mercoledì 13 giugno 2012

Perche' vorrei essere francese

Di fronte al mio posto di lavoro c'e' un bellissimo parco, con prati e alberi, pista ciclabile e vialetti pedonali, qualche tavolo da picnic e qualche panchina, proprio in riva al lago. Con la bella stagione e' l'ideale per trascorrere li' i 45 minuti di pausa pranzo con un pasto al sacco anziche' alla triste mensa aziendale.
A quell'ora ci sono diverse persone al parco. Ci sono quelli come me in pausa, molti chiaramente immigranti, c'e' qualche teenager che si ferma li' dopo la scuola per passare il tempo aspettando il treno (la stazione e' abbastanza vicina), molti passeggiano, magari col cane, qualcuno e' intento a parlare al telefonino, qualcuno fa jogging, c'e' una comitiva di vecchietti che si ritrovano tutti i giorni a giocare a briscola...
Poco piu' avanti c'e' una azienda per il riciclo della carta, anche quella in riva al lago. Quando l'aria tira da quella parte l'odore e' insopportabile. Mi chiedo se una puzza del genere sia lecita nel pieno del centro abitato, e se l'azienda non produca anche dei liquami che finiscano direttamente nel lago. Se e' piu' importante la necessita' aziendale del diritto delle persone di respirare aria decente.
Qua e la', ci sono dei cartelli che indicano, come se ce ne fosse bisogno, che l'immondizia va riposta negli appositi cestini.
I cani sono ammessi, ma altri cartelli invitano a raccoglierne gli eventuali escrementi.
Eppure il suolo e' sempre disgustosamente sporco di cartacce, bottiglie di plastica, pacchetti di sigarette vuoti, pupu' di cane e altre amenita' simili. E' proprio intorno ai tavoli che si concentrano i rifiuti (li' ci si siede per mangiare e li' si lasciano i resti). Le cicche di sigaretta si concentrano invece vicino alle panchine. Su tavoli e panchine ci sono graffiti di varia natura, dalle dichiarazioni d'amore agli slogan tifo-calcistici ai simboli politici (svastiche e falcemartelli vintage vanno per la maggiore). C'e' anche qualcuno che ha avuto la bella pensata di ribadire, scrivendolo a caratteri cubitali sul legno, che e' vietato buttare immondizia per terra.
Geniale.
Mi aspetto, un giorno o l'altro, di trovare sparsi sui prati volantini che invitano a non scrivere sui tavoli.
Personalmente non lascio immondizia al parco. La pochissima che produco me la porto a casa e la differenzio. Ma per chi se ne vuole sbarazzare ci sono cestini in abbondanza. Io non ci arrivo!: perche' buttare un avanzo a mezzo metro dal cestino e lasciare il cestino vuoto?
Verrebbe da ipotizzare che il parco sia cosi' sporco perche' il Comune non provvede a pulirlo abbastanza spesso. Forse e' anche cosi' ma sicuramente non soltanto. Un giorno ho visto le squadre di giardinieri che provvedevano a tagliare l'erba. Il giorno dopo il parco era pulitissimo, ma quello successivo era tornato ad essere indecente.

Viaggiando in Francia sulle autostrade non si puo' fare a meno di notare che, oltre alle aree di servizio (con servizi simili a quelle italiane) ci sono numerosissime aree di sosta. Ce ne sono alcune enormi. Tutte sono attrezzate con tavoli da picnic, bagni pubblici e comodi parcheggi, per automobili e TIR. Nei weekend la circolazione di questi ultimi e' ristretta: le aree vengono utilizzate anche dai camionisti per sostare nelle ore di traffico per loro bloccato.
In alcune aree ci sono addirittura attrezzi per fare un po' di ginnastica, giochi per bambini e gadget simili.
Non hanno bar ne' pompe per il carburante, ma tutte sono molto ordinate e ben tenute, dotate di grandi bidoni per la raccolta differenziata e per l'immondizia generica, svuotati regolarmente prima che sia troppo tardi. Nessuno lascia rifiuti per terra, e i padroni dei cani portano i loro migliori amici a fare i loro bisognetti un po' appartati dalle aree per gli umani, il che e' possibile in virtu' del fatto che le areee sono abbastanza grandi e molto verdi. Le toalette sono ragionevolmente pulite... Oddio... Non e' che la situazione sia proprio perfetta, qualche mozzicone di sigaretta in giro c'e'! Ma in generale sedersi a mangiarsi un panino li' e' piacevole e rilassante. Proprio quello che ci vuole per una pausa durante un viaggio. Potrebbe essere che queste aree vengano pulite in continuazione. Probabilmente e' cosi', ma non e' tutto. Essendo cosi' frequentate, nessuna squadra di pulitori potrebbe essere sufficientemente efficiente da mantenerle abbastanza decenti se tutti si comportassero come i frequentatori del parco qui di fronte.

Non credo che sia una questione genetica, perche' se e' vero che gli automobilisti in Francia sono in maggioranza francesi, e' anche vero che molti, soprattutto nelle autostrade, e soprattutto se parliamo di grandi TIR, vengono da oltre frontiera. Nel parcheggio qui vicino i camionisti lasciano nel parcheggio sacchetti di immondizia e resti di cibo e orinano contro i muri. Perche' in Francia non osano nemmeno buttare un mozzicone per terra?

E' una questione di rispetto. Il ragionamento che si fa in Italia e' questo: un luogo pubblico, proprio perche' e' pubblico, non e' mio, quindi non e' mio interesse ne' mio compito fare in modo che sia pulito, anche se, evidentemente, va anche a mio svantaggio quando e' sporco. Il ragionamento che si fa in Francia invece e': un luogo pubblico proprio perche' e' pubblico, e' di tutti, e io, che mi sento parte di quei "tutti", devo collaborare a tenerlo pulito, a tutto vantaggio della collettivita', e quindi mio.
In un'area di parcheggio dell'autostrada francese non avrei problemi a stendere un asciugamano e a sdraiarmici sopra per fare un pisolino, cosa che non farei mai nel parco qui di fronte.
Rimango ancora allibito quando, facendo i tornanti per andare a casa, vedo automobilisti che buttano immondizia. Addirittura i ciclisti che si allenano su quelle impervie salite lo fanno. E non e' che si tratta di strade cittadine dove prima o poi qualcuno passera' a pulire. Qui siamo in aperta campagna: una bottiglia di plastica nascosta tra i rovi puo' rimanerci per decenni. E si' che quelli che ci passano sono per lo piu' residenti. In Francia anche le strade di periferia sono decenti.

Non faccio una questione solo sull'immondizia.

In Francia nei negozi sono sempre cordiali e gentili, ti salutano con un bonne soiree, bon Dimanche, bon fin du semaine e un sorriso. In Italia se uno sta lavorando, tipicamente ti guarda storto, se non ti manda addirittura a stendere. E tu stai li' a chiederti se non sia forse perche' sottopagato o sovrasfruttato. Non credo che in Francia un cassiere del supermercato sia pagato molto meglio, ne' che qualcuno lo costringa ad essere gentile contro la sua volonta'. Credo sia piuttosto una questione culturale. Non si arrogano il diritto di pretendere che gli altri assimilino il loro malumore.

Chi ti vede mangiare ti augura bon apetit, Se stai passeggiando coi cani non mancano di fare loro due coccole. Se chiedi una indicazione te la danno volentieri, o addirittura si soffermano a chiacchierare (il che mi costringe ad esibire le mie lacune con la lingua). Qui da noi, se uno si fa i fatti suoi lo guardano con sospetto, specie se la lingua o i tratti somatici tradiscono una provenienza straniera.

In Francia il clima e' molto piu' rilassato, nessuno cerca di fregarti e nessuno si aspetta di esserlo da te.
In questo periodo, dal poco che ho potuto constatare, sembra subiscano la crisi anche piu' di noi. Ma lo fanno, in generale, con molta piu' dignita'. Una bella metafora e' una casa piuttosto malconcia che ho visto durante il nostro viaggio: finestre rotte, tegole mancanti sul tetto, intonaco che si scrosta... ma bellissimi fiori alle finestre. Potrebbero non esserci soldi per affrontare la sistemazione della casa, ma coltivare fiorellini e' gratis, e ti fa sentire piu' in pace con il mondo.

Non credo che la "patria" c'entri nulla (la parola stessa mi mette i brividi). Credo che sia il senso di appartenenza alla collettivita', ad essere diverso. In Francia lo Stato non opprime il cittadino. Lo Stato e' il cittadino, e d'altra parte il cittadino si sente parte di un tutto.

Durante la campagna per le presidenziali francesi ho ascoltato la traduzione di un'intervista di Radio Popolare ad una elettrice convinta di Marine Le Pen. Il contesto dell'intervista era sull'aspetto politico delle aspettative dei francesi, ma a me ha colpito un'altra cosa. La signora votava per l'estrema destra perche' pensava che sarebbe stato un bene per la Francia e per i francesi, e che una svolta a destra avrebbe contribuito attivamente a risolvere la crisi. Chi mi conosce sa che la penso in modo diverso dalla signora. Ma che differenza con l'elettore medio italiano! Qui un leghista vota Lega perche' pensa (anche lui sbagliando, ma non e' questo il punto) che la Lega difenda meglio i suoi interessi individuali.

4 commenti:

giovanna ha detto...

Piacevolmente sorpresa della cordialità dei francesi! So di situazioni differenti, ma penso si tratti di generalizzazioni sbagliate... Anche in Italia c'è il cordiale e c'è l'insofferente e/o maleducato.
Piuttosto: il problema italiano del "tanto il pubblico non è mio". Ahi noi, quanto è vero! Concordo sul fatto che si tratta di 'cultura' degli italiani, ne ho la prova tutti i gg con i ragazzi a scuola. Ormai si sorprendono quasi se dico loro che non si buttano a terra (in aula) cartacce, residui di merendine, non si pasticciano i banchi, non si imbrattano i muri, si spegne la luce se fuori c'è il sole, si chiudono le finestre se c'è il riscaldamento acceso, ecc ecc ecc ... Diventa sempre più difficile, negli anni, educare al rispetto di ciò che è di tutti! Hai voglia spiegare che paghiamo noi, i loro genitori ... Ciò che si evince è la diseducazione (oddio a questo ed altro..) familiare!
g

Artemisia ha detto...

Mi piacerebbe davvero capire le ragioni di questo atteggiamento così diverso.

dario ha detto...

Giovanna:
Certo ho generalizzato, cosa che faccio spesso a dispetto del fatto che ritengo sia sbagliato :-)
Diciamo che la maggiore gentilezza generalizzata l'ho riscontrata durante una settimana di vacanza che mi sono appena fatto, quindi il campione non puo' essere sufficientemente esteso da farne una statistica credibile :-)
Credo comunque che la buona educazione, seppur strettamente legata alla cultura di un popolo, sia un fatto strettamente individuale. Io, per esempio, sono una persona ben educata indipendentemente dall'ambiente in cui vivo.

Pero' volevo focalizzarmi su un altro punto, cioe' che nei francesi c'e' una predisoposizione migliore a ritenere se' stessi come parte di una collettivita', insomma come le formiche di un formicaio: ognuna come individuo e' piuttosto insignificante, ma un formicaio puo' distruggere un intero giardino (ne so qualcosa ;-))

dario ha detto...

Artemisia:
mah... credo che il filo conduttore sia un atteggiamento "collaborativo", e credo che sia una questione culturale.
Gli italiani sono diffidenti verso i loro simili non tanto perche' questi ultimi non siano degni di fiducia (il che puo' essere vero, ma distinguere gli italiani da una predisposizione al fregare il prossimo mi pare sbagliato), ma perche' i primi non sanno darla.
La questione secondo me e' culturale. Non siamo abituati a dare importanza alla societa', e finiamo per contrapporla all'individualita'.