direzione opposta, con la bici in spalla (pazzi!).
Chiediamo informazione a loro e ci confermano che il sentiero, dalla parte opposta
della montagna, è decisamente più agevole (loro l'hanno fatto in salita
in bici).
Finalmente, dopo quasi due ore, la foresta improvvisamente si apre e la cima è
a portata di mano. C'è una croce e un ripetitore radio, alimentato da vistosi
pannelli solari.
Dalla cima si dipartono due sentieri, proprio sulla cresta, uno a destra, verso
nord-ovest, l'altro a sinistra, verso sud-est. Sfortunatamente il tempo non è
molto clemente. Non piove, ma è molto fosco, e il lago non si riesce a scorgere.
Dovrebbe esserci invece una bella vista proprio dove il ramo di Lecco si divide
da quello di Como, a Bellagio.
Prendiamo il sentiero di sinistra, quello che era stato percorso dai ciclisti che
abbiamo incontrato prima. Poco più giù ci fermiamo in uno spiazzo
per mangiarci un panino, e subito ripartiamo. La discesa è decisamente meno
ripida e più facile della salita, ma è anche molto più lunga.
Ad un certo punto troviamo un segnavia che indica per il Sentiero Italia, n. 1.
Seguiamo quello, che ci porta, tra boschi e pascoli, fino ad una azienda agricola.
Da qui prendiamo la strada asfaltata che ci porta giù fino a dove cominciava
la sterrata appena prima del parcheggio.
Andata:
- Tempo: 1:59
- Distanza: 4.62km
- Dislivello: 562m (578m in salita, 16m in discesa)
- Altitudine: da 1151m a 1568m
Ritorno:
- Tempo: 2:50 (inclusi 20 minuti di sosta per il pranzo)
- Distanza: 6.48km
- Dislivello: 562m (47m in salita, 609m in discesa)
- Altitudine: da 1678m a 1116m
Traccia GPS dell'escursione.
In rosso la salita, in giallo la discesa: A: Parcheggio auto; B: Rifugio Martina;
C: vetta monte S. Primo; D: Pausa pranzo; E: Intersezione con il Sentiero Italia
n.1; F: Fattoria; G: Hotel dismesso.