martedì 11 gennaio 2011

La raccolta differenziata.

Ho sempre creduto, e credo ancora, che bisogna cercare di produrre la minore quantita' possibile di rifiuti. E se proprio proprio bisogna produrne, che quella minima quantita' debba poi essere differenziata correttamente in modo che venga riciclata o smaltita nel modo piu' ecologicamente appropriato.
E allora, visto che l'acqua del sindaco fa schifo (e non mi sono ancora deciso a mettere un depuratore), per bere e per cucinare utilizzo l'acqua minerale, in bottiglia di vetro con vuoto a rendere, cosi' non produco chili e chili di plastica da smaltire. Mi chiedo se effettivamente questa sia la scelta piu' ecocompatibile, visto che risparmia plastica, ma c'e' il problema del trasporto delle bottiglie e del loro lavaggio.
Io ci provo ad acquistare prodotti che hanno la minor quantita' possibile di imballaggio, ma spesso non ci riesco proprio.
Ma soprattutto il mio problema e' diventata la metodologia per il recupero dei rifiuti. Prima lo facevo con attenzione, ma avevo dubbi irrisolti. Poi scopro (ad esempio qui) che nel dubbio e' meglio mettere nell'indifferenziato. E allora finisco per ammettere che i miei dubbi sono tanti e tali che non sono piu' sicuro di fare bene. Ecco solo alcuni dei miei dubbi:

- Contenitore della pizza da asporto.
L'ho sempre messo nel cassonetto della carta/cartone. E l'operatore ecologico all'isola ha pure approvato questa scelta. Pero' ho scoperto che e' sbagliatissimo. Non ho ben capito perche', ma e' sbagliatissimo. Alcuni dicono che non si possa riciclare carta sporca di materiale biodegradabile. Il che e' abbastanza ambiguo, visto che la carta stessa e', per quanto ne so, biodegradabile, e quindi sembrerebbe piuttosto bizzarro non riciclare della carta sporca di carta. Altri mi dicono che il problema e' che il cartone della pizza e' trattato con qualche porcheria chimica in modo da renderlo resistente al calore, visto che deve sopportare la temperatura del forno per riscaldare la pizza. Anche questo mi sembra un po' strano... Altri mi dicono che non si puo' perche' il cartone e' in genere stampato con dell'inchiostro. Questa e' la giustificazione meno comprensibile, perche' direi che la totalita' della carta e del cartone che finisce nel cassonetto e' stampata (solo un imbecille butterebbe della carta bianca) (e anche la carta bianca di per se' e' appunto bianca perche' trattata con dei coloranti). Ho sentito dire che no, il cartone della pizza non deve finire nel cassonetto della carta, ma puo' essere messo nel secchiello dell'umido. Nel secchiello dell'umido?!?!?
- Scontrini fiscali.
Sempre rimanendo in tema di carta, gli scontrini fiscali li ho sempre riciclati in quel cassonetto. Ora, lo so, lo so che la carta termica non va bene, perche' e' trattata con materiali chimici che provocano piu' danno che beneficio. Ma voi avete mai visto ultimamente uno scontrino fiscale in carta termica? Io sara' dal primo dopoguerra che non ne vedo. Oggigiorno gli scontrini dei supermercati sono in banale carta stampata con banale inchiostro, e non in carta termica. Per fare la prova basta avvicinare lo scontrino ad una fonte di calore e accorgersi che non diventa scuro. E allora, perche' non si possono riciclare gli scontrini? Che poi, io non e' che assumo la missione di capire tutti i perche', e' che se riuscissi ad assimilare la logica riuscirei a fare scelte piu' giuste e sicure. E poi siamo sempre li', vabbe', gli scontrini fiscali non si mettono nel cassonetto della carta. E allora dove si mettono? Nell'umido anche questi? Sarebbe sconcertante sia per il cartone della pizza sia per gli scontrini fiscali che siccome sono contaminati con sostanze chimiche dannose li si mettono proprio nell'umido!
- Plastica dura.
Ho sentito che la "plastica dura" non si ricicla nel cassonetto della plastica. Ma che cosa diavolo e' la plastica dura? Evidentemente un materiale diverso rispetto a quello preposto per il cassonetto. Ma come riconoscerlo? Le bottiglie di plastica ad esempio sono riciclabili. Su questo sono certo perche' c'e' anche il simbolino apposito stampato. I mattoncini del lego sono sicuramente plastica dura, perche' mi e' stato portato proprio come esempio. Ma c'e' tutto un insieme di materiali plastici che non sono cosi' ben identificabili. Ad esempio, il tappo dello spray di schiuma da barba? La retina del sacchetto delle arance? il film del pacchetto del caffe'? I vasi di plastica per le piante? Ci sono mille altri materiali che non hanno il simboletto e non somigliano per niente a quello dei mattoncini del lego. Anzi, escludendo le bottiglie di plastica, che come detto sopra non uso piu' da anni, e i mattoncini del lego che non uso piu' da decenni, tutti gli altri rifiuti di plastica sono ambigui. I piatti di plastica, ad esempio, mi dicono che non possono essere riciclati se sono sporchi. A parte che tendo a non usarne, ma se li lavo? E comunque, tutto quello che non ricade nella categoria che faccio? Butto nell'indifferenziato?
- Vetro.
Direi che la quasi totalita' di vetro che porto all'isola ecologica e' costituito dalle bottiglie del vino e della birra (visto che quelle dell'acqua hanno il vuoto a rendere). Io le ho sempre infilate cosi' com'erano nelle campane apposite, ma ultimamente mi e' venuto il dubbio che debbano essere lavate. Spero che non sia necessario togliere l'etichetta, altrimenti diventerebbe davvero problematico!
- Metalli.
Al centro di raccolta c'e' un container con un chiaro cartello che recita "Ferro". Ora, io credo che nessuno abbia davvero in casa del ferro da buttare. Al limite acciaio (che, se ben ricordo dalla chimica del liceo, si tratta di una lega di ferro e carbonio). Direi che per lo piu' nelle nostre case ci sia dell'alluminio, del rame, del bronzo, e direi un'infinita' di altri metalli o leghe metalliche. Si butta tutto assieme? L'operatore al centro di raccolta mi dice di si'. Ma a me pare un po' strano che l'alluminio venga riciclato insieme al bronzo...
- Tetrapack.
Che fare dei brick di tetrapack? All'inizio mi dicevano che non puo' essere riciclato. Poi pero' mi hanno confermato che va riposto nel contenitore della plastica. Ora, il brick di tetrapack e' composto da strati sovrapposti di metallo (alluminio?), plastica (molle?) e carta. Se nel cassonetto della plastica si puo' mettere il tetrapack, allora a rigore si puo' mettere anche l'alluminio. Credo... Boh!
Lo stesso vale per una moltitudine di imballi di materiale composito. Io separo con santa pazienza la parte di plastica da quella di carta del sacchetto del pane, ma con oggetti piu' complessi, tipo il tetrapack, si tratta di una operazione titanica!
- Polistirolo.
Anni fa mi hanno detto che si ricicla con la plastica, e cosi' ho sempre fatto, conscio del fatto che si tratti di un materiale davvero anti-ecologico, che non si biodegrada naturalmente manco a pagarlo a peso d'oro. Ma, a questo punto non ne sono piu' certo.

So che un grave problema e' che la gente sbaglia (per disattenzione o per ignoranza) a riciclare, e questo comporta che le aziende che si occupano del processo di riciclo restituiscano al mittente (il comune) fino a un quinto del materiale raccolto.
Mi pare un gravissimo spreco. Ma credo che possa essere ridotto a zero se ci fosse corretta informazione. Cavoli! Se l'operatore all'isola ecologica non sa darmi risposte, come si puo' pensare che un comune cittadino riesca a differenziare nel modo corretto in qualunque occasione?
Ho provato anche a chiedere direttamente allo sportello del comune. Che mi ha mandato nell'ufficio della nettezza urbana. Dove c'e' un impiegato apparentemente molto gentile e disponibile pero' un poco impreparato. Non mi ha voluto o saputo dare nemmeno un numero dell'impresa che si occupa di riciclare per chiedere direttamente a loro.

Ho addirittura pensato di costruire un sito web, da aggiornare ad ogni occasione, in cui vengano catalogati tutti i materiali e i casi pratici, e per ognuno le modalita' per una corretta raccolta differenziata. Questo sito includerebbe un indirizzo di mail a cui un utente puo' richiedere le modalita' specifiche per un rifiuto non ancora catalogato, il che offrirebbe lo spunto per l'aggiornamento della tabella. Il problema e' che se uno mi scrive riguardo ad un suo dubbio, io com'e' che mi informo per risolverglielo?

Inoltre non e' affatto vero che esiste una regola univoca per la differenziata. Alcuni comuni hanno le campane per il vetro giallo, quelle per il verde e quelle per il bianco. Alcuni comuni raccolgono alluminio, plastica e carta nello stesso cassonetto. Non c'e' uniformita' nemmeno sul colore dei cassonetti. Il mio comune consente la raccolta differenziata solo al centro di raccolta, mentre per l'indifferenziato e l'umido c'e' il porta-a-porta. Altri comuni hanno i cassonetti e le campane dislocati in posti strategici. Quindi un servizio come quello che proporrei io puo' andar bene solo per il mio comune. Che ha solo qualche migliaio di abitanti, dei quali solo una minima parte e' informatizzato.

Con l'aiuto del comune si potrebbe anche organizzare la stampa di un volumetto periodico da distribuire casa per casa. Con l'aiuto del Comune, pero'!

Io al Comune, al Sindaco e all'Assessore all'Ecologia, che per altro ho votato, ho gia' scritto dubbi e proposte, ma... forse hanno cose molto piu' importanti da fare!

Intanto, io, che devo fare? Continuo ad inquinare!

Voi questi dubbi li avete? E come li risolvete?

15 commenti:

Artemisia ha detto...

Hai ragione, fare una corretta raccolta è complicatissimo e varia anche a seconda di come è organizzato il consorzio di raccolta della tua zona. Molti sbagliano e pochissimi hanno le idee chiare.
Ti posso dire quello che ho imparato dopo diversi anni di interessamento al tema ma tanti dubbi rimangono anche a me:
- sì la carta sporca di alimenti non va messa nella carta ma non sono perchè,
- di plastica c'è tanti tipi di solito c'è un simbolino con la sigla (tipo PET, PS, ecc.). Più che altro però tieni presente che gli accordi con chi ritira la plastica riguardano solo gli imballaggi (per questo piatti e bicchieri di plastica no, giocattoli di plastica no, ecc.). Se non sono imballaggi non li vogliono.
- il tetrapack dipende se c'è l'accordo con il consorzio apposito (a Firenze sì e c'è scritto sulla campana ma non dappertutto)
- il polistirolo e le retine delle arance a Firenze vanno messe nella campana (non so da voi)
- i metalli l'operatrice dell'eco stazione me li ha fatti mettere tutti in un apposito container ma non lo so se lo stesso vale per le campane.
-i vuoti a rendere mi sembrano comunque una buona idea. Meglio ancora di buttare il vetro nella campana (non credo che vada lavato).
Ma se sei stato all'isola ecologica, meglio che lì!

dario ha detto...

Uhm... mi sa che nel mio post ho date per scontate le regole che valgono nel mio comune, che funziona in modo un po' insolito, rispetto ad altri, per ragioni che mi sembrano abbastanza condivisibili.
Innanzitutto noi non abbiamo cassonetti e campane. O meglio, ci sono, si', ma solo al centro di raccolta, non distribuiti per il territorio del comune. E il centro di raccolta e' aperto solo al martedi' pomeriggio, al giovedi' mattina e al sabato tutto il giorno. E questo vale per tutta l'immondizia, tranne che per il sacco giallo dell'indifferenziata e per il secchiello dell'umido, per i quali viene fatta una raccolta porta a porta al lunedi' mattina. Questo meccanismo rende scomodo e scoraggia, soprattutto quelli che non sono dotati di automobile, la raccolta differenziata. A richiesta esiste un servizio -costoso- di raccolta porta a porta anche per gli altri materiali.
I cassonetti alla raccolta non riportano chiaramente quali siano i materiali che possono essere raccolti li', ma semplicemente diciture tipo "PLASTICA", "VETRO", "LAMPADINE"... Questo potrebbe generare ambiguita' che dovrebbero essere risolte dagli operatori sempre presenti al centro di raccolta negli orari di apertura. Pero' il sospetto che a fronte di un dubbio millantino sicurezza nelle risposte e' forte, e sostenuto dal fatto che operatori diversi in tempi diversi sottoposti alle stesse domande diano risposte spesso diverse.
Poi, per il verde (che essendo un comune di montagna e' tanto), il legno, il ferro, la carta, l'inerte e l'ingombrante ci sono dei container, sempre all'isola eco.
- La carta sporca di alimenti... boh... non lo so, ma se la regola e'che non si debba mettere nel cassonetto della carta, be', non ce la mettero'. Pero' questo genera due dubbi: 1) e allora dove la metto? - 2) e invece la carta pulita che pero' e' servita per contenere alimenti, puo' essere messa nel contenitore della carta? Domanda un po' da pistino, se vuoi, ma a me capita con il sacchetto del pane e della frutta, e soprattutto con il cartone della pizza. In genere rimane pulito, e se si sporca io sto ben accorto a strappare via la parte che si e' sporcata. Ma rimangono tracce di farina, briciole ecc. Il punto e' che quel cartone non puo' essere riciclato perche' e' sporco oppure per altri motivi che non riesco ad immaginare?
- Per la plastica con il simbolino e' facile. Ma a me pare che solo una minima parte di articoli, il simbolino ce l'abbia. Ecco alcuni esempi: la retina delle arance, la plastica che tiene insieme le sei bottiglie di acqua, i sacchetti di plastica che servono per contenere frutta e verdura che pesi da sola al super, i fogli con le bollicine per attutire gli urti negli imballaggi, il nastro adesivo che stacchi dagli imballaggi di cartone... Non c'e' specificato il materiale ne' il simbolino per il riciclo, cosi' come non e' specificato sul mattoncino del lego. Tutti gli esempi che ti ho portato sono imballaggi, ma sono comunque in dubbio che possano essere messi nel cassonetto della plastica.

dario ha detto...

In particolare i dubbi dell'ultimo capoverso sono legati al fatto che le retine delle arance e i sacchetti per frutta e verdura perche' hanno contenuto alimenti e il nastro adesivo del cartone per imballaggi perche' e' sporco di carta. Inoltre quest'ultimo e' costituito da un materiale un po' strano ed e' ricoperto da colla gommosa (e l'operatore all'isola mi ha detto che la gomma non si ricicla con la plastica).

Artemisia ha detto...

Se è organizzata così la raccolta siete messi veramente male. Altro che briciole nel sacchetto di carta!
Dario, non ti voglio dire una cosa per un'altra. Qui c'è il link all'opuscolo di istruzioni del nostro consorzio:
http://www.quadrifoglio.org/viaggio_dei_rifiuti/
non fuga tutti i dubbi per alcune cose le chiarisce. Buona fortuna!

dario ha detto...

Grazie, Arte, domani me lo guardo per bene.
Pero' mi sa che ogni comune ha regole diverse...

Artemisia ha detto...

Quello e' sicuro.

giovanna ha detto...

mmmh, Dario,
bel problema davvero.
Sono gli stessi dubbi miei quando "differenzio".
Polemizzo continuamente anche contro gli imballaggi dei prodotti, spesso misti, esagerati, indefinibili ai fini della separazione: plastiche che non sembrano plastiche, carta ...con tutti i dubbi che ben descrivi tu!
Fino a che non si regolamenteranno seriamente gli imballaggi, l'ambiente continuerà a non essere salvaguardato. Nonostante tutti i ricicli e differenziazioni!
g

Max ha detto...

Avete tutti ragione, peró da quel che so i sistemi di smaltimento dei rifiuti moderni sono in grado di separare qualunque tipo di rifiuto. Chiaramente i risultati sono diversi a seconda se la linea é alimentata con rifiuti provenienti da una raccolta differenziata oppure no. Non é oviiamente logico che, come dice il blog, il contenitore della pizza non possa andare nel cartone, e perché mai non potrebbe? Pensate che carta e cartone vengano trasformati solo dandogli una bella passata con il ferro da stiro?
Se si dovesse seguire ala lettera quello che ci raccontano i vari "tecnici" del nostro comune, il costo dei rifiuti sarebbe molto piú alto per il tempo che dovremmo perdere con cacciaviti, forbici e martelli per separare i vari componenti. Ma non diciamo sciocchezze...
Va molto bene separare i prodotti per ottenere un riciclo piú efficente (efficenza intesa come miglior prodotto terminato) ma non diventiamo paranoici...Come quelli che ti dicono che il vetro dei bicchieri non lo puoi mettere nei contenitori di vetro perché é cristallo...
Io credo che certi suggerimenti (perché solo come suggerimenti si possono prendere, visto che mancano di qualsiasi logica dal punto di vista riciclaggio) é per evitare rischi per gli operatori. Peró la strada é l'automatismo, solo nei paesi in via di sviluppo la raccolta differenziata é svolta da schiere di persone che frugano in montagne di rifiuti per raccogliere carta, plastica, alluminio, vetro, etc...
I rifiuti sono un affare, non un costo. Basta pensarlo un pó, perché un privato dovrebbe mettersi a trasformare rifiuti se rischiasse di perdere soldi?
Credo che ci siano a questo mondo troppi ingenui, o forse sono io troppo cinico.
çMentre scrivo sto facendo una piccola ricerca sullo smaltimento dei rifiuti.
Questi é un bel link: http://www.fissoreagency.com/pages/?page_id=1554&lang=it
Saluti, Max

dario ha detto...

Max, io penso che i rifiuti non debbano essere smaltiti, ma semplicemente non prodotti. Artemisia mi saltera' in testa dicendomi che sono sempre quello dei massimi sistemi, ma io ricordo che un paio di generazioni fa, solamente mio nonno, non produceva rifiuti. L'acqua la beveva dal rubinetto, e quindi non aveva le bottiglie di plastica (ne' quelle di vetro). Il vino se lo imbottigliava lui, frutta e vedrura la produceva dall'orto, e quella che non produceva l'andava a comprare al mercato, il quale non gli dava una borsa di plastica. Casomai di carta, ma il piu' delle volte gli riempiva la borsa che portava da casa. Una volta gli imballaggi semplicemente non esistevano. Se esistevano erano biodegradabili. Ed in ogni caso venivano riutilizzati fino a quando non si rompevano. Totale? quantita' di rifiuti non zero ma quasi. Oggi il peso dell'imballaggio di un telefonino e' maggiore del peso del telefonino. Ed in ogni caso oggi un telefonino dura qualche mese e poi finisce pure lui nella discarica.

Io penso che bisongerebbe produrre sempre meno rifiuti, e quei pochi debbano essere riciclati correttamente. Questo secondo me dipende dalla chiarezza con cui ogni singolo materiale possa essere riciclato. Il contenitore della pizza e' un emblema. E' grande circa 30x30x5 cm. Non e' grezzo ma lo stampano, con inchiostri colorati (mi pare uno spreco inutile di inchiostro, per altro). Ci vorrebbe tanto scrivere in un angolino "riciclare cosi' e cosa'"?
Temo che, tra l'altro, questo non puo' essere fatto per la semplice ragione che un materiale e' riciclato in modo diverso a seconda del comune che lo ricicla. Se vado a prendere una pizza, non e' detto che me la mangio nello stesso comune, e quindi non e' detto che le regole per il riciclo siano uguali a quelle vigenti dove la compro.
Per dire, ho trovato comuni in cui il vetro bianco, verde e giallo vengono riciclati in cassonetti diversi. Sarebbe facile dividere le bottiglie in questo modo, se uno solo lo sapesse.

E poi ci sono i "materiali compositi". Il pane che vendono al Bennet e' incartato in sacchetti di plastica e carta. I casi sono quattro:
1) con santa pazienza si divide la carta dalla plastica (con spreco di tempo)
2) si riciclano nella plastica (sprecando la carta)
3) si riciclano nella carta (sprecando la plastica)
4) non si riciclano (sprecando tutto).
In ogni caso c'e' spreco, per non parlare dello spreco di soldi per fabbricare quei sacchetti. Dico io, non sarebbe meglio per tutti incartarli in buste di plastica, o di carta, oppure magari non incartarli affatto?

Immagino ci sia dietro una ragione di marketing. E quindi dobbiamo concludere che il motore della nostra vita e' il marketing, a dispetto di cio' che e' "meglio per tutti"

max ha detto...

Io penso che i rifiuti ci sono sempre stati, quello che é cambiato é la tipologia e, fortunatamente, la nostra educazione.
Quindi, dopo gli ossi tirati fuori dalla caverna o nel fuoco, dopo i cocci dei piatti e dei vasi che non servivano piú tirati semplicemente nel fiume sotto la capanna, una volta finito con l’invenzione delle fosse settiche il mal abito degli escrementi e della urina tirata nella strada dalla finestra, dopo che finalmente abbiamo preso coscienza che lasciare i piatti e le bottiglie tirati ai lati delle strade insieme alle carte dei panini e ai barattoli di maionese non era una bella cosa (ricordi i picnic della domenica ai lati delle strade, con il tavolino e le sedie pieghevoli?), fortunatamente convinti che bruciare la spazzatura é contaminante per l'ambiente, ci ritroviamo con non sapere che farcene.
Ovviamente intelligente la scelta di non fare rifiuti, peró le scelte (non solo di marketing, ma anche d'igene) ci obligano a dover fare i conti con i rifiuti anche mangiando una caramella (senza parlare dei chewin gum). O preferisci che faccia anche solo 10 km in un camion tirata per terra e scaricata con una pala in un secchio?
L'esempio che hai fatto dei vetri separati per colore era vigente almeno 30 anni fa in Germania, mentre "solo" 20 anni fa, entrato in un supermarket della Norvegia per comprare una trota affumicata, ho visto come vendevano i dentifrici nel solo tubetto di plastica, senza cartone d'involcro.
Ora Dario, non me ne volere se insisto. Peró per separare la spazzatura si usano macchine automatiche (o semi automatiche) in tutti i modi.
Chiaro, la qualitá del prodotto finito in certi casi dipende dalla "purezza" del rifiuto, pensa al caso che dicevi del vetro colorato. Basta una sola bottiglia di birra in mezzo a tante bottiglie trasparenti perché il vetro sia contaminato. Peró pensi che non ci sia una macchina che controlla se il vetro é davvero tutto bianco (o verde, o bruno)?
Credi che affidino tutto all’intelligenza delle persone?
Dimmi, quando tiri dei fogli di un quaderno, togli i ganci centrali, i segni di gomma (inquinano), lavi le pagine? Lo sai che si possono separare i vari metallici, sia magnetici che no? E in maniera completamente automaticas. Occhio, non voglio sembrare o fare il troll, non mi sto ponendo in cattedra e a pesare del mio modo di scrivere non voglio offendere nessuno. Solo che il cartone dele pizze devéssere per alimenti, quindi immagino che l’inchiostro sia atossico. Non mi preoccuperei di un pó di pomodoro appicicicata alla scatola, la carta si fa con il legno, il legno non é solo cellulosa, immagino ci sia una parte di rifiuto. La veritá é che non so neanche come fanno a purificare la carta per farne altra, di sicuro devono usare qualche solvente, e non credo solo acqua.
Sto scrivendo una cosa lunghissima, mi scuso. Un saluto

dario ha detto...

Max, nessun problema. Mi piacciono le cose lunghe (se dense di contenuti come i tuoi commenti).

Sai che anch'io mi sono chiesto come sia possibile che si fidino della buona educazione delle persone? Cioe', io separo tutto secondo le regole che tendo ad identificare con crescente precisione, ma credo di essere una mosca bianca, in questo. Quindi i miei rifiuti differenziati cosi' belli precisini poi si mischiano, nel cassonetto, con i rifiuti di tutti gli altri che tutto sono tranne che precisini. Un esempio a muzzo. Da noi, nel centro di raccolta, c'e' il container del cartone e della carta. C'e' scritto a caratteri cubitali di strappare o schiacciare le scatole di cartone prima di ivi riporle. Evidentemente serve a guadagnare spazio, mettendo piu' materiale nell'unita' di volume, e quindi risparmiando una strada al camion che se lo porta via. Ma questa e' semplicemente una mia deduzione. Sta di fatto che la regola c'e', e io la applico, fidandomi del fatto che serva a qualcosa dal punto di vista ecologico. Oh! Morisse se c'e' qualcun altro che fa la stessa cosa. Questo esempio per dire che le regole devono esserci. Semplici e chiare. E se ci sono devono essere rispettate. Mi piacerebbe saperne anche la motivazione, cosi', per cultura mia personale, ma non e' affatto necessario. Mi fido (o vorrei fidarmi) del fatto che ci sia gente che formula quelle regole a ragion veduta, secondo lo scopo (nel caso della raccolta differenziata) di rispettare il piu' possibile la natura. Potrei analizzare a fondo il problema dell'involucro di plastica della caramella. Se la getto in strada finisce in diossina che inquina la falda e poi finisce nel bicchiere, oltre che nell'alimentazione delle piante che sono mangiate dagli animali per finire in bistecche. Pero', se lo metto nel cestino della plastica poi finisce nel cassonetto della plastica che c'e' un camion che brucia idrocarburi per portarlo ad una macchina che con corrente elettrica prodotta da altri idrocarburi, utilizza solventi chimici e calore per produrre plastica che serve ad altri involucri di caramelle. Quale dei due processi conviene? Francamente, max, io non so dare una risposta a questa domanda, perche' non ho la cultura necessaria, e quindi preferisco fidarmi di uno che mi dice che la plastica la devo mettere nel cassonetto della plastica. Del resto so che nel rigo 1, colonna 2 del quadro B del 730 devo riportare il numero identificato dall'indice 1 del secondo riquadro del CUD, approssimato per eccesso o difetto all'intero piu' vicino. Mica lo so perche' devo fare una roba del genere, ma la faccio. Mi piacerebbe saperlo, ma involverebbe una cultura che non credo di essere pronto a farmi semplicemente per risolvere questo quesito.

Quindi, se a me dicono che il cartone sporco di alimenti non va messo nel container del cartone, io non ce lo metto. Se mi dicono che e' da mettere invece nell'umido, io lo metto nell'umido. Se le regole che hanno fatto sono sbagliate, cazzi loro. Sono mica tenuto ad avere una cultura da chimico per risolvere queste questioni. Poi, certo mi piace discuterne per andare a fondo, ma se le regole sono quelle bisogna fare di tutto per rispettarle, e' una questione civica.
continua...

dario ha detto...

...continua
Il punto e' che bisognerebbe non produrre affatto rifiuti. E' impossibile, ma se si tende a questo fine, verrebbe da dire che bisogna almeno cercare di ridurne la quantita'.

Non e' vero che da sempre produciamo rifiuti. Cioe', e' vero, ma non e' vero che questo e' sempre stato un problema. Il cavernicolo che butta l'osso produce rifiuti, ma non sono rifiuti inquinanti. Quello che scarica ovunque la sua cacca e la sua pipi' produce rifiuti che sono biodegradabili. Certo, inquinano anche loro se centomila persone fanno cacca e pipi' in un metro quadrato, ma ammetti che l'uomo cavernicolo non si comportava cosi'. E non perche' era piu' bravo di noi, ma perche' era suo malgrado ecocompatibile. La stessa cacca e pipi', per dire, la fa anche la vacca. E la vacca e' ecocompatibile. Se pero' ci sono allevamenti intensivi di vacche, esse producono una quantita' niente affatto ecocompatibile di metano. La prima automobile di serie bruciava per chilometro mille volte tanto quanto produce una automobile odierna, ma quella di chilometri ne faceva una decina all'anno, e ce n'era una per ogni provincia. Ieri ho dovuto andare al capoluogo in macchina ed eravamo tutti fermi in colonna per almeno cinque chilometri. Cioe', c'erano tante macchine da riempire cinque chilometri di carreggiata a tre corsie. Se facciamo che c'e' una auto ogni cinque metri, otteniamo che c'erano quindicimila auto in un tratto di cinque chilometri, che quindi produce inquinamento pari a quindici volte quell'unica preistorica auto della provincia.
La carta della caramella produce rifiuti. Mio nonno pero', quando era giovane, mangiava caramelle che erano vendute senza involucro, in scatole di cartone. Mio nonno poi utilizzava quel cartone per scriverci appunti sul retro. E quando gli appunti non servivano piu' utilizzava quel cartone per attizzare il fuoco della stufa d'inverno. Se mangiava caramelle d'estate, conservava quel cartone per due stagioni in un apposito contenitore. Mio nonno non aveva una coscienza ecologica migliore della mia, ma sono sicuro che per vivere lui, alla mia eta', producesse inquinanti in misura drasticamente inferiore a me.
E questo direi, dipende dallo stile di vita e dall'organizzazione sociali diversa.

max ha detto...

Ciao Dario, sono d’accordo con te sul fatto delle regole, poche e chiare, e aggiungerei senza eccezioni.
In realtá tu vedi come si fanno eccezioni, questo no perché é potente, questo no perché é un miserello. Io sono contro, ma davvero, ai due tipi d’eccezioni.
E, bada bene, io mi considero un’anarchico individualista. Io sono quello che, dopo vent’anni di lavoro proprio e con guadagni soddisfacenti, un giorno si é stancato di tutto ed é andato a vivere in una foresta. Dove sono rimasto 10 anni. Dopo io e la mia donna abbiamo deciso di riavvicinarci ai genitori (suoi perché mia madre era morta con un ictus mentre stavo sistemando un poco le cose per traslocare, di fatto un paio di mesi prima).
Lí ti diró che stavo molto bene anche se le rinunce erano moltissime e a volte mi mancavano le comoditá da cui, bene o male, ero fuggito. Per comoditá intendo una pizzeria sotto casa e non a piú di 3 ore di viaggio fra strade di terra e asfalto, un supermarket, non rimanere 3 o 4 giorni senza luce, amici, poter bere una birra in un bar chiaccherando, etc.
Per farti capire chi sono diró che quello che mi piaceva di piú era una apprezzata mancanza dello Stato, semplicemente e meravigliosamente assente. Con tutti i pro e i contro, ovvio, ti lascio fare le tue congetture. I doveri fiscali ridotti al minimo (tassa sulla propietá una volta l’anno insieme al canone dell’acqua niente balzelli aggiuntivi, solo dovevo pagare i miei consumi) e niente spese di riscaldamento. Finalmente ho potuto comprarmi un cane (ce l’ho qui al mio lato insieme a una delle sue figlie) e coltivavo banane (5 tipi), ananas, mandarini, pompelmi, mango, avocados, pomodori, rapanelli, etc..
Come tuo nonno facevo compost con i miei rifiuti "compostabili" (neologismo?), mi facevo sciroppi con i frutti di un albero di limone splendido e mi duravano, da diluire con acqua, mesi.
Facevo la spesa una volta al mese, avevo un frigo che era una favola (americano, largo 80 cm) e devo dire che me la passavo bene. Peró mangiavo anche cibi d'importazione (salami e salsicce di cui vado ghiotto) e bevevo vino Civ&Civ da 1€ e50 la bottiglia e quindi producevo rifiuti. Per lo smaltimento spostavo il problema, cioé regalavo le bottiglie di vetro a chi le necessitava (e spesso finivano disperse nell’ambiente dal “beneficiato”) e le bottiglie di plastica a chi le raccoglieva per venderle.
Il resto della spazzatura,involcri e contenitori, normalmente la bruciavo in un buco con buona pace del CO2 etc.
Avevo un frigo molto bello e capiente, e per proteggere i cibi riciclavo le pellicole di plastica che usavo lavandole e asciugandole stese sul bordo del lavandino. Fumavo un pacchetto al giorno, ma non ho mai tirato una cicca per terra, toglievo il tabacco che rimaneva e mettevo il filtro nelle tasche dei jeans.
Vestivo le stesse camicie (ne avevo tre) e gli stessi pantaloni (ne possedevo due) anno dopo anno finché non avevano troppi buchi, o meglio non riuscivo piú a mantenerli insieme.
Anche cosí producevo rifiuti. Sono arrivato al tuo blog perché ora che vivo in Europa i miei rifiuti si sono moltiplicati, e non posso piú smaltirli come facevo quando vivevo all’estero. Perché? Per una questione simile al tuo esempio della vacca: una vacca qui e una lá che fanno i loro bisogni, quando ce ne sono tante insieme la cosa cambia, e drammaticamente. Quindi bruciare un pó di contenitori in mezzo a una foresta e qua non é la stessa cosa.
SEGUE....

max ha detto...

Sono arrivato al tuo blog cercando una maniera casereccia di riciclare la plastica, perché non riesco a comprare niente che non ne contenga (o quasi) come involcro e al finale riempo un sacchetto (che riuso dalle tre alle quattro volte) alla settimana. E questo mi sembra una cosa tremenda.
Compro una scatola di penne (pasta) e cosa incontro? Cartone ela finestra di plastica (cellophan?) da riciclare in maniera diversa. Secondo te sempre tolgo la plastica e divido il cartone?
Mi sembra che in questo mondo, da cui mi piacerebbe scendere e mandare tutti a quel paese, ci siano molti furbi che oltre che non darti un servizio e obbligarti a fare tu quello che dovrebbero fare loro (dividere le tipologie di spazzatura, perché insisto: la tecnologia é alla portata di qualunque impresa seria e responsabile) si fa anche pagare profumatamente.
E persone ammirevoli, per certi versi perché cosí si alimentano le discariche e i termovalorizzatori, come te invece di obbligare il comune a utilizzare imprese serie e responsabili che possono riciclare in un modo e nell’altro (fa le tue ricerche, é difficile incontrare informazioni peró possibile, ti avevo mandato un link con qualche informazione) segue assurde e non bien specificate norme inventate da chissa chi per guadagnare di piú facendoti anche pagare (in termini di tempo, impegno e anche soldi).
Ma chi ha detto che i piatti di plastica (che io non uso ma che so vengono usati a milioni per feste, banchetti, compleani) e i fondi di plastica delle torte non possono essere riciclati?
Semplice, chi sta facendo fare a te il suo lavoro ha deciso che non gli interessa, molto piú facile e remunerativo riciclare cartone “abbastanza” pulito, vasetti di vetro e bottiglie (meglio se obblighi il suddito a togliere a sue spese (di acque e tempo) etichetta, collare di carta stagnola, tappo e gabbietta), contenitori di plastica odorosi di detergente e ammorbidente. Le vaschette per il cibo solo se lavate per l’odore che sprigionano putrefacendosi il cibo (compost azotato in parte recuperabile).
Il paragone del bicchiere di vetro (ricordi?) é vero. Lo hanno pubblicizato in Madrid, affermando che era un errore tirare i bicchieri di vetro rotti nella campana delle bottiglie. Sono sicuro che la ditta che trattava il vetro ha convinto l’amministrazione nel condurre uan campagna “informativa” perché trattare vetri con alta percentuale di silicio o chissa una parte di piombo (serve per renderli piú pesanti e brillanti) é piú costoso (alte temperature o una maggior quantitá di fondente). Quindi i bicchieri dovevano essere messi (o chissá ancora dovranno essere messi) insieme alla spazatura comune e sepolti o inceneriti.
Chiedo scusa, SEGUE....

max ha detto...

Tu hai le tue ragioni, io invece credo che buttando nelle campane anche plastiche sporche di cibo, cartone della pizza con la mozzarella incollata in un bordo, un vasetto della nutella con un pó di strie sul fondo, aiuto l’ambiente (bada bene, non l’uomo di cui non me ne frega niente, ma l’ambiente) obbligando a pensare se attualizzare i separatori (e quindi riciclare di piú) o no.
Io sono convinto che l’uomo non puó distruggere il pianeta, solo cambia l’intorno e (in veritá lo spero) distruggerá sé stesso.
Insomma, hai perfettamente ragione nel dire la prima regola e “RIDURRE”. Con le leggi attuali, super protettive ma che la gente ha voluto, é impossibile.
Io sono cresciuto (e ancora lo faccio) mangiando un panino con le mani sporche di fango mentre lavoro e sono ancora vivo.
Conosco ragazzini che crescono in ambienti asettici e poi si ammalano per qualunque sciocchezza. Io sono un fautore degli anticorpi e selezione naturale.
Per cui la caramella venduta sfusa a me va bene. Peró a quanti? A me cade per terra una fetta di salame, la pulisco e la mangio. E la maggior parte della gente?
Dario, io ti capisco, peró mi sono stancato. Mi in...cavolo ogni giorno che faccio la spesa (ora vivo metá in Italia e metá in Spagna) per la esagerazione di plastica che devo buttare via ogni giorno, é vergognoso. Vado a fare la spesa con la borsa pieghevole ereditata da mia madre e veramente cerco sempre di non farmi dare sportine.
I vassoi di polistirolo (non ti daranno mai un pesce in mano, neanche se glielo chiedi, ci sono regole (ancora una volta) di igene), se chiedo all’isola ecologica non li accettano, li vogliono lavati e puliti. Senti Dario, hai idea del tempo, acqua e sapone che serve per pulire due vassoi di polistirolo? Molto di piú, in proporzione, che pulire una analoga quantitá sminuzzata dentro una vasca. Voglio dire che é peggio il rimedio (pulire i vasoi in casa) che la malattia (buttarlo allegramente nel contenitore della spazzatura destinata alla “termovalorizzazione”. Guarda, io seguo buttandoli nella plastica, sono sicuro che li vanno a utilizzare per riciclare. Oh, non sono mica con i vermi!
Uuna spesa che potrebbe essere la mia di un giorno: una bottiglia di vino (nessuno vuole piú il vetro a rendere, perché? Dimmelo tu), una pagnotta, un pó d’insalata, una sogliola.
Allora: vetro della bottiglia, ferro del tappo, carta stagnola del tappo, tappo di sughero (o plastico da mettere....), la carta del pane, la borsa dell’insalata un pó sporca (alcuna foglia attaccata, magari un pó nera) , una carta sporca di pesce, poi lische, squame, olio fritto da mettere nella famosa bottiglia per poi riciclarlo, i piatti sporchi da lavare, il bicchiere da sciacquare, la tovaglia con la patacca...
Insomma, siamo perduti.
Un saluto, Max