lunedì 4 febbraio 2013

Servizio pubblico?


"Qualunque cosa tu faccia con il tuo televisore, il canone è un’imposta obbligatoria legata al suo possesso. Il nostro impegno invece e' darti una tv che valga davvero la pena di possedere."

Io lo pago, il canone Rai. Credo sia giusto pagarlo, perche' le tasse bisogna pagarle. Non e' che c'e' da stabilire se si e' d'accordo o no. Far parte di una societa' significa pagarne il conto, e le tasse sono parte di questo conto.
Ritengo inoltre che il canone sia l'unico modo per garantire un servizio pubblico libero di informazione televisiva. L'informazione dovrebbe essere imparziale, e per essere tale non deve dipendere dalle logiche di mercato.
Questo post, quindi, non vuole protestare contro il dovere di pagare il canone o contro il principio che stabilisce questo dovere.

Il testo dello spot e' emblematico. Se possiedi un TV, allora devi pagare il canone. Noi, in cambio, ci impegnamo a fare una TV che valga la pena di essere guardata.
E, in fondo allo spot, si definisce anche che cosa sia una TV che  valga la pena: divertente, stimolante, appassionante.
Io mi accontenterei di un telegiornale imparziale, fatto da giornalisti professionali, con approfondimenti appropriati.

Il punto e' che, secondo me, tanto quanto e' mio indiscusso dovere pagare il canone, sostenendo quindi chi lavora per darmi un servizio di qualita', dovrebbe essere altrettanto dovere di chi lavora alla Rai fornire quel servizio di qualita' a chi paga il canone. E invece, con arroganza, da questo spot si conclude che tanto per cominciare io devo pagare il canone, mentre la Rai si ripromette al massimo di impegnarsi.

E, il risultato e' che il servizio e' totalmente inadeguato. I TG non sono affatto imparziali ne' realizzati in modo professionale. Gli spettacoli sembrano fatti per un'utenza di deficenti. I film che propongono sono repliche di repliche. Le fiction americane sono gli scarti delle reti commerciali, quelle italiane sono francamente orrende.
E' incredibile vedere quanti soldi vengano spesi per spettacoli davvero inguardabili, mentre i pochissimi programmi decenti (uno per tutti, cito "Per un pugno di libri" - in onda alla domenica, alle 18.00 su Rai3) sono realizzati in modo poco piu' che amatoriale. Certo, si dira', quei programmi non hanno i numeri di ascolto che giustifichino una grossa spesa. Ma non e' proprio per questo che esiste il canone? Per sovvenzionare programmi "buoni" anche se poco commerciabili?
Il canone dovrebbe garantire che venga dato spazio a chi non riesce a sgomitare perche' troppo debole. E invece non e' cosi'. Un esempio e' lo sport: esattamente come avviene per le tv commerciali, alla Rai c'e' solo il calcio. Gli sport minori continuano ad essere, appunto, minori, perche' non fanno gli stessi incassi.

Il canone lo devono pagare tutti, cosi' come in citta', anche quelli che abitano in cima alla montagna. Questo, verrebbe da dire, garantisce che il servizio arrivi a tutti, in citta' e in cima alla montagna.
In realta', invece, da dieci anni che vivo in cima alla montagna, prima del passaggio al digitale terrestre riuscivo a prendere Rai1 solo col tempo buono. Con l'avvento del digitale invece adesso vedo Rai1, Rai2, Rai3 e RaiNews. Eppure lo spot recita "14 canali in chiaro al servizio di tutti". Tutti tranne i "deboli" come me, che pagano un prodotto che non ricevono.

Al limite, suggerisce lo spot, una volta pagato il canone, se, nonostante il loro impegno, la TV non vale ancora la pena di essere guardata, con semplici trasformazioni posso sempre utilizzarla come cuccia del cane, teatrino di burattini, secchiello per il ghiaccio, casa delle bambole, vasca per pesci rossi, vaso per fiori.

7 commenti:

Matafione ha detto...

In effetti mi pare che sulla rete girino molti consigli utili su come utilizzare al meglio il proprio televisore.

Il canone RAI in linea teorica sarebbe anche una tassa giusta, ma il problema cruciale è proprio la mancanza di qualità all'interno delle reti televisive. Se tu mi offri dei servizi decenti e che beneficiano alla mia persona sono molto più propenso a pagare. Sinceramente mi scoccia da morire dare soldi a chi poi idea robaccia con la Clerici, Carlo Conti e compagnia bella. I pochissimi programmi che valgono (quasi tutti su Rai 3) non vengono valorizzati.
Trovo la televisione un posto ributtante, ormai; se non avessi Sky terrei il televisore acceso solo per guardare film. Quest'anno, poi, manco la Formula 1 me fanno vede'!

giovanna ha detto...

Concordo su quanto scrivi. Sempre pagato il canone ma, già, il servizio è quello che è, piuttosto insoddisfacente! E io anche, vedo solo Rai 1, 2, 3 e News :-(

ps: 'Per un pugno di libri' è di domenica :-)
... e mi sa che sta scadendo un po' anche quello.
g

dario ha detto...

Accidenti, hai ragione, di domenica... correggo subito.

Io credo che il programma sia un po' scaduto da quando se n'e' andato Neri Marcore', anche perche' nutro una epidermica antipatia per la Pivetti. Pero' il livello e' ancora altissimo, perche' il fulcro non e' il presentatore, ma Dorfles.

Artemisia ha detto...

Nessuno mi tocchi RAI3 (Per un pugno di libri, Presa Diretta, Le Storie Diario Italiano, Report, Correva l'anno, Ambiente Italia, Che tempo che fa, Sostiene Bollani, eccetera eccetera).
E nessuno mi tocchi RADIO3 (si paga il canone anche per quella) (Ad alta voce, Fahrenheit, ecc.)

dario ha detto...

Arte, mi dispiace per te, ma se un servizio pubblico deve produrre programmi intelligenti per poi nasconderli per mostrare in prima serata Carlo Conti con i Migliori Anni o Beppe Fiorello che santifica Domenico Modugno, allora c'e' qualcosa che non va.
Anch'io vedo RAI3, e per quel poco che vedo sono d'accordo con te. Ma ammetterai che si tratta di una minima parte della programmazione della RAI, e tra le entrate del canone e della pubblicita', la distribuzione delle risorse mi pare che sia a tutto sfavore di quella rete e di quei programmi.

Non credo che il canone si paghi anche per la radio, infatti si paga (in modo ipocrita) sul possesso del televisore. Se non hai il televisore, il canone non lo paghi.
Ma Radio3 puoi continuare ad ascoltarla liberamente.

Artemisia ha detto...

No, no. Si paga anche per la radio:
http://www.abbonamenti.rai.it/Ordinari/ilCanoneOrdinari.aspx#Apparec1

e comunque i programmi intelligenti (come li chiami te) non sono "nascosti", sono anche in prima serata. Basta consultare la programmazione e scegliere.

dario ha detto...

Accidenti!
Vuoi dire che per circa un quinquennio ho evaso il canone? Uhm... la delibera che linki e' del 2012. Mi chiedo se tra il 1996 e il 2000 (quando non avevo la TV) il canone era applicabile anche alla radio...

Hai ragione, alcuni programmi "intelligenti" (definizione opinabile, ma mi pare che siamo d'accordo) della Rai li trasmettono anche ad orari ragionevoli.
Sta di fatto che la maggior parte delle risorse (e quindi del canone) pare che le investano nel confezionamento di programmi che francamente sembrano rivolti ad un pubblico di deficenti per renderli ancora piu' deficenti. Non sei d'accordo con me?

Io la radio Rai non l'ascolto.
Per informarmi guardo il TG di Rai3, o quello di RaiNews, ma soprattutto ascolto Radio Popolare. Credo che, per quanto riguarda le news, quest'ultima svolga la funzione di servizio pubblico decisamente in modo piu' efficace della Rai (quanto meno negli orari in cui posso ascoltare la radio)