martedì 21 gennaio 2014

Ed ecco a voi.... il Porcellum 2!

Certo che Renzi ha cominciato subito, rimboccandosi le maniche e facendo il lavoro sporco. Questo e' il nuovo corso: emulare Berlusconi. Anche Berlusconi e' stato la rivoluzione-del-fare fin dall'inizio, ed ha continuato 20 anni a fare. Non si puo' negare che abbia cambiato l'Italia.
Se il paragone regge, avremo 20 anni di Renzi che cambiera' l'Italia. In effetti una bella rivoluzione anche per la Sinistra, da sempre additata per immobilismo.

Ora, militanti del PD, non accusatemi di qualunquismo (tacciare di qualunquismo tutti quelli che non la pensano come voi non e' a sua volta una forma di qualunquismo?). Non ho mica detto che Renzi e' come Berlusconi, che il PD e' come la destra, che sono tutti uguali. Renzi e' mille volte meglio di Berlusconi. Alle prossime politiche penso proprio che lo votero', specialmente se andremo a votare con una legge elettorale che consente di scegliere solo tra Renzi e Berlusconi (ammesso che l'Italia si riesca a liberare da questa scocciante faccenda dell'incandidabilita', altrimenti qualcun altro in sua vece). Ecco, il nuovo corso sembra essere proprio questo: o cosi' o cosa'. Niente piu' discussioni, niente piu' opinioni, niente piu' politica. Sei di sinistra? Bene, allora ti becchi tutto il pacchetto.

Del resto l'aveva promesso: cambiero' la legge elettorale. Ed ha subito mantenuto la promessa. Fa niente che la nuova legge non corregge affatto le pecche della vecchia. L'abbiamo cambiata, e gia' questo e' motivo di orgoglio.

11 commenti:

Bastian Cuntrari ha detto...

Visto che da te mi si "oscura" (BastardInside...) copio e incollo quanto ho replicato sul mio blog al tuo commento, che è anche un po' la replica alla bella discussione da Silvano.

@Dario, cavolo! Stavo rispondendo sul tuo blog alla bella diatriba incardinata da Silvano...
Ma insomma, non è poi tanto sporcaccione questo mio, che le politiche aziendali ne neghino l'accesso!

Ma veniamo a noi.
Hai centrato perfettamente il problema con le paroline magiche: se "...i valori dei partitini fossero in qualche modo rappresentati nei programmi e nelle persone dei partitoni". Come accade (quasi) negli USA: perché non c'è solo Nader, ma anche il Tea Party... ricordi lo shutdown di ottobre?

Ma in Italia sarebbe possibile? Io (che fortemente lo auspicherei) non lo credo. Lo so che sei bravissimo e preparatissimo e allora spiegami che differenza c'è (nella destra c.d. laica) tra Scelta Civica, Fare per Fermare il Declino, Partito Liberale, Futuro e Libertà, Moderati Italiani in Rivoluzione (Samorì) e altri che ho certo dimenticato? E nella destra "cattolica" tra UDC, PdL, 3L (Tremonti), Fratelli d'Italia, La Destra, Pensionati, Grande Sud, Moderati in Rivoluzione, Intesa Popolare, Movimento per le Autonomie, Cantiere Popolare e altri? E a sinistra? Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Centro Democratico, Il Megafono - Lista Crocetta, Moderati, Partito Socialista Italiano, Südtiroler Volkspartei, Partito Autonomista Trentino Tirolese, Verdi del Sudtirolo e Autonomie Liberté Participation Écologie, PRC, PdCI, Verdi, SD, Ingroia...

Quanti di questi partiti rinuncerebbero alla propria visibilità nel nome della sacrosanta "aggregazione dei valori", come la definisci tu?

Non credo però che questo sia compito della legge elettorale, qualunque essa sia: ma della volontà di chi si occupa di politica di rinunciare ad un pezzetto di orticello per zappare il campo comune. E non credo che i politici italiani siano pronti a questo passo che sottende un senso dello Stato che non è nelle loro corde.

Un abbraccione, e protesta a nome mio contro la censura del mio blog!!

dario ha detto...

In realta' sono riuscito a leggere il tuo commento (perche' mi e' arrivata la notifica in google), ma non posso accedere al tuo blog, quindi non riesco a postarti la' la mia risposta.
Me la sto nondimeno preparando. La postero' quindi qui sotto, e ti propongo di continuare qui la discussione, se ti va...

dario ha detto...

Cara Bastian,
Sono bravissimo, ma cerchero' di "abbassarmi al tuo livello" per risponderti al meglio (:-) scherzo, naturalmente!).

Dunque tu mi dici che ci sono molti partitini (me ne hai nominati a profusione) non diversi nella sostanza, e che quindi il motivo per cui non si aggregano non e' da ricercarsi nella divergenza di opinioni, ma nella propensione dei politici a coltivare il proprio orticello.

Io a casa ce l'ho, un orticello. Coltivare l'orto e' un'attivita' che consiglio a tutti. Anche se non fa risparmiare (se comprassi i pomodori al supermercato spenderei probabilmente di meno), possiamo comunque considerarla un'attivita' "conveniente". Tanto per cominciare, i miei pomodori sono piu' buoni e genuini, perche' maturati al sole e senza pesticidi e porcherie varie. Inoltre la soddisfazione di mangiarsi qualcosa che si e' autoprodotto e' impagabile. Infine sai quant'e' terapeutica l'attivita' di sporcarsi le mani nella terra grassa per accudire a quelle piantine?

Se pero' domani qualcuno rifornisse di pomodori piu' buoni e sani di quelli che produco, mi desse la possibilita' di spendere il mio tempo in una attivita' ancora piu' stimolante che quella di crescerli, da cui ne traessi piu' soddisfazione di quanta ne ho mangiando qualcosa che ho prodotto con le mie mani, probabilmente rinuncerei all'attivita' di coltivare il mio orticello, perche' quell'attivita' non sarebbe piu' cosi' "conveniente", nel panorama delle mie possibilita'.
Oppure se qualcun altro eliminasse la rete divisoria tra il mio orto e quello del vicino, e stimolasse la cooperazione con lui per produrre pomodori ancora migliori con l'ulteriore soddisfazione di coltivare anche l'amicizia con il vicino, sarei ben felice di adottare questa pratica, anche se significherebbe rinunciare al MIO orticello per averne uno NOSTRO.

Se pero' nessuno arriva a indurmi in una di queste due soluzioni, io continuero' a coltivare il mio proprio orticello. Perche' dovrei smettere?

Se invece qualcuno mi imponesse di smettere di coltivare l'orticello per rinchiudermi in casa davanti a Maria de Filippi e i suoi Amici in TV, cercherei di oppormi
Se invece qualcuno mi facesse cooperare col vicino per coltivare le zucchine invece dei pomodori, rifiuterei, perche' a me piacciono i pomodori, non le zucchine.

Scusa la metafora, ma hai cominciato tu, e io non ho saputo resistere alla tentazione :-)

Tornando a noi, sono d'accordo con te, spesso la frammentazione dei partiti e' la conseguenza del fatto che nel sistema italiano e' piu' conveniente fondare un partito nuovo che far politica in uno vecchio. In alcuni casi e' piu' conveniente fare il politico che starne fuori. Il motivo per cui ci sono tanti partiti non e' giustificato dalla diversificazione dei valori.
In alcuni casi si', ma in molti, forse la maggioranza, direi di no.
Che significa questo? Secondo me significa che il sistema politico rende sconveniente l'aggregazione (e di conseguenza conveniente la frammentazione). E questo e', secondo me (ma mica soltanto me), largamente colpa della legge elettorale.

Facciamo un esempio un po' estremo (oltre alle metafore adoro anche gli esempi estremi).

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dario ha detto...

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Supponiamo che invece dell'Italicum introducessimo il Quilodicoequilonegum si' fatto: Collegi uninominali geograficamente piuttosto grossi, diciamo uno per ogni provincia, che eleggono a maggioranza un un "grande elettore" (giusto per mutuare la terminologia del sistema americano) per ciascuno. Ogni grande elettore poi vota ognuno per un partito. In questa elezione c'e' uno sbarramento enorme: del 34%. I partiti che prendono meno del 34% sono fuori, e quelli che sopravvivono si spartiscono, proporzionalmente ai voti che prendono, i seggi alla camera, e nella stessa proporzione al senato.
Capirai che con questo sistema, se le formazioni rimangono tali, nessun partito riuscira' mai ad entrare in parlamento, perche' nessuno raggiungera' il 34% dei voti. Quindi succedera' che:
1) i partiti piccoli vorranno aggregarsi a quelli grossi per assicurarsi una rappresentanza in Parlamento (seppure sotto il simbolo del partito grosso a cui si alleano)
2) i partiti grossi cercheranno di fare compromessi con i partiti piccoli. In questo modo i partiti grossi fagociteranno l'elettorato dei partiti piccoli dei cui valori si faranno paladini, riuscendo a superare lo sbarramento del 34%. Anche un partito al di sopra del 34% cerchera' di fare compromessi con i partiti piccoli perche' tendera' ad aumentare ancora di piu' il proprio bacino elettorale e vincere le elezioni.

Naturalmente un sistema del genere non puo' funzionare, tanto per cominciare perche' c'e' il fortissimo rischio che non siano due i partiti che raggiungono la soglia del 34%, ma solo uno. E questo avrebbe ripercussioni drammatiche. Ma si tratta appunto di un'ipotesi volutamente estrema, e solo un pazzo potrebbe proporre un sistema del genere. Lascio la formulazione di sistemi piu' realistici a persone piu' competenti, e io mi limitero' solo a dichiarare se sono d'accordo o meno.
Ho scelto esattamente il 34%, ovviamente, perche' se due partiti superano questa soglia, insieme superano il 68%, quindi e' impossibile che riesca a passarea un terzo partito, che raggiungerebbe al massimo 100-68=32%.
C'e' poi anche da considerare che alcune forze politiche fanno piu' voti se rifiutano compromessi. Insomma, se PD fa il 20% e SeL fa il 10%, probabilmente un macro-PD ottiene meno del 30%. Ma e' una questione di marketing, che nel mio esempio non e' importante.

Secondo me il pregio del Quilodicoequilonegum non sta nell'eliminazione dei partiti piccoli, ma nel suo potere di indurli ad aggregarsi con i grossi.

In Politica, per quanto non piaccia, i compromessi sono necessari, perche' non si trovera' mai una forza unica che riesca a coprire la maggioranza assoluta delle due camere, a meno di tagliare fuori tutti gli altri. Se riuscissimo a ottenere il bipartitismo senza che i due partiti maggiori medino con tutti i partiti minori, l'elettore di un partito piccolo (che lo vota perche' propone qualcosa che non e' rappresentato altrove) finisce per non avere voce in Parlamento.
Facciamo un esempio: Io ho votato SeL alle ultime politiche (dove si era presentato in coalizione con il PD). Mi ha un po' deluso, ma lo farei di nuovo, perche' non mi piace la piega che ha preso Renzi sui temi dei diritti dei lavoratori (potremmo discutere su questo punto, magari un'altra volta...).
Ora, se il PD volesse accaparrarsi i voti di SeL, potrebbe inserire nel programma un compromesso accettabile su questo tema. In questo caso SeL sparirebbe, ma io voterei convintamente PD. Stessa cosa se il compromesso lo facesse Forza Italia. Naturalmente il compromesso non puo' portare a contraddizione, per cio' vedo poco probabile che FI si metta dalla parte dei sindacati. E' difficile ridurre tutte le possibili ipotesi su tutti i possibili temi nei confini di due programmi non contraddittori, ma questo e' proprio il mestiere del politico, secondo me.

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dario ha detto...

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Se pero' ne' PD ne' FI cercassero un compromesso con SeL, io che potrei fare?
1) votare qualcuno che non la pensa come me su quel tema che per me e' cosi' importante
2) non votare
In ogni caso rimango fregato, perche' non ci sara' nessuno che porta avanti quella opinione in Parlamento. Nemmeno nella minoranza.
Secondo me l'omologazione del pensiero politico e' un prezzo da pagare troppo alto per la governabilita'. La governabilita' bisogna ottenerla in qualche altro modo.
Artefici da legge elettorale come sbarramenti, premi eccetera non possono essere alibi per i partiti maggiori, perche' essi sono incaricati di governare non solo i propri elettori, ma tutto il popolo.

Naturalmente penso anche che la situazione attuale sia molto particolare.
Il valore principale che mi spinge a votare PD (o qualche altro partito a patto che sia nella stessa coalizione), e' l'antiberlusconismo. Secondo me Berlusconi deve sparire dalla faccia della terra. Quanto meno dalla scena politica. Perche' non e' accettabile un mafioso, corruttore, corrotto, puttaniere che pensa solo a fare il proprio interesse, a Governo della Nazione. Non era accettabile negli ultimi 20 anni e non e' a maggior ragione accettabile adesso che l'ometto e' condannato in via definitiva. E il fatto dell'incandidabilita' e della decadenza non risolve il problema, perche' se alle prossime elezioni vincesse Forza Italia, avremmo un governo presieduto, se non da Berlusconi, da qualche sua Marionetta.
Quindi se voto PD non e' perche' personifica i miei valori, ma per l'urgenza di sbarazzarsi di Berlusconi.
In Italia poi c'e' la terza forza, il M5S, che complica ulteriormente le cose. Chi vota M5S, non vota per qualcuno, ma contro PD ne' PdL. "Sono tutti uguali" e quindi non li voto. Se il valore rappresentativo per me del PD e' ridotto all'antiberlusconismo, il valore rappresentativo per l'elettore medio di M5S e' ridotto al rifiuto di PD e PdL.
Insomma, se da un lato ritengo che la Politica sia il luogo in cui le idee del popolo, attraverso i suoi rappresentanti, si confrontano per ottenere il bene della nazione, dall'altro ritengo che la stragrande maggioranza degli elettori (me compreso) senta come piu' pressante l'esigenza di allontanare da questo confronto coloro che ne sono indegni.

Queste sono fondamentalmente le ragioni per cui non sono d'accordo con alcun accordo che si prenda su alcun argomento con Berlusconi, a prescindere dal contenuto.
Queste sono anche le ragioni per cui ritengo che le preferenze (che ci consentono di scegliere chi andare e chi non andare in Parlamento) siano necessarie (anche se la maggioranza degli elettori - me compreso - non ne ha mai fatto uso quando c'erano).
Queste sono infine le ragioni per cui non condivido il modo in cui Renzi a testa bassa cerchi di andare avanti senza cercare il confronto interno al PD (figuriamoci con gli altri partiti).

Bastian Cuntrari ha detto...

Dario caro, credo di iniziare a perdere colpi... Nel senso che - evidentemente - non riesco a spiegarmi correttamente.
Il tuo Quilodicoequilonegum, così come lo hai immaginato quando hai scritto "...se il PD volesse accaparrarsi i voti di SeL, potrebbe inserire nel programma un compromesso accettabile su questo tema. In questo caso SeL sparirebbe, ma io voterei convintamente PD... è quello che auspico anche io mutuando la tua felicissima definizione di ""aggregazione dei valori"!!
In questo senso gradirei che "sparissero" i partitini: vorrei un "partitone" in grado di mediare (?), contemperare (?), amalgamare (?)... scegli il verbo che più ti aggrada, non me ne vengono altri... le diverse "anime" dell'elettorato.
È ovvio che i "distinguo" ci saranno sempre, ma sui grandi temi un accordo potrebbe essere trovato!

E - tanto per farti sapere - anche noi abbiamo l'orticello: se ne occupano mio marito e un suo amico fraterno che si sono scoperti l'animo bucolico. Quest'anno hanno fatto i pomodori in bottiglia e i fagioli in sacchetto: vero è che questi ultimi costano almeno 4/5 volte quelli che compri al supermercato, ma vuoi mettere? A lui piace, si diverte e a me va benissimo così! E comunque mangio cicoria, insalata, zucchine, melanzane, broccolo e caviolfiore dell'orto mio!

Chissà se ora sono riuscita a spiegarmi bene.
Fammi sapere e ... besos!!

dario ha detto...

:-) Mi sa che sono io a non essermi spiegato.

Sono convinto che siamo d'accordo che spariscano i partitini mediando tra loro e con i partitoni per mettersi assieme.

Ma mi pareva che tu dicessi che questo fine non puo' essere raggiunto dalla legge elettorale, perche' in Italia ci sara' sempre quello che vuole coltivare il proprio orticello.

Ecco, quel che voglio dire e' proprio questo, che la frammentazione e' proprio l'effetto della legge elettorale sbagliata. Se la legge elettorale facesse in modo che i partiti piccoli scomparissero, le persone che vogliono coltivare il proprio orticello si ritroveranno impedite a farlo, e quindi abbandoneranno la politica oppure si aggregheranno a carri piu' grossi.

Secondo me questo non e' l'unico scopo della legge elettorale, ma e' quello piu' importante.

Naturalmente si puo' anche essere dell'opinione opposta, cioe' che la frammentazione in partitini non sia necessariamente un aspetto negativo. Nella prima repubblica la legge elettorale provocava la frammentazione, ma i governi riuscivano comunque ad essere formati con aggregazioni e compromessi, lasciando ai partiti singoli il privilegio di coltivare la propria identita'.
La cosa negativa del proporzionale di quel tipo, secondo me, e' che gli accordi elettorali erano costituiti DOPO le elezioni, e quindi l'elettore non potendo prevedere quali fossero i punti passibili di compromesso, non sapeva esattamente cosa stesse votando.

E' proprio la legge elettorale che determina come siano composti i partiti e quali le coalizioni che si presentano alle elezioni.

Bastian Cuntrari ha detto...

ahahaha!!!
"scusa, è colpa mia...", "...no, no... ma ti pare... colpa mia"!!!
Che figo 'sto teatrino!
Ma - incredibile ma vero - ho capito dov'è il busillis del fraintendimento visto che sono iper d'accordo con te.

Dici che secondo me "... questo fine (che i partitoni convincano i piccoli a mettersi insieme a loro, ndr) non puo' essere raggiunto dalla legge elettorale, perche' in Italia ci sara' sempre quello che vuole coltivare il proprio orticello".

In realtà - ecco il "misunderstanding" - io ho detto che "...non credo che questo sia il compito della legge elettorale...", non il fine! Nel senso che i partitini, sinché non prenderanno una musata dal risultato elettorale, ci proveranno sempre ad entrare a Montecitorio e a sfangarla sulle soglie di sbarramento! Quello che - a parer mio non farebbero - è il convergere preventivamente nel partitone, perché... hai visto mai che mi dice bene? Era questo che intendevo dire citando l'orticello.

Forse ora non ci scuseremo più reciprocamente perché mi sembra davvero si sia sulla stessa lunghezza d'onda! O no? Fammi sapere...

Buona domenica, amico mio!

dario ha detto...

:-/ okay, fine del teatrino. Anche se io ero proprio sincero: so che non so farmi capire (da qui anche la logorrea nel tentare di sviluppare meglio il mio pensiero aggiungendo parole).

Io dico "fine" tu dici "compito", ma non ho capito la differenza.

Quando penso alle elezioni, a me non vengono in mente sbarramenti, premi di maggioranza, uninominali, maggioritari, proporzionali, modello francese, spagnolo, doppio turno eccetera. A me viene in mente la votazione per alzata di mano che si praticava talvolta a scuola. Ci sono i candidati e quello che ottiene il maggior numero di mani alzate diventa capoclasse.

I fronzoli che arricchiscono questa semplicissima regola e la fanno diventare una "legge elettorale" sono tutti rivolti a condizionare le aggregazioni prima o dopo le elezioni. E' a questo che servono.
L'unico scopo della legge elettorale e' (o dovrebbe essere) quello di fare in modo che gli elettori riescano ad esprimere le proprie opinioni e che le opinioni della fetta maggioritaria dell'elettorato vengano poi messe in pratica tramite il governo del Paese, nel rispetto delle minoranze.
Questo secondo me e' lo scopo degli sbarramenti che servono per ridurre il numero dei partiti, perche' ridurre il numero dei partiti fa' si' che chi li vota possa sperare che riescano a rappresentare una maggioranza sufficiente per realizzare i programmi. Anche le preferenze hanno questo scopo, perche' la Politica e' fatta dalle persone. Non si tratta solamente di mettere in opera programmi astratti, ma spesso di interpretare le situazioni contingenti, il piu' delle volte imprevedibili prima delle elezioni, in modo da applicare i principi secondo coscienza. Quindi l'elettore dovrebbe votare le coscienze, non solo i programmi. Specialmente in una legge che tenda ad aggregare diverse anime. Nel sistema proporzionale era meno importante, perche' i partiti esprimevano i valori, e quindi i valori erano indipendenti dalle persone che venivano elette. In un partito "a vocazione maggioritaria" come il PD, invece, le differenze tra le persone sono cruciali, perche' il PD e' uno "scatolone" di valori, ognuno portato avanti da una persona diversa. Votare Renzi e' profondamente diverso da votare Civati, per esempio.

Lo scopo della legge elettorale, Bastian, e' proprio quello di stabilire le regole delle elezioni, prima e dopo la chiamata alle urne. Quindi, il numero e le aggregazioni dei partiti.

Ora faccio un esempio di nuovo mutuato dal sistema Americano, che non mi piace, che e' diverso culturalmente dal nostro, ma che e' molto semplificato e quindi facile da utilizzare come esempio.
Nader, eterno perdente, a me e' quello che piace di piu', dovessi mai votare in USA. Ma so che perdera' ancor prima di votare. E anche lui lo sa. E allora, perche' dedica l'intero suo patrimonio alla campagna elettorale e alla gestione del partito, invece che fare qualcosa di piu' utile tipo ad esempio intascarsi i soldi e fare la vita da nababbo alle Maldive?
Non lo so, ma vien da dire che e' per puro spirito Politico.

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dario ha detto...

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E a me va bene che sia cosi', perche' se uno da' l'intera vita all'impegno per la costruzione di societa' migliore, secondo i propri principi, merita tutto il mio rispetto.
Ma se ci fosse qualcuno che pensasse di utilizzare la Politica per fare soldi col finanziamento pubblico, per ottenere in Parlamento un potere personale che puo' essere venduto alle forze di maggioranza (o addirittura a quelle di opposizione che glielo comprano per diventare maggioranza), insomma se ci fosse qualcuno che utilizzasse le elezioni per ottenere qualcosa di diverso dal raprresentare i valori di chi lo vota, nel sistema americano sparirebbe all'istante, perche' fare una cosa del genere, in quel sistema, non e' conveniente. Infatti Nader ci mette del suo ma non tira a casa nulla, quando perde.
Quell'altro disonesto, sapendo che perdera', e che non otterra' quindi i vantaggi personali che si auspica, non si presentera' nemmeno alle elezioni. Ecco un partitino che sparisce (o meglio, che nemmeno nasce) dalla scena politica.
Naturalmente io non e' che assolvo per questo il sistema Americano. Infatti se Nader ce la puo' fare perche' e' ricco, un'altro al suo posto, altrettanto integro ma povero, non ce la farebbe.

(ora non mettiamoci a discutere su Nader - io l'ho preso solo ad esempio!).

Io credo che i vari personaggi che compongono la scena politica italiana, anche quelli che appartengono ai partitini piu' piccoli, non sono stupidi. Magari disonesti, ma non stupidi. Basta aprire il giornale e guardare i sondaggi e si sa in partenza chi passa gli sbarramenti e chi no. Nonostante cio' si presentano lo stesso. Evidentemente perche' riescono comunque a portare a casa qualcosa nei loro loschi traffici.
Col proporzionale era cosi', ma era cosi' anche con il Porcellum, come fai notare egregiamente anche tu nel tuo post: e' piu' conveniente per un politico coltivare il proprio orticello piuttosto che dare il proprio contributo in un orto piu' grande in comune. Il trucco quindi e' renderglielo meno conveniente.

Che poi, secondo me, avere un proprio partito non e' nemmeno una cosa poi cosi' immorale. Voglio dire...
Nader ha senso di esistere perche' dice cose diverse sia dai Repubblicani. Essendo piu' a sinistra, in genere i Democratici gli danno la colpa di "rubare" loro voti, nell'eterna lotta contro i Repubblicani. Ma Nader ha ancora senso di esistere, perche' dice cose diverse dai Democratici. Ora, se i Democratici cominciassero a far proprie le idee di Nader, io credo che Nader sarebbe ben contento di ritirarsi. O di diventare Democratico e farsi eleggere nelle loro fila. In ogni caso, se anche Nader si intestardisse (come se non fosse gia' testardo abbastanza!) a voler rimanere attivo e indipendente, perche' mai un elettore dovrebbe votare per lui sapendo di perdere invece che votare per i Democratici che pure realizzano gli stessi obiettivi rischiando di vincere?
Nota, non e' fantascienza: uno dei punti che ha fatto vincere Obama e' la politica (dichiarata) contro la libera circolazione di armi, che e' uno dei punti principali portati avanti prima solo da Nader. I democratici hanno guadagnato voti, Nader ne ha persi, ma si tratta di una vittoria di Nader.

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dario ha detto...

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E se poi un partitino ha bisogno di sbattere la testa contro il muro di una legge elettorale "restrittiva", prima di capirlo, be', che ce la sbatta. Mi dispiace solo per i suoi elettori che si vedranno il loro voto vanificato. Pero', se gli stessi valori sono proposti anche da un Partitone (tu stessa fai notare che i partitini non si differenziano nella sostanza), allora e' colpa degli elettori stessi, che hanno preferito votare il partitino sapendo di perdere.
Sempre che, in effetti, ci sia un partitone che identifichi gli stessi valori, altrimenti l'elettore che diavolo puo' fare?

Ecco, io, per esempio, negli ultimi 20 anni ho votato PD (o uno degli alleati) anche se non mi rappresentava. Ho risposto alla "campagna" del voto utile, che e' pura ipocrisia del PD. Cioe', "tu vota per me che sconfiggiamo Berlusconi, ma io in cambio non faccio niente per te". Voto utile 'sto cazzo! Perche' mai devo farti vincere se poi i miei valori rimangono fottuti? Non e' colpa del mio partitino che ha preferito continuare con il proprio orticello giocandosi il mio voto, ma del partitone che non ha saputo coltivare gli stessi pomodori!

Certo anche l'elettore italiano deve imparare l'arte del compromesso (spesso vota il partitino proprio perche', essendo piccolo, puo' permettersi di essere "duro e puro"). Ma a me pare che il PD non abbia mai fatto niente per rappresentarne i valori, e adesso il nuovo corso di Renzi stia facendo ancora meno. E la legge elettorale da lui proposta fa un bel regalo ai partitoni senza indurli (parere personale) a fare compromessi con i partitini.