mercoledì 20 novembre 2013

Il bastone sulla gobba

Ho sempre creduto nella politica della Solidarieta'. Forse non e' la definizione piu' appropriata, ma quando dico di essere di sinistra, proprio questo intendo.
L'organizzazione di una societa' dovrebbe secondo me fare in modo che gli individui forti aiutino quelli deboli. Gli individui ricchi devono contribuire di piu' di quelli poveri nel sostentamento della societa', cosicche' i piu' poveri possano utilizzare i servizi collettivi in modo piu' facile. Qui sta la forza di una societa'. Insomma, volendo usare un'immagine presa dal mondo animale, credo che gli uomini debbano essere un po' come i cani, che si raggruppano in branchi per ottenere il massimo risultato per tutti con il minimo sforzo. Non certo come i gatti che invece puntano di piu' sulla forza agile ma limitata del singolo. Il vantaggio del primo tipo di societa' e' che un cane malridotto e' protetto dal branco, mentre un gatto malridotto e' destinato a fine certa.

Naturalmente non ha molto senso che in un branco di cani quelli piu' forti decidano improvvisamente di diventare gatti. Cioe', ove qualche individuo, nel percorso di raggiungimento del bene comune, si trovasse in condizione privilegiata rispetto ad altri, non e' lecito che decida unilateralmente di escludersi dalla societa'. Sarebbe un po' come cambiare le regole del gioco mentre si sta giocando, sfruttando una temporanea condizione di superiorita' ottenuta proprio grazie al rispetto delle regole.

A maggior ragione proprio coloro che governano la societa' non dovrebbero mai far prevalere loro interessi privati rispetto a quelli della societa'.

Naturalmente questo ragionamento parte appunto dalla premessa che io mi sento di sinistra, nell'accezione che ho specificato prima. L'atteggiamento di destra invece credo sia quello di confidare nel naturale assestamento del gruppo tramite il comportamento individualista dei suoi membri. Cioe', che il tentativo degli individui di ottenere il bene individuale porti inevitabilmente all'associazione. Io non ci credo, perche' penso che mentre l'unione di due potenti che perseguano il proprio interesse possa portare vantaggio ad entrambi, l'unione di un potente con un debole porti vantaggio solo al potente, visto che il debole non ha la forza di imporre il proprio interesse sull'altro.
Per questo non credo che questa strategia possa funzionare, ma ha una sua dignita'.
Il modello di destra e' enormemente piu' facile da realizzare di quello di sinistra, infatti l'individuo che vuole perseguire il proprio interesse ha la vita piu' facile, e quindi piu' probabilita' di ottenere piu' potere. Per realizzare il modello di sinistra invece ci vuole uno Stato forte che si imponga sui poteri forti per proteggere i deboli.

Semplificando molto, penso che questo sia il motivo principale per cui mi considero di Sinistra.

Ho recentemente partecipato a tre discussioni online, totalmente scollegate l'una dall'altra.

In questa sul mio blog, si e' giunti a concludere che l'uomo e' essenzialmente egoista, quindi qualunque tentativo di organizzazione statale e' del tutto artificiosa, e quindi scorrelata dalla volonta' dei cittadini (il che, in una democrazia e' contraddittorio). Le ideologie sono proprie delle minoranze e quindi non c'e' modo per cui uno stato sia governato da una maggioranza, se non tramite l'imposizione da parte dei Poteri Forti.

In quest'altra, sul blog dell'amico Lupo, il tema e' l'intercettazione telefonica che ha rivelato l'offerta di aiuto, motivata esclusivamente da amicizia, del Ministro della Giustizia verso una Privata Cittadina. La conclusione e' che, poiche' non ci sara' mai la possibilita' che tutti i cittadini godano di uguali diritti, allora e' accettabile che il sistema si basi su privilegi di conoscenze altolocate.

Infine in questa si auspica che il futuro leader del PD (e quindi, con buone probabilita' anche il futuro candidato premier della Sinistra) non sia il candidato che propone i punti programmatici migliori, ma quello piu' popolare, anche se si tratta di una popolarita' pilotata dai poteri forti e quindi dai mezzi di comunicazione. Qualunque antagonista piu' valido ma non altrettanto mediaticamente forte, sarebbe quindi da scartare, perche' non sarebbe altro che la riconferma del fatto che la Sinistra gioca sempre a perdere.

L'aspetto demoralizzante in comune a tutte e tre le discussioni e' che si e' persa la speranza che il governo di uno Stato protegga i deboli.
I deboli saranno sempre una minoranza (magari una maggioranza numerica, ma sempre rappresentati da una minoranza).
I deboli non hanno amicizie altolocate, e quindi la giustizia per loro e' un po' meno uguale per tutti.
Se anche i deboli avessero un candidato che li rappresenta, quel candidato e' destinato a perdere perche', non essendo sostenuto dai poteri forti, anche vincendo alle Primarie non avrebbe alcuna chance alle Politiche.

E allora l'unica e' abbassare la gobba e stare pronti a ricevere il bastone.

4 commenti:

dario ha detto...

ecco, io la penso piu' o meno come Rocco Olita

UnUomo.InCammino ha detto...

Essere debole è una caratterizzazione che non ha un'accezione a priori positiva o negativa.

Perché si dovrebbe a priori, senza contestualizzare combattere o favorire i deboli?

Come diceva Osho, è necessario essere egoisti in modo intelligente. Un egoista intelligente non può vivere bene in un contesto degradato, non può, in intelligenza, ignorare l'ambiente che lo circonda, esimersi quindi dal contribuire a migliorare il mondo per lasciarlo meglio di quando lo ha ricevuto.
D'altra parte non si può neppure essere acritici, dogmatici, religiosi nel proprio approccio.
I "deboli" (esiste un gruppo così caratterizzato? esiste un gruppo di "energici"? di "irrequieti"? di "altruisti"? possono essere trattati come tali?) sono esseri umani come tutti con pregi e difetti, con intelligenza e stupidità, con spirito ecologico o con spirito mortifero, etc.

UnUomo.InCammino ha detto...

Aggiungo un ulteriore contributo che vorrei ci aiutasse ad osservare che ogni sistema di valori e credenze che caratterizza e gli esseri umani e la cultura non sono unici né nello spazio né nel tempo.

"Bene comune e bene individuale sono non di rado conflittuali, incompatibili."

giovanna ha detto...

Dario,
per augurarti un
Sereno e Felice 2014!
saluto caro!
g