mercoledì 6 novembre 2013

Le geniali politiche agricole europee

Un paio di mesi fa me ne sono andato per una breve vacanza tra Roero e Monferrato, in Piemonte.
Percorrendo strade di campagna, l'occhio s'e' fermato interrogativo su alcune piantagioni di mais, focalizzando in particolare alcuni cartelli piantati a bordo delle piantagioni stesse che indicavano la scritta "Pioneer" seguita da un codice, e la specifica "sperimentale".
Cavoli, sembra una roba OGM, mi son detto, un po' incredulo. Ma gli OGM non dovrebbero essere vietati in Europa? E ancora di piu' in Italia?
Questo e' quel che sapevo. C'era in effetti il dubbio che qualche esperimento OGM avvenisse anche da noi, ma pensavo che si trattasse di cosa illegale, fatta un po' all'italiana. Pertanto non sembrava questo il caso: se fosse stato illegale non avrebbero messo cartelli cosi' espliciti.
Bah, l'idea di denunciare questa scoperta all'autorita' e' stata respinta dalla conclusione che non si trattasse di OGM, ma di qualcos'altro.

Ieri alla trasmissione Esteri di Radio Popolare hanno dato la gravissima notizia (che non ho trovato altrove) che e' stato approvato dal consiglio europeo l'ingresso in Europa della seconda varieta' di mais transgenico della Pioneer. O bella! E io che non sapevo nemmeno della prima varieta'! Ma quand'e' stato che si sono aperti i cancelli agli OGM? E con che autorita' lo si e' fatto?

Oggi addirittura, sfogliando Internet, ho scoperto che esiste un pronunciamento delle autorita' europee che impongono all'Italia di dare liberta' di coltivazione del mais transgenico perche' le restrizioni particolari dei singoli Stati in materia non possono valere.

In altre parole i consumatori, gli agricoltori e gli ecologisti italiani, ma anche europei, sono nettamente contrari alla coltivazione di organismi geneticamente modificati e alla distribuzione di beni prodotti con quelle tecniche, eppure sono costretti a conviverci. Perche'?

Le "colpe" degli OGM sono molte. Secondo la mia personale classifica in testa c'e' sicuramente il danno alla biodiversita'. Ad esempio il mais la cui introduzione e' stata deliberata ieri, secondo la notizia di Radio Popolare ha due caratteristiche: e' resistente ad un particolare pesticida ed e' velenoso per un particolare insetto dannoso per il mais tradizionale.

La caratteristica sviluppata per essere resistente al pesticida indica chiaramente che si intende utilizzare quel pesticida nelle coltivazioni, il che evidentemente danneggia altre forme di vita animali o vegetali, dannose o non dannose alla coltivazione del mais. Ad esempio danneggia il mais tradizionale che, evidentemente, non e' resistente a quel pesticida (altrimenti a che scopo modificarlo geneticamente?). In altre parole nei campi dove viene coltivato il mais transgenico e nei campi limitrofi non e' possibile ne' lo sara' in futuro, per qualche anno, coltivare con profitto mais tradizionale o altre coltivazioni non resistenti a quel pesticida, con grave danno per gli agricoltori che non si sottometteranno all'egemonia dei produttori di mais transgenico. L'utillizzo di quel pesticida inoltre compromettera', nei luoghi in cui viene usato, anche variteta' animali e vegetali (compreso l'uomo?) che non centrano niente con quel mais.

La caratteristica invece di risultare velenoso per l'insetto dannoso al mais tradizionale potrebbe sembrare invece un vantaggio anche dal punto di vista dei coltivatori di mais tradizionale.
Ma naturalmente, come avviene sempre in natura per qualunque organismo vivente, quell'insetto "cattivo" costituisce anche un anello di una qualche catena alimentare. Quindi il danno fatto a quell'insetto si ripercuote su coloro che appartengono a quella catena.
Inoltre la progressiva sparizione di quell'insetto porterebbe un vantaggio competitivo agli insetti antagonisti che condividono la nicchia ecologica. Questo vantaggio altererebbe l'equilibrio di altre catene alimentari.

Un problema, in generale, dell'introduzione degli OGM nell'ambiente e' che possono sfavorire l'impollinazione degli organismi non non modificati.
La strategia (almeno cosi' era qualche anno fa, spero sia cosi' ancora adesso) e', gia' che si sta intervenendo sulla genetica, quella di produrre individui OGM sterili. Il motivo ufficiale e' che, in caso di manifesta dannosita', l'organismo introdotto si estingue alla prima generazione. Il motivo ufficioso invece e' che con organismi sterili non e' possibile la "scocciante" pratica dell'economia di sussistenza. E' inutile conservare le sementi del raccolto precedente, perche', essendo sterili, non potranno far germinare piante per il raccolto successivo.
La conseguenza di questa strategia e' che gli insetti impollinatori, ignari del problema, mischieranno pollini sterili e non sterili e li trasporteranno in fiori sterili e non sterili, dimezzando di fatto la probabilita' che i fiori non sterili vengano fecondati.

Chi e' a favore degli OGM sostiene che in fondo, anche nel normale corso della natura, qualunque evoluzione morfologica di una specie e' data da una casuale modifica genetica per fattori naturali. La tecnologia OGM punterebbe a "guidare" la modifica genetica su una strada non casuale ma mirata alla produzione di cibo per umani.
La piu' ovvia risposta a questa argomentazione e' che la Natura premia o punisce casuali modifiche genetiche nell'obiettivo implicito di favorire le speci singole e la biodiversita', non in quello di favorire l'uomo e il suo stomaco.
Esistono alcune razze bovine, ad esempio, che non sono in grado di riprodursi se non tramite inseminazione artificiale, poiche' la selezione che e' stata fatta per ottenere una maggiore produzione di carne ha modificato la morfologia al punto da rendere fisicamente impossibile l'atto riproduttivo naturale.
In natura queste razze bovine, chiaramente, si estinguerebbero nel giro di una sola generazione. Tuttavia hanno il vantaggio competitivo rispetto alle altre razze piu' "naturali" di essere protette artificialmente dall'uomo. Se l'economia imponesse una totale conversione degli allevamenti a queste razze, poiche' piu' produttive di carne, si avrebbe l'estinzione di tutte le razze naturali.
La modifica morfologica sui bovini che ho descritto non ha niente a che vedere con la tecnologia OGM, ma e' stata prodotta tramite accoppiamenti selettivi. E' comunque indicativa del fatto che quando si interviene artificialmente nella selezione genetica (con scopi che esulano dai normali processi naturali), le conseguenze sono disastrose.
Se poi ci sono dei vantaggi economici per una azienda particolare, il danno alla Natura, e, in definitiva, anche al resto dell'umanita', dovrebbe essere evidente.

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