lunedì 28 gennaio 2013

Il buon dittatore


Certo, a prima botta, sembrerebbe che le esternazioni di Berlusconi siano frutto di malattia mentale consolidata.

Ma per combattere un nemico (che si tratti di Berlusconi o di Fascismo), bisognerebbe anche cercare di capire il senso di quello che sta dicendo.
Berlusconi non e' un politico. Se proprio vogliamo farlo rientrare in una categoria, dovremmo considerarlo un venditore, non un politico.
Nella mia carriera lavorativa ho dovuto rapportarmi spesso (per fortuna non direttamente) con venditori. Il loro scopo non era affatto quello di soddisfare le esigenze del cliente, ma di vendere il prodotto. Nei casi migliori, il venditore credeva sinceramente nel prodotto che vendeva, ma si trattava di pura coincidenza. L'etica non c'entra niente.
Il politico invece dovrebbe lavorare per il bene collettivo. E' questo il suo scopo. Ora, io non dico che per definizione tutti i politici sono cosi' altruisti, non sono mica nato ieri. Ma proprio per il fatto che ammettiamo che il politico possa operare per il suo bene personale, dovremmo almeno lasciare spazio al sano sospetto che ci sia qualche politico che si comporta da venditore.

Perche' mai Berlusconi dovrebbe dire che Mussolini, alla fine, ha fatto anche del bene all'Italia?
Se la risposta che vogliamo dare a questa domanda e' semplicemente "perche' e' scemo", allora bon, la discussione finisce qui.
Ma io, che vivo in Lombardia, quella regione non del tutto insignificante, tuttavia lasciata nelle mani del populismo leghista e berlusconiano della peggior specie con buona pace della sinistra tutta, mi rendo conto che quell'ampia fetta di popolazione che pensa che Mussolini in fondo era un buon diavolo (certo, le leggi razziali... certo, l'alleanza con Hitler...) quella fetta di popolazione, alle parole di Berlusconi non puo' che concludere che ha ragione.

Ho visto coi miei occhi un venditore piazzare come souvenir un posacenere a forma di trullo ad uno in vacanza in sardegna. Figuriamoci se Berlusconi non riesce a convincere 'sta popolazione di scemi che lui e' l'unico che dice davvero le cose come stanno. Peccato che il voto di ciascuno di questi scemi vale, nel conteggio, tanto quanto vale il mio, di voto.

Il commento di Bersani a riguardo ("Berlusconi ha usato questa occasione per una manovretta elettorale, per richiamare un pò di voti di una destra fascistoide") mi appare, per quanto corretto, totalmente privo di qualunque capacita' comunicativa. Si', puo' funzionare per motivare l'elettorato di sinistra contrapponendolo con il resto del mondo: la destra fascistoide, ma non serve a niente.
Ma nel contempo sbarra la strada a chi non si identifichi nella sinistra, che si sentirebbe offeso dalla definizione di "fascistoide". Un "sano" elettore di destra non si convincera' a votare sinistra perche' gli viene fatto notare che Berlusconi ammira Mussolini. Piuttosto gli verra' spontaneo analizzare se effettivamente Mussolini abbia fatto qualcosa di buono per il Paese. Cosa che non e' affatto il punto della questione. Meglio sarebbe stato limitarsi ad evidenziare che Berlusconi e' un cretino.
Perche' il messaggio non dovrebbe essere la contrapposizione tra una sinistra buona e una destra cattiva. Ma la condanna da parte di tutti, destra e sinistra, del fascismo antisemita. Su questo tutte le fazioni ragionevoli dovrebbero convergere.
Che poi, l'identificazione tra destra e antisemitismo, e' una cosa solo italiana. Il governo di Israele e' indubbiamente di destra, ma credo che nessuno laggiu' affermerebbe mai che Mussolini in fondo ha fatto qualcosa di buono, relegando ad un banale errore politico le leggi razziali.

Bersani avrebbe secondo me dovuto ribadire la condanna tout court del fascismo antisemita, ed invitare tutte le altre parti politiche a fare altrettanto. In questo modo avrebbe messo all'angolo Berlusconi, e nel contempo si sarebbe potuto creare un certo imbarazzo anche nei centristi, nella persona di Fini (prudentemente taciturno a riguardo), che mai ha rinnegato l'amicizia con il suo mentore Giorgio Almirante fascista di primo pelo, coautore della rivista "La difesa della razza", che, durante il Ventennio, usciva con chicche del tipo "Esclusivamente e gelosamente fascisti noi siamo nella teoria e nella pratica del razzismo"

Perche' a mio parere, alla politica Italiana, quel che manca su questo tema e' una ferma e unanime condanna del fascismo. Questa era una buona occasione per Bersani per spingere la politica a rimediare a questa mancanza, e nel contempo, secondo me, a spostare qualche voto a sinistra. Ma, come al solito, ha preferito perdere il treno.

4 commenti:

Matafione ha detto...

Sono sostanzialmente d'accordo con te. Mi pare evidente - ma forse non così tanto, in fondo - che la frase di Berlusconi non sia stata sparata lì a caso. Come se non avesse previsto tutti gli scandali che avrebbe provocato! È ovvio che era voluto, proprio per attirare quei consensi che gli servono (d'altra parte è alleato con Storace, no?).

Tuttavia, secondo me, una volta tanto Bersani non ha sbagliato. Non so se con la sua replica abbia evitato di smerdare Silvio, ma sicuramente ha detto le cose come stanno. E non mi pare da poco. D'altra parte non credo che intendesse che chi vota a destra è un fascistoide, ma che chi vota per una certa destra è ancora attaccato a valori antiquati (vedi, appunto, Storace & co.).

dario ha detto...

No, Metafione, io credo che Bersani abbia detto, a rigore, la verita'. Ma la verita' non basta.
Infatti credo che, in questa vicenda, nemmeno Berlusconi abbia detto niente di falso ("Mussolini fece cose giuste. Leggi razziali, la sua colpa peggiore"). Ti sfido a dire che Mussolini non fece mai nulla di giusto durante il Ventennio.

Il punto e' che l'uscita di Berlusconi indubbiamente, a dispetto delle sue parole, tende a riabilitare la figura di Mussolini, e quindi a sdoganare il postfascismo di certe fazioni attuali nella vita politica. Sta a dire "io condivido il vostro culto per il Duce, e me ne faccio portavoce se mi votate". Naturalmente non poteva dire cosi', altrimenti guadagnare voti tra i post-fascisti avrebbe significato perderne tra gli altri. E questo i post fascisti lo sanno bene. Insomma, Berlusconi questa volta ha scelto accuratamente le parole giuste da pronunciare. Notare che queste parole non hanno niente a che vedere con quello che lui crede veramente, ma, nella sua tattica da venditore, si tratta solo di pura convenienza elettorale.

Ma perche' e' possibile che il post-fascismo, in Italia, riesca in qualche modo ad avere qualche peso politico? Secondo me perche' la Politica italiana di destra non ha mai condannato fermamente il fascismo. L'archetipo di questo ragionamento e', secondo me, Gianfranco Fini. Non ha mai rinnegato di essere fascista. Attenzione, non e' che non ha mai rinnegato di essere di destra, cosa che sarebbe piu' che legittima, secondo me. Non ha mai rinnegato di essere FASCISTA. Il suo pensiero politico fonda strette radici con il fascismo. Eppure Fini e' quasi finito per essere alleato con la sinistra solo un anno fa. E rischia fortemente di essere alleato di governo di Bersani.

Quello che manca alla Politica italiana, e' la condanna ferma ed unanime del fascismo da parte di TUTTI. Non ci si puo' permettere che qualcuno sieda in Parlamento e non condanni, almeno a parole, il fascismo. Questo e' il problema.

Quello che doveva fare Bersani non era quindi smentire le parole di Berlusconi (che, come ripeto, a logica non sono nemmeno false), ma condannare il fascismo, e sfidare tutti gli altri a fare altrettanto.

Io mi ritengo di sinistra, senza se e senza ma. Ma non credo affatto che gli ideali di destra abbiano niente a che vedere con il fascismo o il razzismo.
Ridurre il fenomeno ad una deviazione malata della politica di destra e' un errore storico. La prima cosa che mi viene in mente quando penso alla destra e' il capitalismo liberista, e mi pare che questo aspetto non abbia niente a che vedere con il fascismo.
Se io fossi un elettore di destra mi offenderei a sentire che uno dice che il fascismo sia un problema mio. Se uno dice cosi', io di certo non gli darei il mio voto.

Se la battuta di Berlusconi, pur non dicendolo a parole, lascia intendere tra le righe che Mussolini era un buon statista e le leggi razziali solo un trascurabile errore politico (ed e' proprio questo che Forza Nuova, Casa Pound e altri simpaticoni del genere volevano sentirsi dire), la replica di Bersani, pur non dicendolo a parole, lascia intendere che il fascismo e' stato un crimine con cui la destra deve fare i conti, per altro trascurando il fatto che l'unico vero fascista rimasto in circolazione sara' con ogni probabilita' alleato del suo futuro governo.
E la cosa non e' convincente nemmeno dal punto di vista della campagna elettorale, perche' se questo e' proprio quello che gli elettori di sinistra volevano sentirsi dire ("noi non siamo fascisti"), il consenso non si allarga, visto che gli elettori di sinistra avrebbero votato Bersani in ogni caso.

Credo che non saro' mai un buon politico. Ma se ci provassi credo sarei sicuramente meglio di Bersani.

Matafione ha detto...

Sono il primo a criticare Bersani e il suo covo di parassiti; non a caso non ho intenzione di votare il PD alle elezioni.
E sono completamente d'accordo con te si quanto dici riguardo a Mussolini e all'ipocrisia di Berlusconi. Peraltro, come ha fatto notare anche qualcuno in televisione, la migliore risposta alla sua affermazione la diede Benigni una ventina d'anni fa: "Neanche di Mussolini si può parlare male? Ma certo che ha fatto delle cose buone: anche Hitler le ha fatte! Ma cosa c'entra?" (non sono le parole esatte, ma il succo era questo).

E, come ho detto, Berlusconi spara cazzate del genere anche se non le pensa proprio per accaparrarsi certi elettori. Perché, checché ne pensiamo, un certo pseudofascismo è ancora ben presente in Italia. Il problema principale, come tu noti, è che la destra italiana è ancora legata a gente come Fini, La Russa e Alemanno, che sono sempre stati dichiaratamente fascisti. Veri anche tutti i discorsi sul liberismo e un certo tipo d'economia; d'altronde Montanelli e Travaglio, giornalisti di destra, hanno sempre ripudiato questa gentaglia.

Tuttavia non capisco a cosa sarebbe servito se Bersani avesse chiesto ai membri del parlamento di condannare il fascismo: è ovvio che quasi tutti lo avrebbero fatto. Addirittura Fini pochi anni fa si è autosmentito su Mussolini. Il punto è che ciò che dicono in pubblico spesso non corrisponde a ciò che realmente pensano.

dario ha detto...

Io credo che Bersani innanzitutto avrebbe dovuto dire pubblicamente che il PD ripudia il fascismo (cosa che e' piuttosto evidente, ma ribadirlo non fa male, e scaccia ogni dubbio sul fatto che ci potrebbe essere una futura alleanza con chiunque non faccia altrettanto, almeno a parole). E poi avrebbe dovuto sfidare tutti dicendo che nessuno in Parlamento dovrebbe sentirsi libero di affermare il contrario, e che di questo concetto tutte le formazioni politiche dovrebbero farsi portatrici.
Non sono un politico, ma credo che esprimendo questo concetto avrebbe innanzitutto smerdato Berlusconi e nel contempo avrebbe colto l'occasione del giorno della memoria per ribadire un concetto un po' dimenticato.
In altre parole Bersani si sarebbe fatto portavoce dell'Italia antifascista, e non della Sinistra.
Credo che se avesse fatto cosi' avrebbe convinto qualcuno che, pur distante dalle posizioni di Berlusconi, ancora si rifiuta di votare PD, come, ad esempio, te.

Io credo che purtroppo non possiamo permetterci di non votare PD, perche' temo che Berlusconi abbia ancora qualche cartuccia da sparare. Il rischio maggiore e' che Berlusconi vinca le elezioni. Quello minore, pur terribile, e' che Bersani non abbia una maggioranza sufficiente a governare, ed anzi sia in netta minoranza al Senato e sia costretto quindi ad allearsi con Monti (e gia' questo sarebbe terribile, senza nemmeno contare che Monti si porterebbe dietro il camerata Fini).