sabato 7 gennaio 2012

L'economia pane-e-salame

Io di economia e finanza ci capisco meno di quanto Beppe Fiorello capisca di recitazione, quindi credo che 'sto post finira' per essere giudicato assai ingenuo a chi mai lo leggesse.
Pero', nella formale ingenuita' a me pare un ragionamento semplice e lineare. Ditemi dove sbaglio!
(Dario inclina un po' la testa a destra e inarca le sopraciglia in tono ebete, poi intreccia le dita e le fa schioccare per prepararle ad una intensa battitura di tasti)

Se l'Italia vuole sopravvivere - dicono - dobbiamo fare in modo che l'economia ricominci a crescere. In generale la crescita economica e' presupposto fondamentale per il corretto funzionamento del sistema in cui viviamo.

Mah... Io dico che l'economia non puo' crescere.

Io non so quale sia l'indicatore che misura la crescita o la decrescita dell'economia, ma mi vien da dire che se oggi produco X e domani produco Y>X generando ricchezza maggiore, allora posso dire che tra oggi e domani l'economia e' cresciuta. E viceversa.

Ora faro' una serie di semplificazioni enormi per fare un esempio semplice, e poi cerchero' di estendere lo scenario.

Dunque.
(Dario si rimbocca le maniche e agrotta la fronte assumendo una plateale espressione concentrata).

Supponiamo di vivere in una Paese dove si consuma tutto quello che si produce e si produce tutto quello che si consuma. In quel Paese non ci sono importazioni ne' esportazioni.
Supponiamo di essere degli Esseri (Dario arriccia il naso perplesso per la cacofonia, ma decide di passare oltre con indifferenza) che consumano solo un tipo di bene, un Alimento, e di quell'Alimento si saziano completamente. Ognuno di noi Esseri ha bisogno dell'Alimento e solo dell'Alimento, ne' desidera altro bene. (Dario ritiene che si tratti di un mondo un po' noioso...).
Supponiamo che il Paese in cui viviamo e' organizzato in un sistema capitalista. Che pero' esista una sola Azienda che produce proprio l'Alimento (cosa potra' mai produrre, d'altro?).
Esiste anche una Moneta di scambio, che serve per la corresponsione di un Salario e per la compra-vendita dell'Alimento.
Supponiamo che ogni Essere lavori attivamente per l'Azienda (non esistono pensionati ne' bambini - solo adulti tutti uguali che lavorano per produrre l'Alimento) (sempre piu' noiosa, come immagine!).

Diciamo che in una giornata di lavoro, ciascuno degli Esseri produce mediamente un chilo di Alimento.
Ovviamente, non essendoci scambi tra il Paese e il mondo esterno, tutto l'Alimento prodotto quotidianamente dal lavoro degli Esseri nell'Azienda viene consumato, quotidianamente, dagli Esseri che vivono nel Paese. Siccome pero' gli Esseri che vivono nel Paese sono gli stessi Esseri che lavorano nell'Azienda, ne consegue che ciascun Essere, mediamente, consuma un chilo di Alimento al giorno.
Tutto il lavoro cumulativo di tutti gli Esseri del Paese produce una quantita' di Alimento, che viene completamente consumata dagli stessi Esseri.

Riassumendo, ogni Essere "medio" lavora per produrre un chilo di Alimento, e poi, quando l'ha ben prodotto, lo consuma.

Tra il produrre e il consumare, pero', c'e' di mezzo la Moneta.

Il frutto del lavoro degli Esseri e' quantificato in un certo Salario. La somma dei Salari di tutti gli Esseri non puo' essere superiore, al prezzo al consumo di tutto l'Alimento prodotto, ovviamente, perche' altrimenti i soldi ricavati dalla vendita dell'Alimento non sarebbero sufficienti per pagare i Salari. Percio' il Salario quotidiano medio di un Essere non puo' essere maggiore del prezzo al consumo di un chilo di Alimento.
Il Salario, pero', non puo' nemmeno essere inferiore al prezzo dell'Alimento. Se fosse inferiore,  un Essere, mediamente, potrebbe acquistarne solo una quantita' inferiore ad un chilo, e l'effetto di cio' (trascurando il particolare che l'Essere patirebbe la fame) e' che la parte di Alimento eccedente verra' sprecata, e quindi non verra' pagata, e l'Azienda ci rimettera' esattamente il denaro equivalente alla differenza tra il prezzo di un chilo di Alimento e il Salario quotidiano dell'Essere. Perche' l'Azienda non ci perda quei soldi, bisogna che si adegui a produrre un po' meno Alimento, in modo che venga consumato tutto. Ma se cosi' facesse, avrebbe bisogno di un po' meno lavoro da parte dell'Essere. Ma se l'Essere lavora di meno, ha diritto ad un Salario inferiore. Se prima il Salario gli consentiva di acquistare solo una parte del chilo di Alimento, ora gli consentira' di acquistarne ancora di meno, il che costringera' l'Azienda a ridurre ulteriormente la produzione e di conseguenza abbassare il Salario, il che costringera' l'Essere a consumare ancora di meno eccetera eccetera...
Quindi il Salario giornaliero di un Essere deve essere esattamente uguale al prezzo di un chilo di Alimento.
Il Salario cumulativo di tutti gli Esseri lavoratori dell'Azienda deve essere esattamente uguale al prezzo cumulativo alla vendita di tutto l'Alimento prodotto.
Quindi non ci saranno soldi da reinvestire.
...
...e l'Economia non crescera'.

Uhm... l'economia non crescera', dici?...
Un momento... forse sto tirando conclusioni affrettate. Dicevo sopra che la crescita economica e' data da un aumento della produzione. Non e' mica vero che questo non puo' avvenire, nel mio modello. Se gli Esseri decidessero di produrre, invece che un chilo di Alimento al giorno, due chili, l'Azienda dovra' pagare il doppio Salario per fare in modo che gli Esseri abbiano abbastanza Moneta per acquistare tutto l'Alimento prodotto. Questo l'Azienda non lo puo' fare, perche' quei soldi non li ha, ma potrebbe invece dimezzare il prezzo al consumo dell'Alimento. E cosi', il Salario quotidiano dell'Essere sara' sempre lo stesso, ma gli consentira' di acquistare due chili di Alimento anziche' uno.
(Dario si gratta la testa - si mette a rileggere le ultime righe ma non sembra molto convinto di quello che ha appena scritto).
Ma perche' mai l'Essere, che vive e prospera con un chilo di Alimento dovrebbe lavorare il doppio per avere la possibilita'... anzi l'obbligo di consumarne due?
Possiamo davvero dire che l'Essere si e' arricchito perche' lavora il doppio per produrre il superfluo che deve per forza consumare?
A regime l'Essere puo' decidere di aumentare o diminuire il suo consumo, il che comporta un parallelo aumento o diminuzione della produzione da parte dell'Azienda, e quindi una diminuzione o un aumento del prezzo alla vendita dell'Alimento (paradossalmente con regole esattamente opposte alla legge della domanda e dell'offerta). Quello che rimane costante e' il Salario.
E l'inaspettata (?) conclusione e' che l'Azienda deve in ogni caso spendere tutti i soldi che percepisce dalla vendita dell'Alimento in Salari, e quindi non gliene rimangono da reinvestire, il che equivale al fallimento dei principi su cui si basa il capitalismo.
Infine e' triste constatare che l'Essere deve spendere l'intero suo Salario per acquistare l'Alimento che produce, e finisce quindi per non risparmiare nulla che possa poi investire per la propria crescita sociale. Il povero rimane povero e il ricco rimane ricco.

Frena! frena!... mi si dira'...
Le conclusioni che hai tratto, Dario, sono falsate da tutti quei "supponiamo" la' sopra, che hanno semplificato troppo. Il tuo Paese ha una economia chiusa. Non ci sono esportazioni ne' importazioni. Ma non esiste, nel mondo reale, uno Stato cosi', per fortuna.

Mah. Supponiamo allora che ci siano due Paesi. Uno, il PaeseFormica, produce di piu' del proprio fabbisogno. L'altro, il PaeseCicala, di meno. Il PaeseFormica esporta... anzi... deve esportare dell'Alimento verso il PaeseCicala. Se non lo facesse, l'AziendaFormica dovrebbe aumentare il Salario (oppure, verosimilmente, abbassare il prezzo alla vendita), per aumentare i consumi interni, e si ricadrebbe nel caso descritto sopra.
Ma se il PaeseCicala importa quella parte di Alimento, significa che gli EsseriCicala per consumarlo, devono acquistarlo, pagandolo con parte del loro Salario, corrisposto per il lavoro necessario a produrre una quantita' di Alimento inferiore alle loro necessita'. Quindi, siccome quella parte di SalarioCicala serve per pagare l'Alimento prodotto dall'AziendaFormica, il totale del SalarioCicala deve essere maggiore dei proventi cumulativi per la vendita dell'Alimento prodotto dall'AziendaCicala. Il che evidentemente non e' possibile. Come puo' l'AziendaCicala dare ai propri lavoratori un Salario maggiore dei ricavi della vendita dei beni prodotti?
No, non si puo' andare avanti cosi'! O l'AziendaCicala fallisce (lasciando gli EsseriCicala senza Stipendio, il che produrrebbe una crisi di sovrapproduzione dell'AziendaFormica) oppure si fa un debito. Gli EsseriFormica prestano soldi agli EsseriCicala per acquistare l'Alimento prodotto in eccesso dall'AziendaFormica. Agli EsseriFormica conviene, in effetti, altrimenti gli EsseriCicala non potrebbero consumare l'eccesso di produzione dell'AziendaFormica, il che sarebbe disastroso anche per l'economia del PaeseFormica.
Verrebbe da dire che il PaeseFormica diventa sempre piu' ricco, in termini di debito pubblico, a scapito del PaeseCicala che diventa sempre piu' povero.
(Dario e' indeciso sul giudizio morale legato a questa conclusione: si sentirebbe, paradossalmente, piu' schierato dalla parte degli EsseriCicala, apparentemente piu' oziosi, condannando gli EsseriFormica solo per la loro maggiore operosita')
La conclusione e' che un EssereFormica lavora di piu' per percepire uno Stipendio maggiore, ma ne puo' spendere solo tanto quanto basta per acquistare un chilo di Alimento, perche' il rimanente lo deve prestare (Tasse?) all'EssereCicala perche' acquisti all'AziendaFormica l'eccesso di Alimento. Quindi, in totale, l'EssereFormica lavora di piu', ma puo' consumare sempre la stessa quantita' di Alimento. I soldi in eccesso finiscono agli Esseri Cicala che acquistano il prodotto all'AziendaFormica. Accidenti, e chi ci guadagna in questo giro? Alla fine i soldi mi pare che vadano all'AziendaFormica, ma non vengano redistribuiti.

Il fatto e' che, a prescindere da qualunque giudizio etico, se noi mettiamo assieme il PaeseFormica e il PaeseCicala e valutiamo la situazione come se si trattasse di un'unica economia, finiamo per giungere alle stesse conclusioni di prima. Cioe', in totale, le due Aziende spendono in Salari esattamente l'equivalente dei ricavi della vendita dell'Alimento, e gli Esseri devono, in totale, consumare esattamente tutto l'Alimento prodotto, spendendo tutto il loro Salario.
E' vero. Nel mondo reale non c'e' un solo Paese. E nemmeno solo due. Ma evidentemente questo ragionamento puo' essere esteso per tutti i Paesi del mondo, che sono un numero grande, ma limitato. Giungendo inesorabilmente alla conclusione che l'economia globale non puo' crescere. E se non puo' crescere quella globale, ogni volta che cresce quella di un Paese, decresce quella di un altro, finendo per avere un bilancio in pareggio.

Gia', ma...
(stavolta Dario si fa trovare preparato alla vostra obiezione!).
Il mondo reale non ha una sola tipologia di prodotto, ed in ogni singolo stato esistono molte aziende, non una sola.

Globalmente pero', se cumuliamo tutti i beni prodotti da tutte le aziende del mondo (il che significa mettere insieme pere con patate, ma proprio di questo si tratta), e' evidente che quel cumulo deve essere consumato da tutte le persone (l'umanita') che l'hanno prodotto. E per farlo dovranno acquistarlo, e pagarlo con i soldi che hanno percepito per produrlo. Se si producesse una nocciolina in piu', quella nocciolina andrebbe ad accumularsi con il resto dei beni prodotti, e quindi, perche' non vada sprecata, dovra' essere consumata, dopo essere stata acquistata e pagata con il salario percepito per il lavoro necessario alla sua produzione.

Pero', quello che mi sembra e' che l'aumento della ricchezza e' dato non tanto da un aumento di denaro da poter spendere, ma da una maggior quantita' di cose che si riescono a possedere spendendolo. Se l'Essere lavora il doppio e finisce per consumare di piu', evidentemente il suo benessere e' aumentato.
Quando hanno inventato i telefonini, ad esempio, si sono creati dei posti di lavoro per produrli.
E' vero che e la ricchezza generata in questo modo e' (ovviamente) stata tutta spesa per l'acquisto dei telefonini, ma e' anche vero che noi, alla fine, ci siamo ritrovati tutti un telefonino in tasca, che prima non avevamo. La questione e' stabilire se quel telefonino ci serve davvero o, come avviene spesso, si tratta di un bisogno "pilotato" da chi e' coinvolto nel ciclo di produzione di quel bene, e quindi ci guadagna proporzionalmente.

L'impressione e' che quello che acquistiamo valga di meno di quanto spendiamo per comprarlo. Se fosse cosi' significherebbe che siamo nel PaeseFormica, e lavoriamo per impoverire il PaeseCicala avvantaggiando l'Azienda per cui lavoriamo. Eppure stiamo in un Paese pieno di debito pubblico. Questo significa che il nostro Salario vale di meno dei prodotti che ci riusciamo ad acquistare?

Il lavoro che c'e' dietro alla produzione di tutti i prodotti che acquistiamo e' di piu' o di meno del lavoro che facciamo per guadagnare il nostro Salario?
Difficile dirlo.
Ho provato a pensare a tutto quello che consumo (o possiedo). L'energia elettrica che consumo, la casa che sto pagando, la benzina, il computer su cui sto scrivendo, abiti, cibo... e non solo i beni, ma anche i servizi... Ho provato ad immaginare di essere io quello che produce quei beni e fornisce a me stesso quei servizi (rendendomi totalmente autonomo e autosufficiente). Per farlo impiegoherei piu' o meno tempo ed energie di quanto ne impieghi nella mia giornata lavorativa?
Decisamente di piu'. Se lavorassi per produrre tutti i beni che consumo, impiegherei di gran lunga piu' tempo ed energie di quanto faccia adesso. Questo pero' perche' non sarebbe un metodo ottimizzato. Io so fare programmi per pc, ma non so fare il pane. Il mio fornaio invece sa fare il pane ma non sa fare programmi per pc, quindi io faccio i programmi per lui e lui fa il pane per me, e in questo modo riusciamo ad essere di gran lunga piu' efficienti entrambi. Entrambi possiamo permetterci pane e programmi minimizzando il lavoro necessario a produrli.
Nel calcolo quindi bisognerebbe valutare se la porzione di lavoro delle persone che hanno contribuito nella produzione dei beni che consumo sia maggiore o minore del lavoro svolto da me per guadagnarmi i soldi necessari per comprarli. E siamo da capo: come stabilirlo? Io non credo di esserne capace.
Il fatto e' che non stiamo parlando di me, ma di un uomo medio che vive in questa societa'. E l'impressione e' che chi ha piu' denaro spesso e' quello che produce di meno. Chi lavora e' povero e chi e' ricco non lavora. Un luogo comune?
Ma allora, chi e' che deve pagare per risanare il debito da Cicala? Se facciamo pagare i poveri finisce che non avranno la possibilita' di consumare i beni che tutta la societa' produce. I poveri non risparmiano semplicemente perche' non ne hanno da risparmiare. Sono i ricchi invece che accumulano. Se togliamo del denaro ai poveri, questi consumeranno di meno. Se togliamo del denaro ai ricchi invece questi continueranno a consumare, ma risparmierebbero di meno.

Ma io mi chiedo se l'aumento del benessere ha un limite. Se non ce l'ha, significa che per aumentare sempre piu' il nostro benessere dobbiamo lavorare di piu' per consumare di piu' (si spera in cose utili - alrtrimenti che benessere e'?). Se invece c'e' un limite, piu' ci avviciniamo a quel limite, dobbiamo smettere di produrre sempre di piu'. Dobbiamo adeguarci al fatto che non possiamo diventare sempre piu' ricchi, perche' questo significherebbe che, consapevolmente o nostro malgrado, l'unico modo per diventare ricchi e' che qualcun altro diventi povero.
Io temo che ci sia un limite, dettato dal fatto che produrre significa consumare risorse, e le risorse non sono illimitate.

Mi pongo, infine, un altro dilemma.
Se ora abbiamo un ampio debito pubblico significa (anche se io ho il sospetto che qualcuno ci abbia fatto la cresta sopra) che siamo stati delle cicale, cioe' che abbiamo acquistato per il nostro benessere dei beni prodotti all'estero, piu' di quanto abbiamo esportato. In altre parole siamo stati degli EsseriCicala e abbiamo lavorato di meno di quanto necessario per produrre cio' che abbiamo consumato. Ora il PaeseFormica vuole che noi estinguiamo il nostro debito.
Ma come diavolo facciamo? Per farlo dovremmo lavorare di piu' per produrre una quantita' di beni sufficienti non solo per il nostro sostentamento, ma anche per esportarli al PaeseFormica. Ma se il PaeseFormica si e' arricchito esportando i beni in eccesso, perche' mai oggi dovrebbe importarli?
Bisognerebbe che noi producessimo qualcosa che loro non sono capaci di produrre. Bisognerebbe inventare una cosa totalmente inutile che sappiamo fare solo noi e convincerli che per loro sia indispensabile.
E qui mi fermo, perche' tutto cio' mi sembra totalmente estraneo all'Uomo e ai suoi bisogni.

Nella mia ingenuita' mi piace di piu' immaginare un mondo dove c'e' uno che sa fare il pane e uno che sa fare il salame. Ci si siede insieme e si fa merenda.

2 commenti:

giovanna ha detto...

Io di economia e finanza ci capisco meno di te e quindi:
mi è piaciuta la chiusa! :-)
Troppe, troppe cose sono diventate "indispensabili", povero pianeta infatti... E invece, dai dai consumare...! L'economia deve crescere sì, ma ... boooh!
(e le dita di Dario com'erano dopo l'intensa battitura? :-)

g

dario ha detto...

Ciao Giovanna!
Grazie per esserti fermata tutto 'sto tempo a leggere il malloppone. Mi rendo conto che e' eccessivamente lungo, ma non sono riuscito a renderlo piu' conciso ne' a spezzarlo in diversi post.