venerdì 27 gennaio 2012

Bon Camino


io, in cammino

Traccia del percorso (visualizza in dimensioni maggiori)
Tutto è cominciato guardando il film The Way - Il Cammino.
La trama non è un gran chè, secondo me, ma, visto come se fosse un documentario, ha il suo bel perchè. E finisce che ti vien voglia di intraprendere la stessa avventura.
Il film, secondo me, focalizza il vero spirito del pellegrinaggio: non è semplicemente un viaggio per raggiungere una destinazione. Sì, quella ci vuole, altrimenti l'impresa rimarrebbe zoppa della definizione stessa di "viaggio". Il vero significato, però, non sta nel raggiungere qualcosa, ma nel percorso stesso, così come la morte non è lo scopo della vita, ma solo una sua seppur importante fase. C'è chi sostiene, pur non potendo disporre di alcuna confutazione, che la vita non avrebbe scopo per un immortale.
Il film infatti descrive un pellegrinaggio lungo il "Cammino Francese" (una delle varianti del Cammino di Santiago di Compostela), rigorosamente a piedi.
L'intero percorso è lungo 800km. Supponendo di dividerlo in 40 tappe giornaliere, ogni tappa è lunga in media 20km.
Chi apprezza camminare in montagna (le prime tappe del cammino devono superare i Pirenei) sa che la difficoltà di una escursione non si misura in chilometri, quindi, è difficile dire se 20km siano una lunghezza facilmente superabile. Bisognerebbe provare.

Detto, fatto.

Visto che abitiamo in montagna, e la difficoltà delle strade e dei sentieri da queste parti sembra più o meno simile a quelli mostrati nel film, un bel giorno, precisamente il 1 ottobre scorso, cartina alla mano, abbiamo pianificato un percorso ad anello, partendo da casa nostra, di circa 20km.
Il primo tratto percorre, sulla strada asfaltata, il tragitto descritto qui fino ad arrivare ad imboccare il sentiero descritto qui che giunge alla sommità del monte Tesoro. Questo è il punto più

Pausa panino
alto dell'intero anello, e da qui comincia la discesa. Si prosegue nel sentiero fino a ritrovare la strada asfaltata a Forcella Alta, punto di inizio dell'escursione del passo del Pertüs, ma qui, anzichè proseguire dritto, si segue la strada asfaltata, in discesa. Qualche centinaio di metri e la strada diventa una carrettiera sterrata. Il traffico è bloccato salvo veicoli autorizzati. Qui si scende verso Boccio, fino ad arrivare ad una chiesina, dove ci siamo fermati per mangiarci il panino. Poco dopo si svolta verso Colle di Sogno su un sentiero abbastanza in piano, che ad un certo punto si perde tra i prati (e infatti noi ci smarriamo, e siamo costretti a tornare sui nostri passi e a chiedere indicazioni ad alcuni sospettosi residenti: evidentemente non è molto comune, qui, vedere altri esseri umani). Qui entriamo in un bel sentiero nel bosco, un po' a sali-scendi, e giungiamo a Colle di Sogno, un piccolo villaggio montano di pietra, con strettissimi vicoli pedonali. C'è una taverna dove ci fermiamo ad acquistare una bottiglia d'acqua, visto che la riserva nelle nostre borracce s'è esaurita da tempo. Sembra accogliente ed appetitosa, ci segnamo l'intenzione di visitarla in futuro e proseguiamo. Attraversato Colle di Sogno si arriva ad un piccolo parcheggio, che rappresenta il limite della strada asfaltata. Da qui una lunghissima discesa panoramica supera la località Sogno, e giunge al bivio con la strada di casa nostra. Un'ultima breve salita e arriviamo a casa.

Siamo molto stanchi, sì, ma non è poi terribile. I cani sono veramente provati. Se decideremo di fare davvero il cammino di Santiago dovremo lasciarli a casa. Paradossalmente la strada asfaltata per loro è ancora più difficile, perchè è abrasiva per i loro piedini. E poi la spagna non sembra molto cane-friendly. Gli ostelli del Cammino, per ragioni comprensibili, non ospitano i cani. Solo alcuni consentono di lasciarli

Veduta da Forcella Alta
legati in cortile, ma questa soluzione, soprattutto per l'asociale Mr. Bentley, non è davvero praticabile. Infine sembra che i migliori amici dell'uomo non siano graditi nemmeno sui mezzi pubblici, e quindi, una volta arrivati a Santiago, non sapremmo come fare per tornare al punto di partenza.
Il problema insormontabile, però, sembra essere il tempo (non è paradossale, parlando di un pellegrinaggio?). Ad oggi, non ho la possibilità di prendermi 40 giorni di ferie filati, anzi, considerato il tempo necessario per raggiungere il punto di partenza e per tornare a casa, anche di più, senza contare eventuali imprevisti che potrebbero capitare durante il tragitto.
Purtroppo quindi è un sogno da custodire nel cassetto fino a che non riuscirò a cambiare completamente vita.
Si potrebbe pianificare di farne solo un pezzo, o di percorrerlo tutto, a più riprese. Ma secondo me non avrebbe lo stesso significato. Raccontano addirittura che le ultime tappe siano un po' meno coinvolgenti proprio perchè ci si ritrova compagni di viaggio che percorrono solo quelle, per avere la soddisfazione di poter dire di essere arrivati alla meta. Mi pare che questa sia la prova non aver capito nulla.

L'anello e' abbastanza facile, ma piuttosto lungo: 23km in tutto, con un dislivello di circa 650m. Ci abbiamo messo 7 ore e mezza.

2 commenti:

Artemisia ha detto...

E bravo Dario! Dai, non essere perfezionista: va bene anche a più riprese. Non ti trincerare dietro la scusa "non avrebbe lo stesso significato"!

dario ha detto...

Mah... non mi hai convinto.
Considera questa situazione: dove abito sono fortunato, dal punto di vista di sentieri di montagna, e credo sia abbastanza facile trovare in zona quaranta anelli da piu' o meno venti chilometri l'uno. Avendo a disposizione quaranta giorni potrei pensare di percorrerli tutti, uno al giorno.

Eppure non credo che lo farei. O se lo facessi non credo che avrei la costanza di portare a termine l'impresa: mi stuferei al terzo o quarto giorno. Perche' e' proprio il significato del pellegrinaggio che mancherebbe. Non trovi?