giovedì 27 novembre 2008

Passo del Pertüs e monte Ocone

Dopo un paio di giorni di vento forte, il freddo che arriva dal nord, domenica prometteva una giornata limpidissima.
Maddie e Mr. Bentley erano già eccitati quando io ero ancora aggrappato ad un bel sogno. "Dài Fajah, alzati e andiamo a fare una camminata!" mi incitavano dandomi scossoni sul braccio con le zampine anteriori, la lingua a penzoloni e le orecchie all'insù.
Io rannicchiato sotto le coperte apro prima un occhio, e poi lo richiudo, pretendendo di ignorarli. Ma insistono. Con mugolii e abbai mi convincono che è ora di cominciare la giornata.
Il sole non è ancora spuntato da dietro la montagna, ma il cielo è visibilmente sereno. Andiamo, dunque.

Mr. Bentley
Apro la porta e li lascio uscire in giardino per i loro bisogni mattutini. Una folata d'aria gelida quasi mi convince a tornarmene a letto. Ma ormai la parola è data, è una questione d'onore.

Maddie
Con un veloce conciliabolo decidiamo di seguire un sentiero che è il proseguimento naturale di quello che sale sul Monte Tesoro. Infatti, se dal punto di arrivo di quell'escursione si prosegue sullo stesso sentiero, si raggiunge, a Forcella Alta, un parcheggio in un punto panoramico vicino ad un albergo, un paio di case e un laghetto per abbeverare le vacche (ghiacciato).
In quel punto, raggiunto in auto (guidavo io), c'è l'inizio di questa escursione. Un po' di gente (invero non molto sportiva) è lì a fare foto e ad acquistare i salumi e i formaggi di malga dal solito ambulante.
Maddie e Mr. Bentley sono già eccitatissimi, mentre io rimpiango ancora un po' il cuscino caldo... ma bando alle ciance e gambe in spalla!
Il cammino comincia su di una carrozzabile sterrata che termina poco dopo in un bosco. Poi il sentiero non è ben visibile, ma sono chiari i segni di vernice rossa e bianca sugli alberi. La difficoltà, in questa stagione, sta nelle foglie secche del sottobosco che nascondono completamente le asperità del terreno sottostante, il che rende facile sprofondare con una caviglia tra due rocce.
Maddie e Mr. Bentley avevano la peggio, e a volte sembravano quasi affogare negli accumuli.
Presto, comunque, il bosco si apre in un bel prato, dove bisogna costeggiare la cresta che dà sulla vallata. Si rientra subito in un altro bosco (il sentiero ora è più chiaro) dove si incontrano degli edifici utilizzati in passato per l'uccellagione. Si giunge quindi ad un convento ormai dismesso, la cui

Scorcio dalla vetta del monte Ocone.
Dal basso si distinguono i laghi di Garlate, Oggiono,
Annone, Pusiano e Alserio.
La vetta innevata più alta è il Monte Rosa
chiesetta è in ristrutturazione. Da lì parte un'altra carrozzabile che scende ripida, ma noi seguiamo le indicazioni per il passo del Pertüs (in dialetto locale questo nome significa "pertugio"), e infatti dopo una decina di minuti si giunge ad un ponticello che unisce le due pareti del passo. Qui ci sono degli altri ruderi di strutture utilizzate in passato per la cattura di uccelli in migrazione, pratica dettagliatamente descritta su utili cartelli.
Fino a questo punto il sentiero è stato quasi completamente in lieve discesa e piuttosto facile, ma ora comincia l'ascesa ripida alla vetta del monte Ocone. Spesso i cani non riescono a saltare su per le rocce e devo aiutarli, ottenendo in cambio ampie leccate di ringraziamento. Dopo venti minuti di ascesa eccoci finalmente in vetta. Uno spettacolo mozzafiato. Ho scattato una serie di foto che poi ho messo insieme con Photomerge di Photoshop per creare un'immagine panoramica a 360 gradi (cliccare per ingrandirla).
Fa molto freddo, ogni pozza incontrata è completamente ghiacciata, ma proprio per questo l'aria è davvero limpida tanto da vedere chiaramente fino al monte Rosa da una parte e i colli Piacentini oltre Milano dall'altra. Nella foto panoramica, la vetta apparentemente più alta, a sinistra, appena dopo i ripetitori TV di Valcava, è il monte Tesoro.

Dieci minuti di pausa, Maddie, Mr. Bentley ed io, rannicchiati l'uno contro gli altri ad ascoltare un silenzio quasi assordante, in contemplazione del resto del mondo, appena più sotto.

Il ritorno sullo stesso percorso in senso opposto.
  • Tempo totale: 2:09 (1:22 andata, 0:53 ritorno)
  • Distanza percorsa: 5.3km (andata e ritorno)
  • Dislivello: 20m (140 in discesa, 160 in salita)
  • Altitudine: da 1305m a 1325m
Traccia GPS:
A: Vetta del Monte Tesoro; B: Laghetto di Forcella Alta; C: Convento; D: Passo del Pertüs; E: Vetta del Monte Ocone

giovedì 20 novembre 2008

Non a nome mio

Hey, c'e' la mia faccia, qui! ;-)

martedì 18 novembre 2008

31 canzoni

"31 canzoni" è il titolo di un libro dello scrittore inglese Nick Hornby, che mi è stato consigliato (ma non ho ancora letto) dall'amico Silvano che tiene perlappunto un blog dal titolo "31 canzoni".
Come mi spiega Silvano, il libro tratta delle 31 canzoni che hanno "segnato" la vita all'autore.
Da questa considerazione mi è venuta la voglia di elencare le 31 canzoni che hanno segnato la mia vita.
Detto, fatto.
Pensavo sarebbe stata un'impresa titanica, e invece è stato facile trovare così tante canzoni. Anzi, alcune le ho dovute lasciare fuori perché non ci stavano nell'elenco.
Non posso dire che, presa ognuna singolarmente, queste canzoni siano tutte davvero fondamentali, ma di certo ciascuna mi "descrive" almeno in parte. Sono canzoni che amo, o che ho amato in qualche fase della mia vita. Alcune di esse, tuttavia, non entrerebbero più nemmeno nella mia personale hit-parade attuale. Tutte però le ricordo con affetto per ciò che hanno rappresentato o rappresentano. Alcune mi fanno ancora venire la pelle d'oca.
Grazie a Silvano per avermi involontariamente indotto ad intraprendere questa ricerca introspettiva. ;-)

L'ordine delle canzoni è assolutamente casuale.

1. Keith Jarrett, The Köln concert - part I
I concerti di Keith Jarrett sono l'estremizzazione del concetto di improvvisazione, nel senso che sono totalmente improvvisati. Melodie e armonie non sono preparati in anticipo ma si sviluppano sotto le dita del pianista, apparentemente in modo indipendente dalla sua volontà. Si ha l'impressione che il pianista sia solo uno strumento accessorio di un disegno trascendente. Se fossi stato un grande pianista Keith Jarrett sarebbe stato il mio modello. Purtroppo mi sono sempre dovuto accontentare di molto meno.

2.The Queen, Somebody to love
Questo pezzo secondo me è perfetto. Mai ripetitivo e sempre sorprendente dall'inizio alla fine, in un amalgama di armonie e melodie che si susseguono senza soluzione di continuità.

3. Pink Floyd, Shine on you crazy diamond - part 6, 7 e part 8, 9
La cosa che mi piace in questo brano è il suono caldo del sintetizzatore monofonico analogico. In questo tipo di musica il synth è utilizzato per ricercare sonorità nuove e non, come è avvenuto più tardi, per semplificare la vita agli strumentisti imitando il più fedelmente possibile strumenti tradizionali. Suoni artificiali, quindi, ma che in questo brano assumono espressività concreta, come la si può trovare negli strumenti tradizionali.

4. Louis Armstrong, The wonderful world
Per me è l'inno della Natura, nella sua semplicità

5. Miles Davis, Human nature
Un pezzo di Michael Jackson (l'originale non mi piace per niente). L'ultimo periodo "elettrico" di Miles Davis è caratterizzato dalla contaminazione del jazz con il pop, che lo rende decisamente molto più facile del Miles Davis classico, rimanendo a livelli ottimi (e qui i puristi mi demoliranno!). Miles Davis è il trombettista tecnicamente meno dotato che conosco, ma ogni sua singola nota è un brivido alla schiena.

6. Incognito, Don't you worry 'bout a thing
L'acid jazz è da tempo il genere che preferisco.
Ho visto un concerto dal vivo anni fa di questo gruppo e ne sono rimasto entusiasta. Impossibile smettere di ballare! Una ventina di musicisti sul palco, ognuno con delle doti che lo esaltavano, ma tutti perfettamente amalgamati, nonostante siano una accozzaglia di nazionalità ed etnie diverse (un bell'esempio di integrazione!).
Questo brano è uno dei loro pezzi più famosi (e secondo me più belli). Si tratta di una cover decisamente più funky di una canzone di Stevie Wonder.

7. Cyndi Lauper, Time after time
Questo è un pezzo che quando mi entra in testa non vuole uscirne più. Di questo pezzo esistono un'infinità di versioni. Io amo soprattutto quella di Miles Davis, ma non vorrei ripetere il commento della canzone n. 5 :-)

8. Francesco Di Giacomo & Sam Moore, Hey Joe (non ho trovato la canzone in rete)
Hey Joe è il popolare brano reso famoso da Jimi Hendrix. Pur non contestando il genio di Jimi Hendrix, non sono mai riuscito ad apprezzarne lo stile. Questo pezzo rivive nelle voci di Francesco di Giacomo e Sam Moore in un arrangiamento funky-blues molto raffinato. Purtroppo ho solo il vinile (com'è che si chiamavano i dischi a 45 giri delle dimensioni di un LP?): non so più come ascoltarlo.

9. Premiata Forneria Marconi, Impressioni di settembre
Questo brano mi ricorda l'adolescenza, anche se in effetti quando lo ascoltavo in quel periodo era già un pezzo di storia. È stato il primo brano che ho suonato con un gruppo: la passione per la musica suonata mi è nata con la passione per questa canzone.

10. Dirotta su Cuba, Tutto da rifare
I Dirotta li ho ascoltati per la prima volta in uno spettacolo in TV nei primi anni '90 dove hanno suonato dal vivo "Liberi di Liberi da", il loro primo successo. E li ho subito amati. Acquistai il loro primo CD ed ne fui entusiasta. Acquistai quindi anche il secondo CD e ne fui di nuovo entusiasta. Il terzo l'ho saltato perché era una compilation dei primi due, e il quarto... furono soldi buttati perché non mi piacque per niente. Ho smesso di essere loro fan, ma i primi due CD restano per me dei capolavori.

11. Simply Red, The right thing
Oltre alla caratteristica voce di Mick Hucknall, mi piacciono tantissimo anche gli strumentisti. Mi ricordo una volta che, andando per una birra al mio pub-musica-live preferito (il Ponderosa di Lonate Ceppino - ah! meriterebbe un post a sè), me li trovai sul palco che suonavano cover jazz, in una serata improvvisata, mentre

Sergio Cammariere
Mick se ne rimaneva seduto al banco del bar a bere birra e a chiacchierare con il barman. "The Right Thing" è un bel pezzo, in generale. In particolare mi piace lo stravolgimento armonico del refrain nella ripresa.

12. Roberto Vecchioni, Luci a San Siro
L'atmosfera della mia città, nella quale non amo più tornare, perché, come dice Vecchioni, il tempo emigra, e luci a San Siro non ne accenderanno più. E Milano non è più mia.

13. The Blues Brothers, Sweet home Chicago
Un film che non mi stancherei mai di rivedere, un gruppo incredibile, Sweet Home Chicago, un classico che non poteva mancare in questa classifica.

14. Sergio Cammariere, Tutto quello che un uomo
È la canzone che avrei voluto comporre per lei.


Sade
15. Sade, By your side
Il suo calore, al mio fianco, nei momenti duri, anche quando è lontana.

16. The Cure, Why can't I be you
Quello dei Cure credo sia stato il mio primo concertone live allo stadio. Non mi sono mai identificato nel loro stile, ma le loro musiche mi sono sempre piaciute per la quantità di semplici melodie che "intrecciano" le armonie.

17. Sting, Moon over Bourbon street
L'atmosfera della notte.

18. Deep Purple, Child in time
In un lontano periodo della mia vita (per fortuna - per la mia salute - piuttosto breve!) ho suonato in un gruppo hard rock che faceva cover dei Deep Purple. Questo pezzo è un esempio di quel genere, dove viene esaltato il virtuosismo strumentale, oltre che vocale. Più tardi ho totalmente cambiato genere e gusti, ma allora questo pezzo è stato un punto di riferimento.

19. Wolfgang Amadeus Mozart, Lacrimosa (Requiem)
Pur non avendone un'ampia cultura, ho sempre apprezzato la musica classica. Il mio musicista preferito è decisamente Mozart, e il Requiem è l'opera più bella.

20. Average White Band, Pick up the pieces
Questa canzone è un funky davvero trascinante, ed è stata spesso la colonna sonora dei momenti allegri.

21. Jevetta Steele, Calling you
È la canzone tratta film "Baghdad Cafe". Questa canzone è diametralmente opposta alla n. 20: è la colonna sonora di molti momenti tristi.

22. Carl Orff, Fortuna Imperatrix Mundi (Carmina Burana)
Un altra opera di musica classica che amo particolarmente sono i Carmina Burana di Carl Orff, che contamina la musica classica con generi più contemporanei. Anche il tema dell'opera è piuttosto originale nel contesto, poiché descrive scene di vita quotidiana, dall'osteria al bordello, non mancando di far cantare la voce di un cigno arrosto. In una mescolanza di Latino e Tedesco.

23. M People, Don't look any further
Una canzone pop, ripresa in numerosissimi riarrangiamenti, anche in sapore di acid jazz. Un pezzo che nella sua semplicità ha superato il trascorrere del tempo e la ascolto ancora oggi con molto piacere.
La versione del video linkato è un remake degli stessi M People, un po' troppo "dance" per i miei gusti.

24. David Bowie, Heroes
Ho sempre percepito David Bowie come una specie di alieno. Come quelle persone che sembrano attrarre l'attenzione in mezzo alla folla indistinta. Non che questa caratteristica ricopra alcun ruolo importante per me, ma ho sempre pensato che la grandezza di Bowie fosse saper usare questo carisma per trasmettere emozione.

25. Toto, Georgy Porgy
I Toto mi piacciono per l'originalità dei loro suoni e soprattutto dei loro ritmi.
Riguardo questa canzone mi ricordo l'immagine del batterista con cui suonavo mentre provava e riprovava ossessivamente il colpo di rullante che riprende dallo stop a 1'55" nel video linkato, non esattamente in battere (come diceva lui, "un'intenzione in levare"). Questo pezzo dà l'idea di essere costruito intorno a quel colpo di rullante.

26. Manhattan Transfer, Soul food to go
Quel che mi piace dei Manhattan Transfer è l'impressione che danno di utilizzare le voci come se fossero strumenti musicali. Molto sofisticati.

27. Let the sunshine in - dal film Hair
È il film pacifista che rappresenta, in questo brano finale, la protesta collettiva contro la guerra e l'ordine costituito che la guida, in cui mi identifico totalmente.

28. Dire Straits, Tunnel of Love
La vera personalità di questo gruppo è data della chitarra di Mark Knopfler, senza la quale i loro pezzi perderebbero totalmente significato. Per quanto non si possa proprio esaltare le sue doti canore, anche l'impronta della sua voce rende i pezzi dei Dire Straits unici.
Tunnel of Love mi piace in particolare per il crescendo della parte strumentale finale.

29. John Lennon, Imagine
Il testo di questa canzone è per me la definizione stessa della parola "Pace".

30. Vinicio Capossela, All'una e trentacinque circa
Adesso Capossela non mi piace più tantissimo, ma quando uscì l'album che prende il nome da questa canzone mi piacque tantissimo. Raffinatamente jazz ma anche popolare. Vinicio Capossela sembra quasi uno come noi ritrovatosi per caso sopra ad un palco. Con una bottiglia di Lambrusco al seguito.

31. Johan Sebastian Bach, Passacaglia in do minore e Thema fugatum
La prima volta che ho ascoltato questo brano è stato ad un concerto d'organo in una chiesa dove mi aveva trascinato un amico appassionato di organi a canne. Anche se non totalmente digiuno di musica classica non avevo mai assistito ad un concerto (in una chiesa, per giunta!). Ero ormai rassengato alla noia, quando ad un tratto, in particolare questo brano, ecco l'entusiasmo! Anni dopo, quando ho acquisito un po' di tecnica, ho fatto una personale riduzione per pianoforte di questo brano e me lo sono imparato.
La passacaglia è una forma musicale basata sulla ripetizione ossessiva di un tema sempre uguale a se stesso, che viene armonizzato ogni volta in modi diversi. In questo caso il tema viene poi ripreso nella fuga finale.

venerdì 14 novembre 2008

Il tavolo da lavoro nel box

I miei amici di blog sapranno che, poiche' di professione faccio l'informatico, cioe' un mestiere nel campo dell'astrazione concettuale, nel tempo libero mi piace invece avere a che fare con lavori manuali, occuparmi di cose concrete, che si possono toccare, manipolare, modellare.
Oltre alla mia passione per il giardinaggio, e la relativa soddisfazione per la produzione di frutta e verdura genuina (il merito invero dovrebbe essere dato a Madre Natura, che fa quasi tutto il lavoro) mi piace occuparmi dei lavoretti di casa.
Strumento fondamentale per la realizzazione di questa attivita' e' il tavolo da lavoro. Non avendone uno, e per altro non avendo lo spazio dove metterlo (nel box, una volta che ci si infila l'auto non ci sta quasi piu' niente) ho pensato di costruirmene uno da me, ribaltabile.
;-) Ovviamente sarebbe stato di molto aiuto avere un tavolo da lavoro per intraprendere questa impresa, ma se l'avessi avuto non avrei dovuto intraprenderla, per cui mi sono arrangiato.

L'idea era di spendere il meno possibile, e di riutilizzare del materiale dismesso che avevo in giro, in particolare due assi da edilizia delle dimensioni di circa 50x200cm, di quelle che si usano nei ponteggi o per modellare cementi armati (che sono state lasciate li' dagli operai del cantiere di costruzione della casa) e due fogli di compensato, recuperati dalla ditta presso cui lavoro, che erano utilizzati per l'imballaggio di una fornitura e quindi destinati al macero.

Il progetto CAD del tavolo (vista da sotto)
Come prima cosa ho progettato il tavolo con un CAD, utilizzando la misura standard per l'altezza (90 cm) ed altre dimensioni compatibili con il materiale di recupero. L'operazione mi e' risultata abbastanza semplice perche' quel CAD e' proprio lo strumento software che utilizzo in ufficio per il mio lavoro.

Ho tagliato a misura le assi da edilizia e le ho lavorate con la levigatrice (per rimuovere piccoli resti di cemento, la vernice impermeabile e per renderli il piu' possibile lisci).

I compensati sono stati liberati dal resto della struttura dell'imballaggio di cui costituivano una parte, tagliati a misura e anch'essi levigati. Ho quindi incollato con colla vinilica le due assi da edilizia, affiancate, ai due fogli di compensato, uno sopra e uno sotto. Per far bene aderire la colla ho lasciato il tutto per una settimana pressato con dei mattoni. Pensavo di assicurare l'adesione con dei chiodi o delle viti, ma alla fine non e' stato necessario: la colla si e' dimostrata sufficiente.

A sinistra: levigatura delle assi da edilizia; a destra: preparazione dei compensati
Ad un negozio di articoli per faidate' ho acquistato dei listelli grezzi (i piu' economici), che poi ho tagliato a misura e levigato.

I listelli tagliati e levigati
Ho quindi unito con degli angolari (e dell'altra colla vinilica) i listelli per formare le strutture delle gambe. Poi ho verniciato il tutto con dell'impregnante cerato ad acqua, per proteggere e rinforzare le superfici.
Le parti fisse delle gambe, dopo essere state incernierate alle parti mobili, sono state assicurate al muro con delle viti a tassello.

A sinistra: tutti i pezzi pronti per essere montati; a destra le gambe montate e fissate al muro
Alla struttura e' stato aggiunto finalmente il piano di lavoro, anch'esso applicato tramite delle cerniere alle parti fisse delle gambe.

Ecco il risultato finale. A sinistra il tavolo aperto, a destra chiuso
Questo lavoro mi e' piaciuto moltissimo. E' venuto esattamente come volevo che venisse, e, all'apparenza, e' anche piu' gradevole di quello che serve (in fondo e' solo un tavolo da lavoro nel box!). Il lavoro mi ha divertito e soddisfatto tanto che sto quasi pensando di costruire qualche mobile per la casa (di cui, in effetti, abbiamo molto bisogno)... chissa' se mia moglie e' d'accordo :-)
La spesa e' stata piuttosto contenuta: 24 euro per i listelli da cui ho ottenuto le gambe, 15 euro per la vernice, 10 euro per la colla, 15 euro circa per gli angolari, le cerniere, le viti e altro materiale di consumo (totale 64 euro).

martedì 11 novembre 2008

Miriam Makeba


Miriam Makeba, Pata pata
Qualcuno di molto... mmmh... "importante", qui in Italia, come ad esempio Berlusconi, potrebbe farle un necrologio descrivendola ad esempio come come una donna che si distingue per l'ottima abbronzatura, com'è ovvio che sia, del resto, visto che veniva da un paese felice dove si passa il tempo nell'ozio e a raccogliere noci di cocco e a cantare e ballare sulla spiaggia intorno al fuoco. Del resto, sembrerebbe scientificamente provato che gli uomini e le donne di "razza abbronzata" ce l'abbiano nel sangue, il senso del ritmo!

Io invece preferisco ricordare Miriam Makeba come la madre della lotta all'Apartheid, nata in Sudafrica nel '32 e morta ieri, in Italia, simbolicamente cantando contro la mafia e contro il razzismo.

Il brano in questo video, Pata pata, è molto popolare anche alle Hawai'i, dall'altra parte del mondo, in tutti i sensi, poiché un gruppo locale ne ha tratta una cover di successo. Spesso la musica arriva dove altri linguaggi faticano. Chissa' se Miriam e' riuscita a far ballare anche Berlusconi!

lunedì 10 novembre 2008

Yes, we are different! / 2



Siamo differenti!
Non siamo razzisti!
Menti libere contro il razzismo
Aderisci anche tu
L'iniziativa che vi ho raccontato nel precedente post si sta allargando velocemente. Alcuni giornali la stanno già prendendo in considerazione (due per la verità, di cui uno è un giornale locale e l'altro è l'Unità, ma solo a pagina 35 dell'edizione di ieri, in un trafiletto piccolo piccolo, ma è già un inizio).

Non so come calcolare il numero di blogger aderenti, ma ho l'impressione che si tratti di un numero davvero grande. Non che mi piaccia particolarmente la partecipazione ai gruppi numerosi, ma in questo caso è evidente il vantaggio di unire le voci di tanti.

Per rendere un'idea inserisco in questo post un elenco non esaustivo dei link ai post di alcuni blogger dedicati a questo argomento. Se ho saltato qualcuno mi perdoni, metta un commento qui sotto e prometto di inserirlo in un secondo tempo.

venerdì 7 novembre 2008

Yes, we are different!


L'Idiota
E' stato eletto il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti.

Ieri a Berlusconi, sfortunatamente presidente del consiglio dei ministri Italiano, in visita ufficiale a Mosca e' stato chiesto in conferenza stampa cosa pensasse di Obama. La risposta idiota e' stata "E' giovane, bello e abbronzato".

Questa affermazione e' razzista, ma non solo. Questa affermazione e' assolutamente irrispettosa del ruolo degli Stati Uniti e del loro Presidente. Inoltre il tono di gratuito scherno e' decisamete amplificato dall'ufficialita' della situazione, che avrebbe preteso un codice di comportamento totalmente diverso.

Il comportamento deplorevole di Berlusconi, come si puo' immaginare, ha immediatamente fatto il giro del mondo, e il popolo italiano, che lui in qualche modo si arroga il diritto di rappresentare, ne subisce l'onta.
Tutt'altro che intenzionato a scusarsi per l'infelice battuta, ha rincarato la dose definendo le sue stesse parole "una carineria".
Oggi un cronista americano in una conferenza stampa gli ha chiesto se non fosse il caso di scusarsi con Obama, e la pronta ed arrogante risposta stizzita di Berlusconi e' stata "ma per favore, per favore! chiedi piuttosto tu scusa all'Italia", offendendo di nuovo.

Ebbene, io non penso che quest'uomo possa arrogarsi il diritto di rappresentare me e molti altri italiani di fronte al resto del mondo. Sara' anche stato eletto democraticamente, ma il suo stesso comportamento lo destituisce, almeno moralmente.

E per questo aderisco con piacere all'iniziativa ideata dall'amico blogger Silvano e nata in questa discussione sul blog del Russo che tende a diffondere presso organi di informazione stranieri un messaggio di dissociazione alle "carinerie" di Berlusconi.

E' stato creato un blog con lo scopo di organizzare i dettagli pratici dell'iniziativa, e raccogliere le adesioni a questo indirizzo:

http://yeswearedifferentit.blogspot.com

Si', Berlusconi e' un Idiota.
Io sono differente.

giovedì 6 novembre 2008

Barack Hussein Obama


Barack Hussein Obama
Avevo pensato di non parlare dell'elezione del presidente degli Stati Uniti, ma... non sono immune dall'entusiasmo che sta travolgendo tutti.
I miei amici americani sicuramente rimarrebbero sorpresi constatando quanto interesse si ha, da questa parte dell'oceano, sull'elezione del presidente americano.
Credo che i cittadini degli Stati Uniti siano più coinvolti da un possibile cambiamento riguardo ai grandi temi della politica interna, l'istruzione, la sanità, la sicurezza, sui quali non mi soffermo, ammettendo la mia ignoranza.

Per noi, invece, queste elezioni riguardano il ruolo degli Stati Uniti come dominatori del mondo.

Penso tuttavia che il Presidente degli Stati Uniti non sia colui che detiene veramente il potere. L'economia mondiale è un interesse ben maggiore della democrazia statunitense, ed è proprio questo interesse, che non è certo soggetto a democrazia, che determina l'ordine mondiale.
Questo mi fa dubitare di Obama come possibile rinnovatore della politica mondiale. Se ci sarà un cambiamento sociale radicale a livello planetario, sarà dovuto alla realizzazione di un interesse delle grandi multinazionali. Ed in questo ho paura che la volontà del Presidente non abbia molta influenza.
Tantomeno quella degli elettori.

Comunque mi piace Obama. Più di McCain. Infinitamente di più di Bush. Mi piace Obama perché è nero, e spero che questo particolare dia uno scossone a tutte le coscienze del mondo, specialmente qui in Italia, contro qualunque tipo di razzismo. Mi piace Obama perché ha l'immagine del pacifista e dell'ecologista, anche se ritengo che riguardo a questi temi l'immagine non coincida con i programmi. Mi piace Obama perché ha il volto umano, che non si dà da fare per nascondere le lacrime dietro un sorriso di plastica. Insomma, mi piace Obama non tanto perché io abbia fiducia in un effettivo cambiamento, ma perché rispecchia una speranza in un cambiamento che viene dal profondo delle coscienze dell'uomo comune. Un cambiamento verso una società più equa, più pacifica, più ecologista, più umana.

Il cambiamento, in una società come la nostra, può avvenire solo se parte dall'"alto" di chi manovra le leve del capitalismo mondiale. Ma una linea sulla sabbia che determini la direzione del cambiamento verso un ordine mondiale più morale può essere disegnata solo dalla coscienza dell'uomo comune. E l'immagine di Obama ne è il riflesso.

Oggi amo il popolo americano per aver avuto il coraggio di scegliere per quel cambiamento.