Mah, c'e' vegetariano e vegetariano. Le motivazioni possono essere diverse.
Ci sono i "vegetariani animalisti", che non mangiano animali perche' vogliono evitare di ucciderli. C'e' da dire che tra una coppia cane-padrone in cui il padrone e' vegetariano e una in cui il padrone non lo e', quest'ultima consuma decisamente molta piu' carne della prima, e quindi contribuisce all'uccisione di un numero di animali maggiore.
Poi c'e' da dire - e a questo ho pensato spesso - se vale il numero di animali morti, oppure il loro grado di intelligenza... ad esempio, uccidere una cozza e' piu' o meno eticamente accettabile di uccidere una vacca? Certo se ho fame non mi basta uccidere una cozza, ma ne devo uccidere tante, mentre se voglio mangiare carne bovina, uccidere una vacca mi sfama e ne avanza in quantita'. Ma il grado di intelligenza di una vacca e' maggiore o minore della somma dei gradi di intelligenza di tutte le cozze che dovrei uccidere per ottenere un equivalente peso dell'alimento finito? Perche' alla fine quel che conta e' il peso. Un coniglio mi sfama per una settimana? Una vacca mi sfama per un tempo molto maggiore, proporzionale al rapporto tra il peso della vacca e quello del coniglio. Ammesso che l'intelligenza di una vacca sia simile a quella di un coniglio (sempre che l'intelligenza sia appunto il fattore discriminante), uccidere una vacca ha senz'altro lo stesso valore etico di uccidere un coniglio, ma fornisce sicuramente un apporto nutrizionale maggiore, e quindi dovrei ucciderne un numero inferiore. Se e' eticamente sbagliato uccidere un animale, evidentemente e' eticamente ancora piu' sbagliato ucciderne piu' di uno. O no?
Gia', pero' in natura abbiamo molti piu' conigli che vacche. O almeno dovremmo averne molti di piu' se non considerassimo gli allevamenti intensivi (cioe' se tutti fossimo vegetariani, e la vita degli animali dipendesse solo dalle leggi di natura). Credo. Quindi la somma delle intelligenze dei conigli nel mondo sarebbe maggiore della somma delle intelligenze delle vacche nel mondo. Ammazzare una vacca, quindi, globalmente sarebbe meno equo di ammazzare piu' conigli. Dove ho letto che il peso totale di tutte le formiche del mondo e' di gran lunga maggiore del peso totale di tutti i mammiferi, di tutte le specie, nel mondo? Ma questo non c'entra niente.
Perche' bisogna valutare l'intelligenza, ci si potrebbe chiedere. Naturalmente perche' cio' che rende eticamente diverso un animale da un vegetale e' proprio l'intelligenza. Se non voglio uccidere nel senso che non voglio spezzare una vita, anche mangiare una rapa e' immorale, perche' per farlo spezzo la vita della rapa. Invece il vegetariano non rifiuta di spezzare una vita di una rapa, ma quella della vacca si'. Perche'? Perche' la vacca e' intelligente, al punto da immaginare che sia autocosciente. Cioe', se e' in grado di avere una coscienza di se', allora non solo soffre, ma anche sa di soffrire. O addirittura di morire. E credo sia questo il limite che i vegetariani animalisti non vogliono superare, anche se e' difficile credere che una cozza abbia coscienza di se' e quindi sia in grado di sviluppare una gnoseologia della sofferenza, o addirittura della morte. Per altro la coscienza del se' ci porta a paradossi filosofici che forse e' meglio non affrontare (l'autocoscienza puo' essere sperimentata solo dal se', quindi non e' possibile avere indizzi sull'esistenza dell'autocoscienza altrui). E' indubbio pero' che se ammazzo una vacca con un'ascia come in Apocalypse Now, quella da' davvero l'apparenza di soffrire, mentre se faccio la stessa cosa con una rapa e' difficile credere che essa provi qualcosa.
Ma tornando alla coppia cane-padrone, se esistesse un cane per ogni essere umano (avremmo quindi circa sette miliardi di cani sul pianeta), e se la quantita' di carne necessaria per sfamare un cane nell'unita' di tempo fosse uguale a quella necessaria per sfamare un umano, potremmo dire che globalmente il numero di animali uccisi per sfamare i cani sarebbe uguale al numero di animali uccisi per sfamare gli umani. In realta', i cani si accontentano degli scarti della produzione di carne per gli umani. Ma poniamo che la quantita' di scarti per l'alimentazione umana equivalga alla quantita' di prodotto utile: e' evidente che il fabbisogno di animali ammazzati per i cani sarebbe equivalente al fabbisogno di animali ammazzati per gli umani.
Naturalmente pero' il numero dei cani sul pianeta e' largamente inferiore a quello degli umani, quindi il numero di animali ammazzati per l'alimentazione dei cani e' decisamente molto inferiore. Se gli uomini diventassero tutti improvvisamente vegetariani, il numero di animali ammazzati per l'alimentazione (dei cani) sarebbe ridotto a meno della meta'. Questa conclusione potrebbe essere una giustificazione etica sufficiente per questi "vegetariani animalisti".
Naturalmente poi e' da valutare anche l'eticita' della produzione di cibo (per l'alimentazione umana e ancor di piu' per quella canina). Ma questo e' un altro discorso.
Poi ci sono i "vegetariani-nutrizionisti" che lo fanno per questioni di qualita' della nutrizione. Io non sono un grande esperto in questa cosa, so solo che da quando ho ridotto drasticamente il consumo di carne (soprattutto rossa, ma anche bianca) e pesce, sto fisicamente molto meglio.
Infine c'e' un'altra razza di vegetariani. I "vegetariani-ambientalisti", che pensano che consumare carne sia dannoso all'ambiente. Naturalmente l'esistenza degli animali e' cosa buona per l'ambiente, infatti e' la Natura stessa che ha inventato gli animali. Pero' gli allevamenti intensivi invece soffrono di alcuni problemi. Innanzitutto la concentrazione di una grande quantita' di animali inquina. Secondo consuma una quantita' di vegetali enorme.
La quantita' di terreno che deve essere utilizzato per produrre foraggio sufficiente per l'alimentazione di un bovino consentirebbe altrimenti la produzione di alimenti vegetali per umani in grado di sfamare un numero di persone molto maggiore di quante ne sfama la carne prodotta tramite la macellazione di quel bovino. Per unita' di spazio coltivabile e di tempo, quindi, la produzione vegetale e' piu' efficiente per la nutrizione umana di quanto non lo sia la produzione animale.
A me questi vegetariani piacciono, perche' hanno ragione.
Il punto e' che se sul pianeta fossimo molti di meno, non si porrebbe il problema. Ma sette miliardi di persone dovrebbero avere accesso al cibo necessario per non morire di fame. E se il cibo non e' sufficiente per nutrirle tutte, e' evidente che ce ne saranno alcune (i poveri, tipicamente), che non ce l'hanno quell'accesso. Mangiare carne non e' sostenibile.
Io personalmente sono quasi-vegetariano. Nel senso che carne e pesce li mangio si', ma con moderazione. Diciamo che mediamente in una settimana mangio carne o pesce una volta (su quattordici pasti, escludendo le prime colazioni, in cui mi sparo solo un po' di cereali e frutta).
Secondo me il consumo di carne non e' insostenibile. Il consumo di MOLTA carne lo e'. Io rapporto il mio stile di vita a quello dei miei bis bis bis, con azienda agricola del tutto autosufficiente dal punto di vista alimentare. Mangiavano carne, ma una volta ogni tanto. I polli, per esempio, erano utili come trasformatori di proteine, nel senso che gli scarti dell'utilizzo di verdura in cucina servivano per nutrire i polli. Quelli facevano uova e alla fine venivano macellati e mangiati. Il loro sterco era utile come concime per la produzione di altri vegetali. Insomma, il problema secondo me non e' se mangiare o no la carne, ma avere uno stile dell'alimentazione sostenibile, cioe' che non lasci il mondo in condizioni peggiori. Ci riesco? Probabilmente non del tutto, ma sicuramente molto di piu' di quelli che mangiano carne in continuazione, rimettendoci, per altro, la salute.