venerdì 30 gennaio 2009

La Giubiana 2009

...E sicome la stabilìss la legg quaranta dal voccént-sesantòtt
che dopo 'l procèss gh'è la lugànega e 'l risòtt,
la sentenza a la fin la pö vess pronunziada:
la Giubiana, stasira, ca la sia brusada!

...E siccome la legge 40 dell''868 stabilisce
che dopo il processo c'è la salsiccia e il risotto,
la sentenza alla fine può essere pronunciata:
che la Giubiana, stasera, venga bruciata!
(Dalla Sentenza del Processo alla Giubiana)

La Giubiana e il boia
Anche quest'anno, come l'anno scorso, siamo andati alla manifestazione folkloristica della Giubiana di Canzo, che avviene ogni anno l'ultimo giovedì di gennaio.

Viene inscenato processo ad una vecchia strega (la Giubiana) che rappresenta i mali dell'anno passato. Ma non ci sarà sorpresa, nella sentenza: alla fine la Giubiana verrà giudicata colpevole e quindi condannata al rogo.
La cerimonia si apre con la sfilata di diversi personaggi della tradizione popolare alpina, che portano in corteo la vecchia fino alla piazza, dove si celebra il processo, in stretto dialetto locale (tanto stretto che io stesso, pur lombardo da diverse generazioni, faccio fatica a capire).


Mr. Bentley
Particolarmente condivisibili le parole della prima testimone alla difesa, che sostiene che i capi d'accusa (di anno in anno le notizie nefaste: quest'anno la crisi, i mutui salati, l'aumento della disoccupazione, le guerre in medio oriente...), non sono, a rigore, da imputare alla Giubiana, capro espiatorio, ma a noi stessi, in quanto materia costitutiva di quella società che ha generato quegli stessi mali.
Ma lo spirito della manifestazione è quello di accettare il passato e di ricominciare con ottimismo. Il rogo della Giubiana è infatti un rito propiziatorio per l'anno che viene, nella consapevolezza che siamo appunto noi gli artefici del nostro destino.

Le parole finali del testamento, scritte dalla Giubiana, ma pronunciate dalla pettegola del paese, fedele amica, augurano minacciosamente altrettanti mali per l'anno a venire, e rappresentano la consapevolezza che non sarà certo il rito propiziatorio a cambiare il nostro futuro. Il rogo è quindi simbolo dell'accettazione del nostro destino, ma anche l'impegno a migliorare le cose. La Giubiana promette infatti di resuscitare immediatamente dopo il rogo, per ricomparire, tra un anno, come rinnovato agnello sacrificale.

Dopo il processo, Maddie era eccitata, ma Mr. Bentley (di carattere molto più timido) era spaventato dalla confusione e dal rumore. "Fajah, let's go home please" mi dice, con quella voce baritonale ("Papà, andiamo a casa, per favore" - Mister Bentley si esprime in inglese americano, spesso misto ad espressioni pidgin hawaiiane).
Abbiamo preferito quindi rinunciare al rogo e al tipico risotto con salsiccia e vin brülé, e ce ne siamo tornati a casa.

2 commenti:

il Russo ha detto...

Rinunciare al vin brulè è da querela, lasciatelo dire da un cultore...

Anna ha detto...

Ma il vin brulè deve esser fatto bene, e con dell'ottimo vino, cosa che spesso non accade in manifestazioni di questo genere.
Stesso discorso per il risotto: se tirato per tante persone non viene bene.
Che dire della strega? Tutto sommato son contenta che risorga a nuova vita: i roghi non mi piacciono. Le vecchie tradizioni popolari invece sì.