martedì 23 ottobre 2012

Patente e libretto...

L'auto non e' un mezzo ecologico, per cui, se ci sono alternative ragionevoli, non la uso, anche se guidare mi piace molto.
Dove sto io i mezzi pubblici non sono una valida alternativa, data la scarsita' di corse (due al giorno in orari improponibili). E neanche la bici, data la pendenza del percorso e la distanza di qualunque servizio. Quindi, purtroppo, l'auto la uso spesso.

Ritengo che le regole debbano essere rispettate. Penso che infrangerle in alcuni casi sia un metodo di protesta valido, ma questo non deve mai essere una scusa per mascherare un tornaconto proveniente da un comportamento illegale.
Pero', con tutta la mia buona volonta', ci sono casi in cui mi ritrovo mio malgrado a non riuscire a rispettare il codice della strada. Il problema principale e' costituito dai limiti di velocita'.

Si dice che il tachimetro delle automobili in genere e' tarato per segnalare una velocita' di circa 10km/h inferiore a quella reale. Ho provato a confrontare con i dati del GPS ed e' proprio cosi'.
Inoltre, i meccanismi elettronici di ausilio alla polizia per misurare eventuali eccessi di velocita' pare che "concedano" un errore di taratura fino a 10km/h in piu' della velocita' reale. Di conseguenza la polizia comincia ad essere preoccupante per l'automobilista solo se il tachimetro indica 20km/h piu' del limite di velocita'.
Devo ammettere che io adotto questo ragionamento per decidere quando posso accelerare ancora un po'. Chiaramente si tratta di una motivazione un po' debole: ci si aspetterebbe che la velocita' indicata come limite di velocita' sia quella mostrata dal tachimetro e non quella rilevata dagli autovelox meno 10. Pare che comunque tutti utilizzino questo metodo, o addirittura metodi ancora piu' permissivi, visto che raramente mi capita di dover superare altre automobili, ma anzi vengo io stesso superato.
Queste considerazioni indicano chiaramente che i limiti di velocita' delle strade sono percepiti come troppo restrittivi dagli automobilisti. E non parlo di chi guida sotto i fumi dell'alcol o di chissa' quali droghe da discoteca, al sabato notte gareggiando con la vita, ma anche dei nonnetti che guidano col cappello in testa e il naso incollato al parabrezza per vederci meglio.

L'interpretazione "all'italiana" dei limiti vale anche per le forze dell'ordine. Carabinieri, polizia, vigili, guardia di finanza, esercito; addirittura i cellulari della polizia penitenziaria superano abbondantemente i limiti di velocita'. E cio' succede anche quando non hanno le segnalazioni di emregenza accese. Per non parlare delle auto blu e della loro scorta, che ti si incollano al culo, ti suonano e ti abbagliano per farti spostare, anche se stai gia' andando, perlappunto, a 20km/h oltre il limite. Manco i politici che trasportano avessero degli impegni improrogabili da cui dipende la sorte dell'economia globale.
Ovviamente fanno eccezione quelle auto della stradale a caccia di trasgressori. Queste rispettano scrupolosamente il limite, cosi' che uno si sentirebbe motivato a superarli, se non che, facendolo, si ritrovasse necessariamente in contravvenzione proprio davanti alla polizia (il che, naturalmente costituisce un pericolo per la circolazione, visto che gli automobilisti che viaggiano a velocita' tarate su personali interpretazioni, sono costretti ad improvvisi rallentamenti).

I limiti di velocita' non sono solo troppo restrittivi. A volte sono anche contraddittori. Faccio alcuni esempi.

Il centro abitato dove risiedo e' la frazione di un piccolo paesino montano. Si trova a meta' strada tra il fondovalle e la cima della montagna. E' talmente piccolo che quella e' l'unica strada percorribile, e il centro abitato e' costituito da un tratto di quella strada lungo circa un chilometro.
Siccome si tratta di una strada di montagna, quindi stretta e piena di tornanti, l'intero suo percorso, dal fondovalle alla cima ha un limite di velocita' ben segnalato di 30km/h.
L'ingresso e l'uscita dal centro abitato sono segnalati chiaramente dagli appositi cartelli bianchi scritti in nero. Come tutti sanno questi cartelli sottintendono un limite di velocita' ridotto a 50km/h, se non diversamente specificato. Qui, ad ogni buon conto, e' specificato da ulteriori segnali di limite. Che indicano 50km/h.
Cioe', praticamente, percorrendo la strada dal fondovalle alla cima, bisogna andare al massimo a 30 all'ora, ma e' concesso di accelerare a 50 dove? Quando si attraversa il centro abitato. Geniale!

Un altro esempio e' la statale 36, che collega Milano con Lecco, per proseguire fino all'estremita' nord del lago, a Colico.
Sul tratto che va da Colico alla Brianza (Verano Brianza), e' una superstrada a due carreggiate, due corsie per carreggiata, senza corsia di emergenza. Il tratto a nord di Lecco equivale, come condizioni della strada, a quello a sud di Lecco. Salvo il fatto che da Colico fino a Lecco e' quasi completamente sotterraneo. Ogni carreggiata viaggia all'interno di un tunnel. Qui il limite di velocita' e' di 100km/h. Il tratto da Lecco a Verano Brianza invece, che e' all'aperto, e' di 90km/h. Perche'? Boh. Comunque il nonsense si ha, viaggiando verso sud, proprio a Verano Brianza. Proseguendo per Milano, la strada diventa improvvisamente a tre corsie per carreggiata, ma il limite di velocita' di 90km/h non e' esplicitamente modificato, e quindi si suppone che sia ancora di 90km/h. E' invece mostrato un altro segnale stradale che indica che il limite minimo di velocita' sulla terza corsia e' di 90km/h. Cioe', sulle tre corsie bisogna viaggiare a meno di 90, ma sulla terza bisogna viaggiare a piu' di 90. Quindi sulla terza corsia bisogna viaggiare ESATTAMENTE a 90 all'ora altrimenti sei in contravvenzione. La cosa diventa bizzarra quando poi, su un tratto in curva, accanto al limite minimo di velocita' di 90 e' affiancato il limite massimo di 70. Ergo non si puo' viaggiare sulla terza corsia, data l'impossibilita' di rispettare contemporaneamente i due limiti. Ad ogni buon conto, quando c'e' un'auto della polizia in giro, gli automobilisti (me compreso) rallentano a 90 all'ora e si affrettano a togliersi dalla terza corsia, rendendo ovviamente piu' pericolosa la circolazione.

Sulla strada del lungolago di Vercurago (che percorro per evitare nelle ore di punta il traffico maestoso della provinciale), c'e' una segnalazione piuttosto criptica: cartello circolare bianco bordato di rosso (divieto di circolazione) corredato da un crocifisso seguito dalla dicitura "0-24 - salvo residenti". Dunque, vediamo... e' vietato circolare nei giorni festivi 24 ore su 24 tranne che per i residenti. Di sabato, io, che non sono residente, ci posso andare? Boh.
Ebbene, su quella strada il limite di velocita' e' di 10km/h. Credo che sia riferito solo ai mezzi motorizzati, perche' non ho mai visto fare multe a quelli che fanno jogging sul marciapiede. In ogni caso, il tachimetro della mia macchina non ci arriva nemmeno a 10 all'ora. La prima tacca corrisponde a 20.

Sull'autostrada della Val d'Aosta il limite di velocita' e' 130km/h. Nelle gallerie e in prossimita' delle uscite il limite di velocita' scende improvvisamente a 80km/h. E' ben segnalato, cosi' come e' ben segnalata la fine dei tratti a velocita' ridotta. Sfortunatamente le uscite e le gallerie sono numerosissime, il che costringe a continue accelerazioni e decelerazioni, oppure a viaggiare a 80 all'ora costanti. Nel primo caso si spreca carburante, si inquina e si intralcia la circolazione, nel secondo caso la velocita' e' talmente sproporzionata che converrebbe prendere la statale, che fa un percorso molto simile ed ha un limite di velocita' di 90 all'ora (pur avendo una sola carreggiata per entrambi i sensi di marcia).

Questi esempi mi fanno concludere che lo scopo dei cartelli di limite della velocita' non sia di limitare la velocita', ma di mettere in condizioni di colpa gli automobilisti. Viaggiare rispettando i limiti, dove e' possibile, e' una soluzione decisamente poco ragionevole.
Che sia per disincentivaere l'uso dell'automobile? Be', se ci fossero alternative non sarebbe nemmeno sbagliato.
Il fatto e' che se non si rispettano le regole ci si sente autorizzati a fare quel che si vuole. La ragionevolezza spesso non e' applicata dagli automobilisti, e questo e' il motivo per cui esistono regole e segnali.
In altri paesi, per esempio in Francia, mi ritrovo a guidare con il mio solito stile di guida, ma il bello e' che non ho l'ansia della consapevolezza di essere sempre e costantemente in contravvenzione.

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