venerdì 23 luglio 2010

OGM in Friuli


Zona libera da OGM
Riporto l'appello di Greenpeace che ho ricevuto tramite mailing list:

Ciao Dario,

in questi giorni stiamo rischiando la prima estesa contaminazione da OGM in Italia, a causa di una presunta semina – che sarebbe assolutamente illegale - di mais transgenico in un campo in Friuli, nel Comune di Fanna (Pn). Lo scorso 10 luglio il terreno “sospetto” è stato posto sotto sequestro, ma la Procura di Pordenone, invece di intervenire d’urgenza, si è presa un mese di tempo per la verifica delle analisi e la stesura della perizia.

Aspettare agosto è assurdo! Le analisi molecolari per l’accertamento della presenza di OGM sui campioni - che sono già stati prelevati da tempo - non richiedono più di tre giorni! Ormai quel mais è in fase avanzata di maturazione: ancora pochi giorni e queste piante produrranno il loro polline, che si disperderà in ambiente e darà il via a una contaminazione difficilmente arrestabile.

Non possiamo star fermi a guardare! Per questo ti invitiamo a scrivere insieme a Greenpeace e a tutta la Task Force per un'Italia Libera dagli OGM al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella sua funzione di Garante delle norme e della loro applicazione, chiediamo al nostro Presidente di intervenire con urgenza sulla Procura di Pordenone per scongiurare ogni ipotesi di contaminazione da piante transgeniche.

Se come noi, vuoi impedire che gli OGM contaminino l’ambiente e l’agricoltura, invia anche tu la lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Grazie!


Io ho firmato.

giovedì 8 luglio 2010

Rifugio Martina - Monte San Primo

27 giugno 2010.

Il sentiero che dovremo percorrere
nel ritorno, visto dalla sommità
del monte San Primo
Si preannuncia una giornata calda, quindi decidiamo di uscire presto.
Sulla strada che connette Erba e Como, da Lecco c'è una deviazione a destra che indica per Canzo. Si tratta di una bellissima strada panoramica che porta alla famosa località di Bellagio tagliando il Triangolo Lariano nel bel mezzo. Dopo Canzo, ad Asso bisogna proseguire dritto, e ignorare la deviazione per Bellagio, ché porta di nuovo sulla strada costiera. Questa strada è famosa per i ciclisti (percorrendola ne incontriamo davvero tanti), infatti ad un certo punto c'è la cappella della Madonna del Ghisallo, dedicata alla memoria di Fausto Coppi, e proprio lì vicino, il Museo della Bicicletta. Proprio a quell'altezza c'è una strada, verso est, che si aggrappa, tutta tornanti, alla montagna. Finisce con un tratto di sterrata, in località San Primo, dove c'è un albergo in disuso (chissà perché non lo restaurano... è bellissimo!) e, alla fine, un parcheggio. Una sbarra indica che da qui l'accesso è consentito a piedi. Seguendo le indicazioni per il rifugio Martina si percorre prima la strada principale e poi una deviazione a sinistra. Dopo circa 15-20 minuti si arriva al rifugio su un tratto in salita, ma piuttosto agevole. Qui si fermano quasi tutti, in effetti sembra un posto molto accogliente. La nostra meta però è la cima del monte San Primo. Dietro al rifugio, infatti, a sinistra si diparte un sentiero. Cominciano i tornanti!

Lo stesso sentiero, appena percorso
la strada si fa sempre più difficile, tanto che in alcuni tratti bisogna aggrapparsi con le mani alle rocce e alle piante. Maddie e Mr. Bentley hanno bisogno di qualche aiutino per superare tratti particolarmente ripidi. Fa caldo ed è piuttosto umido, le mosche si appiccicano alla pelle sudata ogni volta che ci si ferma a riprendere fiato. Ma il luogo è bellissimo, il sentiero taglia in mezzo al bosco e il canto degli uccelli ci tiene costante compagnia. Mr. Bentley rimpiange la propria cuccia mentre Maddie è impaziente di vedere quel che verrà dopo. Incontriamo qualche altro escursionista, addirittura un paio di ciclisti che scendono, in direzione opposta, con la bici in spalla (pazzi!). Chiediamo informazione a loro e ci confermano che il sentiero, dalla parte opposta della montagna, è decisamente più agevole (loro l'hanno fatto in salita in bici).
Finalmente, dopo quasi due ore, la foresta improvvisamente si apre e la cima è a portata di mano. C'è una croce e un ripetitore radio, alimentato da vistosi pannelli solari.
Dalla cima si dipartono due sentieri, proprio sulla cresta, uno a destra, verso nord-ovest, l'altro a sinistra, verso sud-est. Sfortunatamente il tempo non è molto clemente. Non piove, ma è molto fosco, e il lago non si riesce a scorgere. Dovrebbe esserci invece una bella vista proprio dove il ramo di Lecco si divide da quello di Como, a Bellagio.
Prendiamo il sentiero di sinistra, quello che era stato percorso dai ciclisti che abbiamo incontrato prima. Poco più giù ci fermiamo in uno spiazzo per mangiarci un panino, e subito ripartiamo. La discesa è decisamente meno ripida e più facile della salita, ma è anche molto più lunga. Ad un certo punto troviamo un segnavia che indica per il Sentiero Italia, n. 1. Seguiamo quello, che ci porta, tra boschi e pascoli, fino ad una azienda agricola. Da qui prendiamo la strada asfaltata che ci porta giù fino a dove cominciava la sterrata appena prima del parcheggio.
Andata:
  • Tempo: 1:59
  • Distanza: 4.62km
  • Dislivello: 562m (578m in salita, 16m in discesa)
  • Altitudine: da 1151m a 1568m
Ritorno:
  • Tempo: 2:50 (inclusi 20 minuti di sosta per il pranzo)
  • Distanza: 6.48km
  • Dislivello: 562m (47m in salita, 609m in discesa)
  • Altitudine: da 1678m a 1116m
Traccia GPS dell'escursione.
In rosso la salita, in giallo la discesa: A: Parcheggio auto; B: Rifugio Martina; C: vetta monte S. Primo; D: Pausa pranzo; E: Intersezione con il Sentiero Italia n.1; F: Fattoria; G: Hotel dismesso.

giovedì 1 luglio 2010

Non chiudere il becco!