martedì 15 luglio 2014

Liberta' e' partecipazione...


...e la partecipazione e' di sinistra, aggiungerei.

Quello che manca nelle riforme costituzionali in cantiere e' proprio la partecipazione.
Dato che l'arbitro di queste riforme e' il segretario del partito di sinistra (e quindi e' pensabile che si aspetti i voti dei parlamentari di sinistra), sarebbe pensabile che venga posto l'accento proprio sulla partecipazione, considerato anche quanto questo aspetto sia stato represso di fatto nell'ultimo ventennio, con risultati catastrofici di totale disaffezione dell'elettorato alla politica.
L'esigenza della partecipazione popolare alla politica dovrebbe essere il fondamento stesso della democrazia.
E invece no. Non si parla di partecipazione. Anzi, la si mortifica sempre piu'.

La soglia di sbarramento alta fa si' che una grossa fetta della preferenza dell'elettorato non venga rappresentata. Un partito dovrebbe incrementare il suo peso relativo aumentando il numero di elettori che lo votano, non imbavagliando gli elettori che non lo votano.

L'impossibilita' di votare le preferenze riduce la possibilita' di scelta dell'elettore. Si dice che anche prima, quando c'erano le preferenze, solo una minima parte degli elettori ne faceva uso. Ma se si voleva aumentare la partecipazione si sarebbe dovuto invogliare gli elettori a farne uso, non impedirglielo.
E' vero che le liste potrebbero essere formate tramite un meccanismo come le primarie. Ma l'elettorato delle primarie non e' lo stesso delle politiche. E' un po' come accendere il barbecue per le melanzane e cucinare le costine sul fornello in cucina.

E' ragionevole dividere i compiti del Senato e della Camera, in modo che l'uno non intralci l'altra. Ma depauperare il potere di una delle camere non porta ad una maggiore democrazia. E che vantaggio puo' avere un Senato nominato dai Partiti?

L'innalzamento delle soglie per i referendum rendera' piu' difficile la democrazia diretta, e quindi piu' difficile la partecipazione.

Il guaio, secondo me, e' l'assenza della destra. E allora il Partito Democratico deve inventarsi una destra credibile per risucchiare gli elettori orfani della destra.
Speriamo che, una volta rifondata la destra con Renzi, il Partito Democratico si occupi anche della rifondazione della Sinistra.

4 commenti:

julo d. ha detto...

Il guaio, secondo me, e' l'assenza della destra

Invece secondo me è l'assenza della destra e della sinistra.

Julo d.

dario ha detto...

Si', Julo. E' esattamente come dici tu.
La mia tesi e' che se esistesse una destra "seria", il Partito Democratico si metterebbe a fare sinistra.
Renzi ascolterebbe i suoi, e non farebbe il filo a Berlusconi e ai suoi interessi. O addirittura, a guidare il PD non sarebbe Renzi, ma qualcuno che sappia impersonare gli ideali degli elettori di sinistra.

Naturalmente coi se e coi ma non si fa la storia, e le mie tesi lasciano il tempo che trovano.

per dire.

Luposelvatico ha detto...

Ho letto che Gaber e Luporini scrissero in realtà che "La libertà è uno spazio di incidenza", ma che poi ripiegarono sulla "partecipazione" per motivi di metrica musicale (Max Pezzali se ne sarebbe fregato e sarebbe andato a capo:-))
Nella versione originale, il concetto secondo me si comprende meglio. E se analizzo gli "spazi di incidenza" che questo sistema ci lascia, direi che ormai non possiamo più dirci "liberi".

dario ha detto...

Mh... a me piace di piu' "partecipazione"...

Gia'. Non possiamo piu' dirci "liberi". Strano dover affermare una cosa del genere quando al governo c'e' il Partito di Sinistra.