giovedì 6 febbraio 2014

L'Italicum, ovvero la legge elettorale all'italiana

Ieri ho ascoltato di sfuggita R-News su LaF un servizio sui recenti sondaggi elettorali. Il giornalista descriveva uno scenario sconcertante.
Sembra infatti che il PD sia il primo partito e il M5S il secondo, ma che nessuno dei due raggiungerebbe la soglia del 37%, e quindi, supponendo di applicare l'Italicum, a nessun partito verrebbe assegnato il premio di maggioranza necessario per ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento.
Si andrebbe quindi al ballottaggio tra PD e M5S, accantonando cosi' il parere di una grossa fetta di elettorato, quella di Forza Italia.
Al ballottaggio, naturalmente, gli elettori che al primo turno avevano votato FI, difficilmente voterebbero PD al secondo, facendo piuttosto confluire i voti al M5S che otterrebbe cosi' la maggioranza assoluta in Parlamento.
In altre parole, generalizzando un po', si direbbe che l'Italicum favorisca la stabilita' in Parlamento assegnando la maggioranza dei seggi al secondo partito, lasciando invece il primo all'opposizione.

...uhm...

Forse il Porcellum era meglio.

A onor del vero bisognerebbe precisare che le alleanze tra partiti e le confluenze di forze minori nei partiti maggiori dipendono dalla legge elettorale. Quindi bisognerebbe mettere in moto l'Italicum e stare ad aspettare che si rimodelli l'offerta politica, prima di fare un sondaggio che abbia un senso.
Si puo' ipotizzare, per esempio, che SEL confluisca nel PD, o che vi stringa un'alleanza, ma sommare i voti presunti di SEL a quelli del PD sarebbe sbagliato, perche' se si realizzasse una alleanza del genere le intenzioni di voto valutate per il sondaggio attuale avrebbero una distribuzione diversa.
Insomma, applicare un sondaggio sulle forze politiche attuali e' fuorviante, perche' con la nuova legge elettorale le forze politiche sarebbero diverse, e diverse sarebbero le distribuzioni dei voti.
Ma si tratta comunque di uno scenario credibile, e a me pare nemmeno troppo remoto.

Certamente se invece il secondo partito, dietro al PD, fosse FI, le cose sarebbero diverse. Se cosi' avvenisse, gli "orfani" sarebbero gli elettori che al primo turno hanno votato M5S. Che si dividerebbero, al secondo turno, tra PD e FI (o si annullerebbero), dando luogo ad una battaglia un po' piu' equilibrata, perche' gli elettori grillini dichiarano di rifiutare di appoggiare sia l'uno che l'altro partito. Data la consistenza numerica del terzo escluso, si direbbe pero' che la vittoria di PD o di FI dipenderebbe molto di piu' dai voti al secondo turno degli elettori di M5S, piu' che dai sostenitori di uno o dell'altro partito. Il che mi pare poco democratico.
Comunque sia, il caso che vede FI secondo partito e' piu' favorevole al PD, rispetto a quello in cui il secondo classificato fosse il M5S. Di conseguenza, direi, una campagna elettorale intelligente del PD dovrebbe cercare di favorire FI, perche' l'unica chance che ha il PD di governare e' che FI vinca il secondo posto al primo turno.

Il che, bisogna ammettere, e' piuttosto paradossale.

Il problema, secondo me, e' che la legge elettorale dovrebbe favorire le alleanze, in modo che l'elettore voti per una di esse perche' la ritiene la migliore, non il male minore. E invece e' da vent'anni che voto il male minore, e con l'Italicum sembra che la faccenda non cambi.
Da un altro punto di vista, la legge elettorale dovrebbe incanalare gli sforzi dei partiti nel creare alleanze per allargare il proprio bacino elettorale, includendo il numero maggiore di elettori, mentre il PD si ritrova nelle condizioni di favorire questo o quello dei suoi avversari per escludere il numero maggiore possibile di elettori dall'essere rappresentati in Parlamento.

Io non e' che sono un grande esperto in leggi elettorali, ne', ma chissa' se un ragionamento del genere se l'e' fatto Renzi.

6 commenti:

Bastian Cuntrari ha detto...

... arieccheme...
Premetto che ho un budget di soli 2 euro e 35, quindi...

Ma veniamo a bomba.
Non ho seguito il servizio cui fai riferimento, ma ti credo sulla parola: PD 1° partito e M5S 2°.
Ma l'Italicum non funziona solo con i partiti, ma anche con le coalizioni, come giustamente sottolinei nel 2° paragrafo: e ancora correttamente segnali come sia prematuro e "fuorviante" fare oggi i conti senza i vari osti. Ad esempio, c'è da registrare il "torna a casa Lassie!" di Pierferdy dato qui al 3,1%.

Secondo il mio modestissimo parere potrebbe succedere questo.
La coalizione di sinistra potrebbe essere composta da PD, Scelta Civica, PSI, IdV e forse i Verdi. Non credo che SEL e Rifondazione possano sostenere il PD renziano (troppo "socialdemocratico" per i loro gusti).
La coalizione di destra sarà formata da FI, UDC, La Destra e altre menatine.
La Lega andrà da sola e credo che Fratelli d'Italia e NCD potrebbero provare a fare fronte comune.

Ergo - sempre secondo me - potrebbe aversi la "sorpresa" di un PD che vince al primo turno. Se non dovesse farcela, credo che il ballottaggio potrebbe essere tra Centro Destra e Centro Sinistra.
Dopo le performance dei grillini di questi giorni non credo che - anche al 1° turno - riusciranno ad andare oltre il 15%.

E qui arrivo al tuo ragionamento del 3° paragrafo: "... gli "orfani" sarebbero gli elettori che al primo turno hanno votato M5S che condivido in pieno, tranne (ma mi spiego meglio oltre...) nella parte in cui affermi che la vittoria della sinistra o della destra dipenderebbe "... piu' dai voti al secondo turno degli elettori di M5S, piu' che dai sostenitori di uno o dell'altro partito".

È vero, ma io sono straconvinta che la maggioranza di chi voterà M5S al 1° turno, avrà dato un voto ancora di protesta, e non un voto "convinto", e molti avranno già dirottato - a sin o a dx - la propria preferenza. Gli altri non faranno altro che rientrare nel proprio "alveo di collocazione politica": certo, non morirà il M5S, ma sarà fortissimamente ridimensionato.
E questo io credo sia "democrazia": rappresentativa, certo. Ma la democrazia, per me, non può essere il "governo di tutti": per quanto (ipoteticamente) io e te la si possa pensare allo stesso modo, avremo sempre un'opinione diversa su qualcosa. E se il "governo della cosa pubblica" dovesse essere mio quanto tuo, saremmo nell'anarchia.

Votereme ancora "il meno peggio"? Non lo so. Ma a furia di "limare" le varie posizioni, potremmo avvicinarci ad un "meglio" accettabile.

Fiuuu... che tirata!
Ti avverto: mi sono rimasti solo 3 ramini, per complessivi 5 centesimi. Règolati...

Un abbraccio.

dario ha detto...

Bastian,
Bell'intervento, il tuo. Tanto bello che rinuncio all'opzione cent-per-parola.

Per quanto mi riguarda, a occhio (senza alcuna pretesa di calcolo scientifico) penso che una possibilita' con buone chance di realizzazione sia che la coalizione di centrodestra arrivi seconda dietro a quella di centrosinistra, ma che nessuna delle due raggiunga il 37%. Andremo quindi al ballottaggio. Al primo turno il Movimento raggiungera' piu' o meno il 25%.
Credo che SEL si allei con il PD. Rifondazione? Boh.

C'e' un'altra possibilita' che mi terrorizza, e piu' ci penso piu' mi sembra probabile. Cioe' che la destra si ricompatti (e in questo Pierferdy un'altra volta ci abbia visto giusto, coalizzandovicisi in contropiede).
Ho sempre creduto infatti che la scissione del PdL fosse soltanto una manovra di marketing, per poter godere dei vantaggi di rimanere nella maggioranza con il fido Alfano di guardia, di mantenere in piedi un governo a lui favorevole, e anche di stare all'opposizione guidando FI (l'unico leader di partito incandidabile che riesce a stare contemporaneamente nella maggioranza e nell'opposizione - solo Berlusconi e' capace di tanto!). Al momento delle elezioni gridera' "ai comunisti!" e tutti si coalizzeranno (come hanno dato prova ieri per difenderlo contro Pietro Grasso).
In questo modo sara' il PdLR (PdL Resuscitato) ad aggiudicarsi il primo posto. E speriamo che non raggiunga il 37%, ma se non lo raggiunge poi vincerebbe al secondo turno. E poi si aprirebbe l'era del PUB (Partito Unico di Berlusconi), che durera' almeno altri 32 anni (visto che ha gia' predetto che non morira' prima dei 120).

Diciamoci la verita'. Il problema non e' che non c'e' una maggioranza chiara. Il problema e' che il centrosinistra non vince. E dico cosi' non perche' sono un elettore di sinistra, ma perche' il centrodestra non e' altro che un covo di corrotti, e il M5S non fa altro che protestare (corruzione e protesta non sono certo i presupposti per il governo serio della Nazione, di cui abbiamo assolutamente bisogno).
Il motivo per cui non vince il centrosinistra non e' la frammentazione. La frammentazione a sinistra non e' la causa del fatto che il PD non vince, ma l'effetto.
Il motivo per cui SEL, Rifondazione e tutti gli altri dovrebbero secondo me confluire in un unico partitone di centrosinistra e' che le opinioni specifiche, che caratterizzano questi partiti, abbiano un'apertura di discussione nella coalizione.

continua...

dario ha detto...

...continua

Mi spiego:
Col proporzionale (che io non voglio perche' genera instabilita', ma che continuo a ritenere il sistema teoricamente migliore), le coalizioni che si formavano dopo le elezioni conducevano alla formazione di governi che erano costretti a tenere conto anche delle proposte dei partiti minori proporzionalmente alla forza elettorale che quei partiti minori avevano. In altre parole, una proposta di un partito che ha il 10% di consensi ha peso per il 10% nella mediazione con le proposte degli altri partiti della coalizione (poi - e' vero - c'erano i partiti "ago della bilancia" come il PSI di Craxi che avevano un potere spropositato perche' adottavano la minaccia di far cadere il governo cambiando bandiera - ma trascuriamo questo particolare, perche' non sto facendo una critica al proporzionale).
Io ci vedo una logica in tutto questo, perche' se un partito e' rappresentato proporzionalmente al peso numerico del suo elettorato, allora vuol dire che ogni minoranza dell'elettorato puo' aspettarsi, proporzionalmente alla sua vastita' numerica, che le ideologie che la identificano vengano realizzate concretamente dal governo. Non trovo giusto che le minoranze vengano fatte tacere. Ne', tanto meno, che le minoranze abbiano un peso politico superiore alle maggioranze.

Con il maggioritario invece credo che le coalizioni non abbiano piu' senso.
Quello che non funziona delle coalizioni nel maggioritario e' che se facciamo vincere una coalizione in modo non proporzionale, magari attribuendole un premio di maggioranza, poi dobbiamo imporre che quella coalizione non si disgreghi dopo il voto. Non ha senso pretendere una legge elettorale che assicuri, per rendere certa la governabilita', la maggioranza assoluta ad una coalizione quando poi si consenta che quella maggioranza assoluta venga meno perche' alcuni partiti si stacchino da quella coalizione, magari aggregandosi in altre coalizioni.
Se pero' imponessimo l'impossibilita' di disgregare la coalizione durante la legislatura, significa che non si tratta piu' di coalizione, ma di partito.
Comunque. A prescindere dal nome e dal tipo di collante (che mi importa se chiamare la cosa "coalizione" o "partito"?), la vera domanda da farsi e' "perche' i vari partiti non si coalizzano saldamente con il PD?". E non dirmi che si tratta si sfumature dove il sospetto e' che ci sia sotto la convenienza del "proprio orticello": ci sono dei partiti - vedi ad esempio SEL - che hanno dei punti programmatici concreti diversi da quelli del PD.
Io credo che la risposta consista nel fatto che un partito di sinistra "serio" non accetterebbe di confluire nel PD a costo di rinunciare alla propria ideologia che lo caratterizza. No, il PD puo' unirsi con il partitino solo se accetta di assumersene anche i valori, raccogliendone quindi anche il bacino elettorale. Naturalmente per fare cio' bisognera' cercare compromessi pesati tra i valori del partitino e quelli del PD.
Cosa che il PD non si sta dimostrando intenzionato a fare, menche' meno con Renzi.

Ma scusa, perche' io, elettore di SEL, se il PD non accettasse di scendere a patti con SEL, dovrei rispondere all'appello al "voto utile" del PD? Perche' dovrei votare PD per rinunciare ai miei valori?
La mia risposta naturalmente, sarebbe che altrimenti vincerebbe Berlusconi o Grillo, il che sarebbe decisamente peggio. Ma questo significa che il parlamento non mi rappresenta piu'.

Bastian Cuntrari ha detto...

... qualcosa non va...
Praticamente sono d'accordo con te "quasi" su tutto!

Il "quasi", il "busillis" della faccenda è in queste tue parole: "...no, il PD puo' unirsi con il partitino solo se accetta di assumersene anche i valori, raccogliendone quindi anche il bacino elettorale. Naturalmente per fare cio' bisognera' cercare compromessi pesati tra i valori del partitino e quelli del PD".
Credi che sia davvero possibile?
Sicuramente non hai dimenticato come - e a causa di chi - affondò il governo Prodi nel '97...

E quando dici che "... perche' io, elettore di SEL, se il PD non accettasse di scendere a patti con SEL, dovrei rispondere all'appello al "voto utile" del PD? Perche' dovrei votare PD per rinunciare ai miei valori?", mi sai dire qual è il confine tra i "compromessi accettabili" (quelli della tua prima citazione) e quelli assolutamente non accettabili, cioè quelli che ti farebbero "rinunciare ai tuoi valori"? Io credo che non sarà il PD renziano a non voler scendere a patti con SEL, ma il contrario: SEL non vorrà scendere a patti con il PD! Ed ecco che si ripresenta lo stesso vecchio problema: il potere di "negoziazione" (non voglio usare la parola "ricatto"...) dei piccoli.
Perché dovrebbe essere la formazione più forte - che comunque sopravviverebbe - a cedere e non il contrario?
In ogni caso, qui si incardinano gli "auspici" e i "desiderata" di ciascuno di noi, più che legittimi.

Tu speri che (in un modo o nell'altro, vedremo...) il PD cerchi consensi alla propria sinistra. Io - al contrario - spero che li cerchi (e li trovi) alla propria "destra", con Scelta Civica, soprattutto. Tra le sua fila militano molti ex-radicali (che per un po' ho votato) e che sono nelle mie corde più di quanto non lo sia SEL o PRC.
E qui siamo su due lunghezze d'onda davvero opposte: ma non è questo il bello? Sai che noia se la pensassimo tutti allo stesso modo?
Ma per ora, le nostre "chiacchiere" stanno a zero: vedremo cosa succederà da qui a qualche mese, quando il ritorno alle urne sarà più vicino. E chissà con quale legge elettorale!

O.T.: ma lo sai che con queste chiacchierate mi fai tornare indietro di secoli? Quando si facevano le 2-3 di notte a discettare dei massimi sistemi...
E - anche per questo - ti ringrazio, caro amico.

dario ha detto...

Eh, no, cara Bastian, questo e' un colpo basso. Ricordo perfettamente a causa di chi e' caduto il governo Prodi 1. Ma tu ti ricordi invece perche' e' caduto il governo Prodi 2? Anche se tecnicamente e' stato per il voltafaccia di Mastella, fu perche' Veltroni, con il suo nuovo corso "io corro da solo", che ci ha regalato quella magnificenza dei successivi governi Berlusconi, voleva far man bassa di voti della sinistra senza troppa fatica.

Io credo che in alcuni casi il compromesso tra PD e altri partiti sia possibile. Se non fosse possibile significherebbe che sarebbe sbagliato che ci fosse una fusione o una alleanza. Naturalmente questo vale per tutti i partiti, di qualunque orientamento. Certo che, essendo il PD un partito di sinistra difficilmente riuscira' a trovare punti di incontro per costruire un compromesso con, ad esempio, Fratelli d'Italia. Se riuscisse significherebbe che il programma della coalizione comprenderebbe valori che non si adattano ai miei, e quindi io voterei per qualcun altro.

Quando parlavo di compromessi, non volevo intendere che il PD deve adeguarsi ai valori dei partitini e non viceversa. Tipicamente un compromesso parla della creazione di un punto programmatico a partire da un punto d'incontro accettato da entrambe le parti. Faccio un esempio: supponiamo che un partito proponga la reintroduzione della pena di morte per i casi di omicidio. Naturalmente il PD non potra' accettare quel punto programmatico, perche' da sempre, che mi risulti, un valore del PD e' la lotta contro la pena di morte anche negli altri paesi. Allora, bisognera' che il PD e quel partito trovino un compromesso su quel punto programmatico. Cioe' ad esempio che entrambi i partiti accettino che la pena di morte venga applicata solo nei casi di omicidio di bambini. Se un compromesso del genere, come posso immaginare, non si riesce a raggiungere, be', significa che i due partiti non si possono fondere, perche' non e' possibile che i le due diverse visioni convivano. Se invece si raggiunge il compromesso e i due partiti si fondono, entrambi ne possono trarre vantaggi, perche' l'elettorato del partitino che vuole la pena di morte, accettando implicitamente quel compromesso, votera' per la coalizione che si forma. Il partitino riuscira' a governare e a portare avanti quel punto, pur nella sua versione di compromesso. Il partitone riuscira' a non far applicare la pena di morte per gli omicidi le cui vittime non sono bambini, e potra' godere dei voti del partitino.
Naturalmente penso che il compromesso debba essere "pesato". Cioe' i valori di un partitino debbano concorrere nel compromesso con i valori del partitone in misura proporzionale al bacino elettorale che il partitino si porta dieto. La penso cosi' perche' penso che sia giusto che i valori dei cittadini concorrano nel governo della nazione proporzionalmente.

segue...

dario ha detto...

...segue

Insomma, immgainala nel caso di un sistema proporzionale.
un partitino vale il 10% dell'elettorato, un partitone il 40%. Dopo le elezioni si rendono conto che i seggi in parlamento dei due partiti raggiungono la maggioranza assoluta. Si alleano e governano. La voce in capitolo del partitino, quando ci sara' un contrasto da risolvere, sara' proporzionale al numero di parlamentari appartenenti al partitino. Cioe', in conclusione, un valore sara' portato avanti proporzionalmente al numero di cittadini che lo sostengono.
Credo che questo giusto principio dovrebbe essere mantenuto anche nel caso maggioritario, solo che ci si accorge PRIMA delle elezioni che la coalizione possa ottenere la maggioranza assoluta. Come si fa? Si sa che il partitino vale il 10% dell'elettorato e si stila un programma che contempli una mediazione preventiva dei programmi del partitone e del partitino. Una mediazione che veda il peso dei valori del partitino proporzionalmente al suo peso elettorale.

E io credo che debba essere cosi' necessariamente, perche', altrimenti, per quale motivo il partitino dovrebbe confluire nel partitone? Perche' il partitino dovrebbe stilare un programma per poi stracciarlo accettando in toto il programma del partitone? E, per di piu', perche' l'elettore che ha scelto di votare il partitino perche' gli piace il programma che propone dovrebbe mai cambiare idea e votare per il partitone che propone un programma diverso?
Naturalmente la risposta a quest'ultima domanda e' che il partitino non esiste piu', oppure e' sicuro di non riuscire a sopravvivere all'elezione maggioritaria. Ma in questo non ti pare che si vada verso l'omologazione dei valori e l'eliminazione di un qualunque tipo di discussione politica?
Non ti pare che questo tipo di conclusione sia esattamente l'opposto di cio' che deve fare una legge elettorale, tantopiu' se maggioritaria?

Ma allora, perche' preferire il maggioritario al proporzionale, ci si chiedera'?
Il proporzionale porta alla coalizione tra partiti DOPO le elezioni, il maggioritario PRIMA. Lo svantaggio della coalizione a posteriori e' che la mediazione tra i programmi avviene stilando un programma mediato DOPO le elezioni. Cioe', significa che l'elettore vota per un programma ma quel programma non verra' perseguito, perche' la mediazione lo stravolgera' in direzioni impreviste. Preferirei che si sapesse gia' qual'e' il programma che verra' realizzato PRIMA di votarlo, naturalmente. Naturalmente pero', quel programma che votero' si adattera' ai miei valori di meno nel caso del maggioritario, perche' sara' esso stesso frutto di una mediazione. Ma per lo meno lo so. Il maggioritario offre una minore scelta politica, ma una maggiore sicurezza che si fara' quel che si propone.