venerdì 14 novembre 2008

Il tavolo da lavoro nel box

I miei amici di blog sapranno che, poiche' di professione faccio l'informatico, cioe' un mestiere nel campo dell'astrazione concettuale, nel tempo libero mi piace invece avere a che fare con lavori manuali, occuparmi di cose concrete, che si possono toccare, manipolare, modellare.
Oltre alla mia passione per il giardinaggio, e la relativa soddisfazione per la produzione di frutta e verdura genuina (il merito invero dovrebbe essere dato a Madre Natura, che fa quasi tutto il lavoro) mi piace occuparmi dei lavoretti di casa.
Strumento fondamentale per la realizzazione di questa attivita' e' il tavolo da lavoro. Non avendone uno, e per altro non avendo lo spazio dove metterlo (nel box, una volta che ci si infila l'auto non ci sta quasi piu' niente) ho pensato di costruirmene uno da me, ribaltabile.
;-) Ovviamente sarebbe stato di molto aiuto avere un tavolo da lavoro per intraprendere questa impresa, ma se l'avessi avuto non avrei dovuto intraprenderla, per cui mi sono arrangiato.

L'idea era di spendere il meno possibile, e di riutilizzare del materiale dismesso che avevo in giro, in particolare due assi da edilizia delle dimensioni di circa 50x200cm, di quelle che si usano nei ponteggi o per modellare cementi armati (che sono state lasciate li' dagli operai del cantiere di costruzione della casa) e due fogli di compensato, recuperati dalla ditta presso cui lavoro, che erano utilizzati per l'imballaggio di una fornitura e quindi destinati al macero.

Il progetto CAD del tavolo (vista da sotto)
Come prima cosa ho progettato il tavolo con un CAD, utilizzando la misura standard per l'altezza (90 cm) ed altre dimensioni compatibili con il materiale di recupero. L'operazione mi e' risultata abbastanza semplice perche' quel CAD e' proprio lo strumento software che utilizzo in ufficio per il mio lavoro.

Ho tagliato a misura le assi da edilizia e le ho lavorate con la levigatrice (per rimuovere piccoli resti di cemento, la vernice impermeabile e per renderli il piu' possibile lisci).

I compensati sono stati liberati dal resto della struttura dell'imballaggio di cui costituivano una parte, tagliati a misura e anch'essi levigati. Ho quindi incollato con colla vinilica le due assi da edilizia, affiancate, ai due fogli di compensato, uno sopra e uno sotto. Per far bene aderire la colla ho lasciato il tutto per una settimana pressato con dei mattoni. Pensavo di assicurare l'adesione con dei chiodi o delle viti, ma alla fine non e' stato necessario: la colla si e' dimostrata sufficiente.

A sinistra: levigatura delle assi da edilizia; a destra: preparazione dei compensati
Ad un negozio di articoli per faidate' ho acquistato dei listelli grezzi (i piu' economici), che poi ho tagliato a misura e levigato.

I listelli tagliati e levigati
Ho quindi unito con degli angolari (e dell'altra colla vinilica) i listelli per formare le strutture delle gambe. Poi ho verniciato il tutto con dell'impregnante cerato ad acqua, per proteggere e rinforzare le superfici.
Le parti fisse delle gambe, dopo essere state incernierate alle parti mobili, sono state assicurate al muro con delle viti a tassello.

A sinistra: tutti i pezzi pronti per essere montati; a destra le gambe montate e fissate al muro
Alla struttura e' stato aggiunto finalmente il piano di lavoro, anch'esso applicato tramite delle cerniere alle parti fisse delle gambe.

Ecco il risultato finale. A sinistra il tavolo aperto, a destra chiuso
Questo lavoro mi e' piaciuto moltissimo. E' venuto esattamente come volevo che venisse, e, all'apparenza, e' anche piu' gradevole di quello che serve (in fondo e' solo un tavolo da lavoro nel box!). Il lavoro mi ha divertito e soddisfatto tanto che sto quasi pensando di costruire qualche mobile per la casa (di cui, in effetti, abbiamo molto bisogno)... chissa' se mia moglie e' d'accordo :-)
La spesa e' stata piuttosto contenuta: 24 euro per i listelli da cui ho ottenuto le gambe, 15 euro per la vernice, 10 euro per la colla, 15 euro circa per gli angolari, le cerniere, le viti e altro materiale di consumo (totale 64 euro).

martedì 11 novembre 2008

Miriam Makeba


Miriam Makeba, Pata pata
Qualcuno di molto... mmmh... "importante", qui in Italia, come ad esempio Berlusconi, potrebbe farle un necrologio descrivendola ad esempio come come una donna che si distingue per l'ottima abbronzatura, com'è ovvio che sia, del resto, visto che veniva da un paese felice dove si passa il tempo nell'ozio e a raccogliere noci di cocco e a cantare e ballare sulla spiaggia intorno al fuoco. Del resto, sembrerebbe scientificamente provato che gli uomini e le donne di "razza abbronzata" ce l'abbiano nel sangue, il senso del ritmo!

Io invece preferisco ricordare Miriam Makeba come la madre della lotta all'Apartheid, nata in Sudafrica nel '32 e morta ieri, in Italia, simbolicamente cantando contro la mafia e contro il razzismo.

Il brano in questo video, Pata pata, è molto popolare anche alle Hawai'i, dall'altra parte del mondo, in tutti i sensi, poiché un gruppo locale ne ha tratta una cover di successo. Spesso la musica arriva dove altri linguaggi faticano. Chissa' se Miriam e' riuscita a far ballare anche Berlusconi!

lunedì 10 novembre 2008

Yes, we are different! / 2



Siamo differenti!
Non siamo razzisti!
Menti libere contro il razzismo
Aderisci anche tu
L'iniziativa che vi ho raccontato nel precedente post si sta allargando velocemente. Alcuni giornali la stanno già prendendo in considerazione (due per la verità, di cui uno è un giornale locale e l'altro è l'Unità, ma solo a pagina 35 dell'edizione di ieri, in un trafiletto piccolo piccolo, ma è già un inizio).

Non so come calcolare il numero di blogger aderenti, ma ho l'impressione che si tratti di un numero davvero grande. Non che mi piaccia particolarmente la partecipazione ai gruppi numerosi, ma in questo caso è evidente il vantaggio di unire le voci di tanti.

Per rendere un'idea inserisco in questo post un elenco non esaustivo dei link ai post di alcuni blogger dedicati a questo argomento. Se ho saltato qualcuno mi perdoni, metta un commento qui sotto e prometto di inserirlo in un secondo tempo.

venerdì 7 novembre 2008

Yes, we are different!


L'Idiota
E' stato eletto il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti.

Ieri a Berlusconi, sfortunatamente presidente del consiglio dei ministri Italiano, in visita ufficiale a Mosca e' stato chiesto in conferenza stampa cosa pensasse di Obama. La risposta idiota e' stata "E' giovane, bello e abbronzato".

Questa affermazione e' razzista, ma non solo. Questa affermazione e' assolutamente irrispettosa del ruolo degli Stati Uniti e del loro Presidente. Inoltre il tono di gratuito scherno e' decisamete amplificato dall'ufficialita' della situazione, che avrebbe preteso un codice di comportamento totalmente diverso.

Il comportamento deplorevole di Berlusconi, come si puo' immaginare, ha immediatamente fatto il giro del mondo, e il popolo italiano, che lui in qualche modo si arroga il diritto di rappresentare, ne subisce l'onta.
Tutt'altro che intenzionato a scusarsi per l'infelice battuta, ha rincarato la dose definendo le sue stesse parole "una carineria".
Oggi un cronista americano in una conferenza stampa gli ha chiesto se non fosse il caso di scusarsi con Obama, e la pronta ed arrogante risposta stizzita di Berlusconi e' stata "ma per favore, per favore! chiedi piuttosto tu scusa all'Italia", offendendo di nuovo.

Ebbene, io non penso che quest'uomo possa arrogarsi il diritto di rappresentare me e molti altri italiani di fronte al resto del mondo. Sara' anche stato eletto democraticamente, ma il suo stesso comportamento lo destituisce, almeno moralmente.

E per questo aderisco con piacere all'iniziativa ideata dall'amico blogger Silvano e nata in questa discussione sul blog del Russo che tende a diffondere presso organi di informazione stranieri un messaggio di dissociazione alle "carinerie" di Berlusconi.

E' stato creato un blog con lo scopo di organizzare i dettagli pratici dell'iniziativa, e raccogliere le adesioni a questo indirizzo:

http://yeswearedifferentit.blogspot.com

Si', Berlusconi e' un Idiota.
Io sono differente.

giovedì 6 novembre 2008

Barack Hussein Obama


Barack Hussein Obama
Avevo pensato di non parlare dell'elezione del presidente degli Stati Uniti, ma... non sono immune dall'entusiasmo che sta travolgendo tutti.
I miei amici americani sicuramente rimarrebbero sorpresi constatando quanto interesse si ha, da questa parte dell'oceano, sull'elezione del presidente americano.
Credo che i cittadini degli Stati Uniti siano più coinvolti da un possibile cambiamento riguardo ai grandi temi della politica interna, l'istruzione, la sanità, la sicurezza, sui quali non mi soffermo, ammettendo la mia ignoranza.

Per noi, invece, queste elezioni riguardano il ruolo degli Stati Uniti come dominatori del mondo.

Penso tuttavia che il Presidente degli Stati Uniti non sia colui che detiene veramente il potere. L'economia mondiale è un interesse ben maggiore della democrazia statunitense, ed è proprio questo interesse, che non è certo soggetto a democrazia, che determina l'ordine mondiale.
Questo mi fa dubitare di Obama come possibile rinnovatore della politica mondiale. Se ci sarà un cambiamento sociale radicale a livello planetario, sarà dovuto alla realizzazione di un interesse delle grandi multinazionali. Ed in questo ho paura che la volontà del Presidente non abbia molta influenza.
Tantomeno quella degli elettori.

Comunque mi piace Obama. Più di McCain. Infinitamente di più di Bush. Mi piace Obama perché è nero, e spero che questo particolare dia uno scossone a tutte le coscienze del mondo, specialmente qui in Italia, contro qualunque tipo di razzismo. Mi piace Obama perché ha l'immagine del pacifista e dell'ecologista, anche se ritengo che riguardo a questi temi l'immagine non coincida con i programmi. Mi piace Obama perché ha il volto umano, che non si dà da fare per nascondere le lacrime dietro un sorriso di plastica. Insomma, mi piace Obama non tanto perché io abbia fiducia in un effettivo cambiamento, ma perché rispecchia una speranza in un cambiamento che viene dal profondo delle coscienze dell'uomo comune. Un cambiamento verso una società più equa, più pacifica, più ecologista, più umana.

Il cambiamento, in una società come la nostra, può avvenire solo se parte dall'"alto" di chi manovra le leve del capitalismo mondiale. Ma una linea sulla sabbia che determini la direzione del cambiamento verso un ordine mondiale più morale può essere disegnata solo dalla coscienza dell'uomo comune. E l'immagine di Obama ne è il riflesso.

Oggi amo il popolo americano per aver avuto il coraggio di scegliere per quel cambiamento.

lunedì 20 ottobre 2008

Monte Tesoro


Mr. Bentley

scorcio del sentiero
Ecco finito un altro fine settimana da single (R. è tornata per un po' al "paesiello"). Sabato era una giornata nuvolosa e l'ho dedicata allo shopping e a qualche lavoretto in casa, di cui magari vi racconterò in un prossimo post. Ah, mi sono preoccupato di pianificare altri lavoretti per il giorno dopo.
Ieri mattina mi sono alzato di buona lena e, come prima cosa, ho guardato fuori dalla finestra. Era ancora un po' buio, ma si vedeva il cielo completamente sereno, e l'aria era frizzante. Ho deciso un cambio di programma, ed ho quindi subito indetto una riunione di famiglia.
"Compagni di branco, visto che bella giornata? Che ne dite di una camminata su per i monti?" - Mr. Bentley ha cominciato a saltellare entusiasta a destra e a sinistra, e con quel suo vocione baritonale: "Oh sì, Fajah..." (Mr. Bentley e Maddie mi chiamano "Fajah" perché... Be', non cominciamo con le divagazioni... questa storia magari ve la racconto un'altra volta). "Oh sì, Fajah, andiamo io e te a fare una camminata e lasciamo a casa le stupide ragazze. Noi siamo ragazzi e dobbiamo stare sempre assieme. Magari poi ci fermiamo per una birra in qualche posto..." (Mr. Bentley è un po' sciovinista, in effetti...). Maddie invece non mi prende subito sul serio, e, ruotando gli occhi spazientita gli fa "Sei proprio un cretino, Fajah non fa sul serio... Majah non c'è, e si sa che voi stupidi ragazzi rinunciate subito per pigrizia e ve ne state tutto il giorno col culo sulla poltrona e una birra in mano a guardare la partita." (Majah è ovviamente R.).

Maddie alla cima della montagna
Ho preso quindi la parola per chiarire. "No, no, dico sul serio" ho rassicurato Maddie, che ha cominciato a scodinzolare: "Da... da... davvero?!?". "Davvero", e poi, a Mr. Bentley: "andiamo TUTTI E TRE a fare una camminata... e poi, per la birra, magari se ne può parlare". Mr. Bentley, un po' deluso, ma ancora eccitato per l'escursione: "Mmmh... mmmmh... stupide ragazze... okay, Fajah"

Morale, decido di rinunciare ai lavoretti di casa, zaino in spalla, borraccia piena, scarponi, bastoncini da escursione, GPS e macchina fotografica (Mr. Bentley e Maddie, che invece viaggiano più leggeri, mi guardano sempre con curiosià, in questa fase preparatoria), e via, per una breve escursione proprio a dieci minuti in auto da casa.

laghi di Olginate e Garlate
(protuberanze del lago di Como, a sud di Lecco)
Con R. e Maddie (Mr. Bentley non era ancora nato!) avevo già fatto questa escursione in una giornata innevata, proseguendo poi per un tratto ben più lungo, su un sentiero che da sud approccia le pendici meridionali del monte Resegone. Stavolta, col branco, ci siamo accontentati dell'ascesa fino alla cappelletta degli alpini in cima al Monte Tesoro. La strada la ricordavo molto più lunga, ma evidentemente era la neve a renderla molto più difficile.
La camminata nella neve e' davvero molto piacevole, e dà un forte senso di silenzio e di pace, ma in autunno i colori sono davvero emozionanti, dal verde intenso al giallo e al rosso delle foglie, al marrone del sottobosco, in contrasto con l'azzurro limpido del cielo. Questo sentiero, seguendo la cresta, offre scorci scenici della vallata lecchese dell'Adda da una parte e delle Orobie bergamasche dall'altra.

È impossibile sbagliarsi. Si parcheggia l'auto in un piccolo parcheggio vicino al tornante (indicato sulla mappa) e si sale nel sentiero ben segnalato, seguendo appunto "Monte Tesoro". Dopo qualche centinaio di metri c'è un bivio, su una carrettiera. Questo è l'unico punto che potrebbe trarre in inganno (e infatti ci siamo sbagliati, finendo in una proprietà privata). Bisogna prendere a sinistra, ma subito dopo il bivio c'è l'imbocco di un sentiero piuttosto nascosto, verso destra. Si cammina un po' in mezzo ai boschi, un po' sulla roccia, fino ad una prima cima, dove c'è un pennone per una bandiera, poi si scende di una decina di metri per poi salire di nuovo, fino ad una cima più alta, con la cappelletta degli alpini, il monumento ai caduti, un piccolo cimitero e un piccolo eliporto del soccorso alpino. Il tempo di qualche foto e poi subito a ridiscendere per la stessa via.
A mezzogiorno eravamo di nuovo a casa, e nel pomeriggio sono anche riuscito a fare tutti i lavoretti in programma. Efficiente, eh?

altre viste del sentiero
  • Tempo totale: 1:42 (circa mezz'ora di cammino in salita e venti minuti in discesa, più la sosta)
  • Distanza percorsa: 3.94km (andata e ritorno)
  • Dislivello: 115m (214m in salita, 99m in discesa)
  • Altitudine: da 1301m a 1416m
Traccia GPS
A: parcheggio sul tornante; B: cima del Monte Tesoro; C: Lago di Olginate; D: Lago di Garlate

venerdì 10 ottobre 2008

Un anno


10/10/2007