Ma sono queste parole appropriate per il ministro di Grazie e Giustizia?
Se due mondi sono completamente indipendenti e non c'e' ingerenza tra uno e l'altro, come dovrebbero essere il Governo e la Magistratura, secondo i principi fondamentali della nostra Costituzione, che senso ha dire che c'e' una "frattura" tra di essi? In altre parole, che cosa c'e' da "confrontarsi", da "dialogare", dove bisogna "incontrarsi"? Quale sarebbe la richiesta del ministro di Grazia e Giustizia ai magistrati? Di chiudere un occhio, o forse due, su alcuni episodi che stanno particolarmente a cuore a Mastella?
Alessandra Lonardo
Sarebbe troppo complicato adesso tentare di giudicare se la signora Lonardo sia colpevole o no dei reati di cui e' accusata, io non ne sono in grado. E penso inoltre che tale compito spetti alla magistratura, e non a un ingenuo blog come questo.
Non che non sia lecito parlarne, intendiamoci, nessuno dubita sull'importanza della liberta' di pensiero. Ma qualunque parola, per quanto intelligente, sarebbe solo un pettegolezzo, visto che, grazie al cielo, viviamo in uno stato di diritto, nel quale e' responsabilita' della magistratura determinare chi sia colpevole di aver infranto la legge e chi non lo sia.
Della Magistratura, e non di un Dario RadiciItaliane qualsiasi.
E nemmeno del Ministro della Giustizia, anche, e soprattutto, se si tratta del marito.
Le dimissioni di Mastella dalla carica di Ministro, avulse dal contesto, non mi sembrano davvero inappropriate. Se sei il ministro della Giustizia e i magistrati (a ragione o a torto) indagano su di te e tua moglie, sembra piu' onesto dimettersi che rimanere seduto su quella poltrona.
Ma ancora appare strano che la moglie di Mastella, agli arresti domiciliari, non si e' affatto dimessa da Presidente del consiglio regionale. Ma come e' possibile? Il Ministro Mastella non ha fiducia nella magistratura e quindi si dimette, ma invece la Presidente Lonardo non si dimette proprio perche' non ha fiducia nella magistratura? Non capisco la logica.
Il ministro della Giustizia, in quanto Ministro del Governo, non ha competenza di giudizio, altrimenti ci sarebbe un conflitto di potere, da sempre, in Italia, diviso, tra Legislativo (parlamento), Esecutivo (governo) e Giudiziario (magistratura).
Clemente Mastella
Uguale per questo ingenuo Dario, come per sua moglie, per il Presidente della Repubblica e per sua moglie, e anche, caro signor ministro, per il Ministro di Grazia e Giustizia e per sua moglie. Accettare di essere indagato per concussione significa accettare di sottoporsi alla Giustizia, e cioe' accettare che la Legge sia uguale per tutti. E se questo principio non e' accettato proprio dal Ministro di Grazia e Giustizia, allora siamo proprio nei guai. Non rimpiangero' certo il Clemente Mastella (onorevole???) che ricopriva quella carica.
Ma appurato che siano prive di senso logico le dimissioni di Mastella, interpretandole secondo il contesto in cui sono state chieste, e' davvero difficile non considerarle strumentali. E' davvero difficile credere che Mastella, prima di dare le dimissioni, non abbia valutato le implicazioni politiche di quel gesto. Cioe' che con ogni probabilita' oggi il Governo cadra', perche' mancheranno i voti dei senatori dell'Udeur, e cio' avverra' prima che si sia risolto il problema della riforma elettorale, quella porcheria inventata da Berlusconi per favorire Berlusconi. Prima che sia risolto il problema del Conflitto di Interessi, che favorisce Berlusconi.
E infatti ecco le prime indiscrezioni parlano di voltagabbana di Mastella e di tutto il suo "glorioso" partito in una traversata funambolica del burrone verso l'alleanza con chi, fino a ieri, era il nemico Berlusconi.
Ci sarebbe addirittura da sospettare che Berlusconi abbia promesso di usare i suoi poteri occulti per risolvere quel problemuccio familiare di Mastella cosi' pruriginoso alla signora Sandra, in cambio di una crisi di Governo, indotta ad arte. E magari niente niente il faccione del nostro eroe ce lo vedremo nel prossimo governo a fianco di Berlusconi.
Concludo questo post citando Fedro, esattamente come Mastella conclude il testo delle sue dimissioni: "Gli umili soffrono quando i potenti si combattono", facendogli notare come in questo caso la dimostrazione di potere sta proprio nel ricatto delle dimissioni. In quest'ottica il significato della citazione sembra un affronto a tutti gli Italiani.
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