giovedì 11 ottobre 2012

...A destra, a sinistra, sopra o sotto...?!?

Ho sempre pensato che una buona legge elettorale debba essere proporzionale, perche' credo sia giusto che un'idea venga rappresentata proporzionalmente al numero di cittadini che la sostengono.
Ritengo anche che il diritto di esprimere le preferenze sia fondamentale, anche se odio l'idea che i voti di questo o di quel candidato non provengano tanto dalle sue capacita' (difficili da giudicare da parte dell'elettore), o, peggio ancora, dalle sue personali idee politiche (pretendere che l'elettore valuti queste piuttosto che le linee guida o i programmi del partito e' forse un po' eccessivo), quanto piuttosto dalla simpatia o popolarita' (caratterustiche facilmente pilotabili dai media, e comunque non decisive per la carica politica). Soprattutto penso che le preferenze siano cosa importante perche' si e' sperimentato che se si lascia ai partiti il compito di nominare le liste, finisce che le nomine ricadono sulle persone piu' controllabili dai partiti stessi, piuttosto che sulle piu' capaci e rappresentative. In pratica i partiti tendono a nominare i piu' corrotti, o almeno i piu' corruttibili. Il che e' esattamente l'opposto di quel che tutti noi cittadini "normali" vorremmo. Certo il reato di corruzione dovrebbe essere giudicato dalla magistratura in sede di processo, non dal cittadino in sede di elezione, ma abbiamo visto che non basta, e ci ritroviamo in parlamento una quantita' davvero insostenibile di persone che agiscono nel loro ufficio per interessi personali. Chiaramente, piu' che della legge elettorale, e' colpa di chi ha nominato quei parlamentari, cioe' i partiti, il che mostra una volta di piu' che i partiti sono ben lungi dall'essere l'espressione degli elettori che li votano.

In definitiva, se ho capito bene, riguardo la legge elettorale mi sa che la penso piu' o meno come il PdL, per quanto questa considerazione mi provochi una certa fioritura di orticaria.
Naturalmente non ci si pone nemmeno il problema di capire perche' il PdL proponga una legge elettorale proporzionale con le preferenze: quelli non hanno mai fatto nulla per il popolo, anche questa volta deve trattarsi solo di convenienza personale. Cioe', in un periodo di magra come questo, perderebbero meno potere con una legge del genere piuttosto che con una maggioritaria. E la riprova di questo srumentalismo sta nel fatto che fino all'altro ieri, in condizioni diverse, i leader del PdL erano ben felici di vincere con il porcellum.
Pero', a pensarci bene, non possiamo neanche farene una questione etica, perche' dall'altra parte e' pur vero che i motivi per cui il PD vuole invece una legge maggioritaria e senza preferenze sono, nella migliore delle ipotesi, finalizzati a vincere con uno scarto maggiore. Insomma, la discussione sulla legge elettorale non ha nulla a che fare con il livello di espressione democratica, ma solo con la lotta tra i poteri. Bisogna concludere che, comunque vadano le cose, la legge che ne uscira' sara' di sicuro un passo indietro per la democrazia e uno avanti per la corruzione.
Certo, alle elezioni, una vittoria numericamente piu' netta sarebbe da auspicare a prescindere da chi dovesse vincere, perche' garantirebbe una piu' salda governabilita', ma io credo che la solidita' del Parlamento debba basarsi sull'ampiezza del consenso dell'elettorato, non su trucchetti squisitamente astratti quali maggioritario, sbarramenti e premi di maggioranza vari. Correggere i numeri sul tachimetro dell'automobile puo' dare l'illusione di andare piu' veloce, ma e' solo un'illusione!

Insomma, la discussione sulla legge elettorale e' in realta' uno scontro tra interessi personali e di partito.
Che il PdL, partito di farabutti, agisca solo per interesse, be'... l'ha sempre fatto, non mi aspettavo altro. Ma se lo stesso fa il PD, allora, cos'e' che ci contraddistingue da quei farabutti?
E si' che, dopo vent'anni di porcherie su porcherie impunemente perpetrate dal Clown, dopo un periodo di lacrime e sangue, sedicente necessario, la cui responsabilita' si e' accuratamente evitata, facendola ricadere sul governo tecnico, mi pareva proprio che, indipendentemente dalla legge elettorale, il PD dovesse essere in grado di fare man bassa di voti comunque. Che Achille fosse di gran lunga in grado di superare la tartaruga qualunque vantaggio le si concedesse. E invece no. Siamo ancora qui con il Clown che minaccia di ricandidarsi. E' mai possibile che il PD non abbia alcuna intenzione di impegnarsi un po'?
Certo, il vantaggio del Clown sta nel potere di telecomandare l'opinione pubblica con l'artiglieria dei mezzi di informazione. Perche' segregare al dimenticatoio il conflitto d'interessi, non lo capiro' mai.

E va be'...

Tempo fa ascoltavo una trasmissione di approfondimento su Radio Popolare riguardo alla lettera di alcuni parlamentari a Bersani, contro la candidatura di Vendola alle primarie.
L'interessante lettura fatta in quella trasmissione e' di una certa contrapposizione tra un PD di centro che si allei con il terzo polo (l'idea di una alleanza di centrosinistra con quel fascista di Fini mi fa rabbrividire, ma tant'e') e un PD piu' spostato a sinistra che si allei invece con Vendola.
Le due parti contrapposte sono lo specchio delle due anime che hanno fondato il PD, e se la parte di sinistra cerca di recuperare delle radici in passato molto solide, la parte di destra invece insegue la tendenza a destra del popolo italiano.
Il che non mi pare una grande idea (anche se non e' che sia un mago del marketing). Cioe' che si cerchi di allargare il bacino elettorale dichiarando di essere uguali a quelli che hanno fallito, scontentando cosi' anche gli elettori consolidati.

Ed e' qui che non capisco piu'. L'effermazione che il popolo italiano e' di destra. Ma che diavolo significa?
Quand'ero ragazzo ricordo gli insegnanti di sinistra, le celebrazioni, a scuola, del 25 aprile, con la partecipazione di nonni partigiani, gli scioperi in rosso col pugno chiuso. Ecco, allora c'era l'impressione generalizzata che il popolo italiano fosse fondamentalmente di sinistra, e che la destra fosse stata superata col Duce appeso per i piedi in piazzale Loreto. E allora nemmeno i fascisti dell'eta' nuova mi spaventavano, perche' di pazzi ce ne sono tanti, ma per ribaltare la societa' ci vuole anche un consenso popolare. Che non c'era, perche' gli Italiani erano un popolo di sinistra.
E adesso mi si dice che invece gli Italiani sono di destra.
Ma che cos'e' la destra?
Per me la destra e la sinistra, oggigiorno, si distinguono dal fatto che l'una e' liberista e capitalista, l'altra piu' statalista e solidale. La prima visione giustifica la disparita' perche' genera maggiore ricchezza anche per le classi inferiori. L'altra invece sostiene che questo modello non funziona e quindi lo stato deve farsi carico di proteggere le classi inferiori, prendendo ai ricchi per nutrire i poveri, scotto che i ricchi devono pagare per meritarsi l'appartenenza a questa societa', e per guadagnarsi i privilegi non scontati di cui godono grazie ad essa.
Questa e' la sostanziale differenza tra destra e sinistra. Io mi sento di sinistra, ma entrambi i punti di vista hanno una loro dignita'.
Per inciso, io sono di sinistra, ma accetterei di buon grado una destra onesta che riesca a far progredire l'economia e con essa il benessere e la liberta' anche delle classi inferiori. Sarebbe gia' meglio dello stato attuale, e decisamente molto meglio del ventennio del Clown.

Ma sotto queste definizioni non credo proprio che gli italiani siano un popolo di destra.
Certo, a nessuno piace pagare le tasse. Nel senso che a nessuno piace tirare fuori i soldi in generale.
Per esempio io sono orgoglioso di pagare le tasse, nel senso che amo fare la mia parte e rendermi utile per la societa'. Ma mi piacerebbe rendermi altrettanto utile pagando di meno, se fosse possibile.
Chiunque cerca l'occasione. Tra due negozi che vendono lo stesso prodotto, scelgo quello che me lo fa pagare di meno.
Mi piacerebbe in buona sostanza che i servizi dello stato (sanita', scuola...) siano di ottima qualita' e di prezzo basso. Tutti lo vorrebbero.
Ma non si puo'. E allora, per vincere le elezioni, la destra promette un taglio delle tasse (omettendo di dire che in questo modo bisogna tagliare anche i servizi). La sinistra dovrebbe invece promettere un miglioramento dei servizi (magari aumentando le tasse).
C'e' un tipo che conosco che trova mille trucchi per non pagare le tasse. Evita di emettere fatture, trova sotterfugi per dichiarare esenzioni impossibili... Teorizza questo comportamento agevolando gli stessi trucchi da parte di altri liberi professionisti di cui occasionalmente puo' aver bisogno, e dichiara spudoratamente la sua contrarieta' alla pressione fiscale. Nello stesso tempo pero' si lamenta che la sanita' pubblica , di cui la sua famiglia e' purtroppo costretta a fare uso, funziona male o non funziona affatto.
Secondo me questo atteggiamento lo dipinge ipocrita e stupido, ma non necessariamente di destra. Chiunque, potendo, preferirebbe non pagare le tasse ed avere servizi ottimi e gratuiti. La stupidita' sta nell'aver creduto nelle promesse palesemente fasulle di chi, di volta in volta, ci governa.
Questo tipo che conosco e' un tipico elettore del PdL o della Lega, ma non perche' e' di destra. Quanto piuttosto perche' ragiona con la pancia piuttosto che col cervello. E non e' vero che chi ragiona con la pancia sia necessariamente di destra. Dipende piuttosto dall'abilita' della destra a far credere al proprio elettorato false promesse, e nella ovvia inabilita' della sinistra a smascherarle.
Non credo che gli italiani siano razzisti o xenofobi. Cioe', non e' che disprezzano il diverso in quanto tale. Il problema e' che gli stranieri (riconoscibili per i tratti somatici, il colore della pelle o almeno lingua e costumi diversi dagli italiani autoctoni), in genere sono immigrati qui perche' nel loro paese facevano la fame. E quindi sono poveri. E, da che mondo e mondo, la poverta' si porta dietro la criminalita'. Anch'io, se fossi povero, piuttosto che morire di fame andrei a rubare. O mi arruolerei nelle fila della criminalita' organizzata. Le prostitute sono in genere extracomunitarie, perche'? Be', mica per scelta. Piuttosto perche' per loro e' l'unico modo per sopravvivere. E' secondo me ovvio che tra gli immigrati la quantita' di delinquenza e' mediamente maggiore che tra gli autoctoni. Ed e' per questo che sono disprezzati od addirittura odiati.
Quel tipo di cui sopra, ad esempio, rispetta perfettamente il tipo di colore in giacca e cravatta, uomo d'affari. Ma disprezza quello che vende elefanti di legno fuori dal supermercato. Possibile che non si accorga che abbiano la pelle dello stesso colore?
Ecco che anche l'odio per gli immigrati non e' frutto di razzismo, ma di ignoranza. Basterebbe fare due piu' due per concludere che con una migliore distribuzione della ricchezza ci sarebbe piu' integrazione. Ma questo la sinistra non lo sa (o non lo vuole) spiegare.

Ecco, io credo che si possa piu' o meno dire che gli italiani siano tendenzialmente un popolo di destra, ma non per convinzione. Semplicemente perche' negli ultimi 35 anni (prima di allora, per me, e' solo storia raccontata) la destra ha avuto gioco facile nell'incanalare la loro pancia in preconcetti ideologici.
Ed ha avuto gioco facile perche' la sinistra non ha saputo spiegare la verita'. Non ha saputo costuire una cultura della solidarieta'. E gli Italiani? Gli italiani, anche i piu' stupidi, vogliono solo benessere per se e per i loro simili.

Ed ora, per il PD, spostarsi a destra significa ammettere che la cultura della solidarieta' e' morta. Tanto vale, per il PD, salire sul tram dell'ignoranza e allearsi col terzo polo, e sperare di vincere grazie a trucchetti numerici, sbarramenti e premi di maggioranza.

Per questo, alle primarie, votero' Vendola.
Anche se, per la verita', preferirei un candidato premier in grado anche di governare.

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