Veramente divertente! Ian Fisher, inviato del New York Times a Roma, ha scritto che gli Italiani sono il popolo piu' triste d'Europa.
Ragionevole che ci si punti il dito contro perche' abbiamo un sistema in cui i servizi non funzionano, perche' l'economia non e' forte come quella Americana, perche' siamo pieni di mille contraddizioni. Ma che ora siamo diventati anche tristi!
Forse questo Ian Fisher, esperto italianista del prestigioso quotidiano, s'e' reso conto che non andiamo piu' in giro a cavallo dell'asino, che Sofia Loren e' invecchiata e che non siamo piu' in molti a suonare il mandolino e a cantare O sole mio. Vorrei rassicurare chi legge questo blog con atteggiamento amichevole che io, Dario, non sono affatto triste.
Piuttosto, se fossi Ian Fisher, mi guarderei in casa e constaterei di appartenere ad una Nazione di invasori, di avere un Presidente ebete che guida la Nazione contro gli interessi dei cittadini e del resto del mondo, per favorire gli interessi delle grandi multinazionali che lo spalleggiano. Cercherei di capire come sia mai potuto accadere di aver accettato volontariamente restrizioni delle liberta' personali e di non avere la minima idea di come fare a riprendermele. Francamente, se fossi Ian Fisher, mi chiederei se e' proprio il caso di essere cosi' allegri. Ian Fisher, se per caso stai leggendo, accetta questo spassionato consiglio da un allegro italiano. Tornatene da dove sei venuto e fatti quattro risate in un Paese allegro.
venerdì 14 dicembre 2007
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