lunedì 4 ottobre 2010

Nuovo corso

Il fatto e' che non ce la faccio a scrivere frequentemente post impegnativi come ho sempre cercato di fare. Non ho molto tempo, e nel poco che mi ritaglio non ho molta voglia di concentrarmici.
Anche perche', a parte un'amica blogger, che a volte temo venga a trovarmi solo per compassione, non c'e' un cane che mi legge. Cioe', io spendo del tempo e dell'impegno a scrivere qualcosa che non legge nessuno, a parte lei (e quindi, come diceva qualcuno, perche' non uso l'e-mail, strumento che mi e' piu' congeniale?).

Mi ritrovo molto piu' bravo a scrivere commenti ai post degli altri, spesso accendendo discussioni tra blogger, o alimentando quelle che li' nascono. E' che quando leggo un post o un commento di qualcuno, mi viene spontaneo esprimere il mio dissenso se non sono d'accordo, oppure manifestare la solidarieta' se lo sono. Invece la difficolta' di un post e' esprimere la propria opinione senza poter prendere spunto da cio' che si e' detto prima (tra l'altro, i post piu' apprezzati del mio blog sembrano essere quelli in cui ho barato, prendendo spunto da qualche altro post altrove, cioe' con lo stato d'animo di un commento piu' che di un post).

Poi ci sono anche i post dove non e' che si esprime un'opinione. Ad esempio, nel mio blog, ho spesso descritto le escursioni in montagna con mia moglie R e i miei cani. Che' non e' che si puo' essere d'accordo o no. A tal proposito Artemisia mi consiglia di lasciare "ganci". Cioe' spunti, domande (esplicite o sottintese) che fungono da appiglio a chi passa di li'. Un chiodo nel muro dove ti rimane impigliato accidentalmente il maglione, che ti condiziona a fermarti, controllare e caso mai commentare (imprecare?). Non certo a passare oltre senza notare. E' vero, dovrei inserire ganci, anche artificiosi, perche' altrimenti uno si rompe le balle a leggere, e quindi smette di passare. Dopo aver accolto il viandante e fatto accomodare in veranda, dopo avergli offerto un drink, bisogna trovare un argomento di conversazione, altrimenti a che serve?

Viceversa nei miei (pochi) post curo molto la forma. Ognuno ha almeno una foto (il piu' delle volte scattata da R) scelta con cura per rappresentare il contenuto. Le parole sono misurate e addirittura gli accenti sulle e sono appropriatamentente gravi o acuti (mentre quando scrivo in modo informale, come vedete da questo post, utilizzo l'antiestetico ma tanto comodo apostrofo). Ogni post e' inoltre rigorosamente tradotto in inglese e pubblicato sull'altro mio blog. Queste cose richiedono un impegno maggiore di quanto posso offrire, mentre il valore aggiunto e' pressoche' nullo (nessuno si formalizzerebbe per gli apostrofi, credo) (e, per quanto riguarda il blog in inglese, sara' un annetto buono che nessuno ci mette il naso).

E allora ecco il proposito per il nuovo corso: i miei post saranno piu' frequenti e meno curati. Meno curati, e quindi piu' immediati, scritti piu' con lo stomaco che con la testa. Mi si perdoneranno zoppicamenti ortografici. Questo post, ad esempio, e' stato scritto di botto e non e' nemmeno stato riletto.

3 commenti:

Artemisia ha detto...

Certo che sei negativino, eh? Che è 'sta lagna che nessuno ti legge? Che ne sai? La gente capita anche per caso facendo una ricerca.
E chi ti dice che io ti legga per "compassione"? E' anche leggermente offensivo.
E poi perchè i "ganci" devono essere una cosa negativa come un chiodo che buca il maglione oppure una cosa artificiosa? Chi te l'ha detto? Il termine me l'ha suggerito il marito informatico e, come saprai meglio di me, si riferisce a parti di un programma a cui uno può "agganciare" una miglioria o una personalizzazione. Quindi una cosa positiva, Dario, non una cosa che ti fa imprecare.
E poi perchè prendere spunto da un post di un altro vuol dire "barare"? Non è vero. Tanti, a cui secca (per motivi a me oscuri) scrivere tanto nei commenti riprendono l'argomento sul proprio blog dove si sentono più a suo agio. E che male c'è?
E poi che palle questa frase storica di Heike "perchè non vi scrivete un mail?". Parla uno buono, Heike, che ogni tanto si lagna anche lui ben bene (salvo guardarsi bene dal commentare i blog altrui).
Sulla cura: ognuno ci mette quella che crede e se lo fa, lo fa per sè, non per vincere il premio del blog più curato. C'è a chi piace la casa lustra e ordinata e chi sta bene nel casino. Se ti pesa la cura estetico/formale fai bene ad abbandonarla, se invece ci tieni perchè è un'esigenza tua, fai bene a continuarla.
Rilassati, Dario. Non ti fare tanti problemi.
Sai che faccio? Non lo rileggo nemmeno 'sto commento (che anch'io, dico, dico, ma sono una bella pennacchina).
Bacioni!

dario ha detto...

Ha! Bel commento, Arte.
Pero' io mica volevo essere cosi' "negativino"...
Nessuno mi legge, e' cosi'. Forse non c'e' motivo per lamentarsi, ma se guardo sul counter del mio blog mi dice che passano pochissime persone, e quelle che passano rimangono per pochissimi secondi, nemmeno il tempo di leggere il titolo del blog, quasi. Nel blog in inglese, peggio.
;-) "compassione" era un eufemismo, non volevo essere offensivo. Pero' credo che nemmeno tu mi trovi piu' interessante, non fosse altro che per il motivo che scrivo troppo poco frequentemente.
Sono informatico ma la parola "gancio" usata in quel senso non l'ho mai sentita. Per la verita' non volevo dargli una connotazione negativa (anche se la metafora del chiodo la evocava). Nel senso che volevo dare l'imprecazione e' positiva perche' e' comunque un commento. Il silenzio e' opprimente. Che e' poi la cosa peggiore. Se uno non ti legge va be', ma se uno ti legge e non ha niente da dire a riguardo vuol dire che il post non e' servito a nulla.
;-) no, prendere spunto da un'altra discussione non e' barare, ma si tratta di uno schema diverso da quello che volevo puntualizzare, e che trovo piu' difficile, cioe' cominciare una discussione. Continuarne una gia' cominciata e' piu' facile.
Heike (mi costa dirlo!) non ha tutti i torti. A me piacerebbe comunicare cose, mica fare esercizi di stile (anche se pure questi ci stanno bene, su un blog). E se devo comunicare con una sola persona, come mezzo di comunicazione, la mail e' piu' facile, perche' non bisogna stare attenti al resto del mondo. Ad esempio sulle tue mail mi hai svelato anche il tuo vero nome di battesimo, mentre (giustamente) ben te ne guardi sul tuo blog. A me piace condividere certe cose, ma mi da' fastidio farlo pubblicamente.
Sulla cura. A me piace curare il linguaggio (e spero di riuscirci quando lo faccio). Pensa ad esempio la storia dei vignerons. E' stato un ottimo esercizio, per me, sotto tutti i punti di vista. Ma e' stato anche molto impegnativo, e non posso permettermi di usare tutto questo impegno per il post quotidiano sul blog. O aggiorno il blog una volta ogni tre mesi, oppure rinuncio (almeno parzialmente) a quella cura.
Che poi, se la cura dell'eleganza ha quel valore positivo, ne ha anche uno negativo (almeno per me). Stare tre ore davanti all'armadio aperto per scegliere il vestito piu' appropriato toglie la spontaneita' dell'abbigliamento. Probabilmente bisogna trovare il compromesso giusto. Prendere la prima cosa che capita ha il rischio di prendere quella sbagliata. Stare vent'anni a pensarci ha il rischio di essere troppo cervellotica (e quindi piu' mediata....mmmm... meno immediata).
Insomma, a me piace la casa lustra e ordinata, ma non ho tempo ne' voglia di spendere enrergie per lustrarla e ordinarla, e quindi metto un po' a posto i miei giocattoli un paio di volte alla settimana per non vivere proprio nel casino.
"Pennacchina"?

Artemisia ha detto...

Buon giorno, Dario. Ho letto il tuo commento ma sono in partenza per motivi di lavoro e quindi non ho tempo di risponderti.
"Pennacchina" era un termine che usava la mia excapa (quella cattiva) per dire "pignolina".
Ciao!