mercoledì 11 settembre 2013

Guerra politica o giudiziaria?

Naturalmente penso che Berlusconi debba essere dichiarato incandidabile. Non ci piove. Perché il rischio che venga eletto uno che e' stato dichiarato in cassazione colpevole di corruzione deve essere sventato.
Un pregiudicato non deve stare in Parlamento (come del resto Lui stesso disse anni fa). Quindi, fo' d'i bale, come si dice da me.

Tuttavia non riesco a fare a meno di essere un briciolo d'accordo con quel che dice Alfano, nell'accusa al PD di cercare di eliminare Berlusconi per via giudiziaria dove non si e' riuscito ad eliminare politicamente.

Io non so se gli elettori del PdL siano tutti cretini o tutti criminali. Quel che credo fermamente e' che non e' - o almeno non dovrebbe essere - compito dell'elettore decidere se il candidato sia onesto o disonesto. Dovrebbe invece giudicare dai programmi e dai proponimenti che quel candidato dichiara, fidandosi che, se il candidato venisse eletto, metta il suo impegno nella realizzazione di quei proponimenti.
In altre parole, di fronte a un candidato di sinistra e uno di destra, l'elettore di sinistra dovrebbe votare il candidato di sinistra, perché i programmi e i valori che quel candidato si prefigge di perseguire somigliano di più agli ideali che appartengono quell'elettore.
Io, non è che ho votato sinistra perché ritenevo Berlusconi disonesto. Ne' tanto meno Bersani onesto. Ho votato e voterò sinistra perché penso che i valori della sinistra siano quelli giusti su cui fondare la guida della Nazione.

No, non è l'elettore che deve valutare chi è onesto e chi no. E' la magistratura.
Che succederebbe, del resto, se tutti i candidati si puntassero il dito a vicenda definendosi reciprocamente ladri? Se l'elettore dovesse basare il proprio voto sull'onestà percepita, vincerebbero le elezioni i candidati che urlano di più, soffocando meglio le accuse degli avversari.

Ma non e' proprio questo che è accaduto per vent'anni? Che nella lotta all'accusa reciproca, l'elettore ha basato le sue scelte su chi pensava meno disonesto. E, in maggioranza relativa, Berlusconi, probabilmente perché aveva i megafoni giusti in cui infilare la propria autodifesa e l'accusa all'avversario.

Ma c'è anche un aspetto politico, in questa questione. L'incandidabilità di Berlusconi non dovrebbe nemmeno essere un tema, perché, a quest'ora, in un paese normale, la sinistra avrebbe dovuto vincere a man bassa. Che Berlusconi mente spudoratamente avrebbe dovuto essere già stato smascherato prima dell'intervento della magistratura. E dove Berlusconi non mente, la sinistra avrebbe dovuto avere vita facile nel dimostrare (se in effetti fosse stato così) che i suoi programmi sono rivolti al bene della Nazione, in contrapposizione a quelli della destra, rivolti al bene personale di Berlusconi e dei suoi tirapiedi.
Anzi, stando cosi' le cose, in un paese normale, il PdL avrebbe dovuto scegliersi un candidato onesto per rimpiazzare Berlusconi. Magari fascista, ma onesto.

Insomma, Berlusconi avrebbe dovuto essere battuto politicamente prima. Chiaro che poi, visto che così non è stato, è più che legittimo pretendere che venga battuto per via giudiziaria. Ma ciò non fa che dimostrare l'incapacità (per non sospettare collusione) della sinistra.

lunedì 9 settembre 2013

Ma quale retroattività?

Per i legali di Berlusconi, la legge Severino non e' applicabile al suo caso perche' e' incostituzionale applicare una legge retroattivamente.
Ma retroattivamente rispetto a che cosa? Al reato?
A parte il fatto che considerare la legge Severino retroattiva rispetto al reato significa ammettere il reato, non credo che sia incostituzionale applicare un provvedimento retroattivo ad un reato.
Se vado a rubare e poi mi danno un anno di galera, naturalmente la sentenza e' retroattiva, perche' giudica un reato che e' avvenuto prima. Sarebbe quindi incostituzionale, secondo i legali di Berlusconi, che una sentenza giudichi un reato gia' commesso prima?

No no, io credo che sia ragionevole pretendere che la legge Severino non sia retroattiva rispetto alla condanna, non al reato. Perche' e' alla condanna che si riferisce. Troverei ingiusto che uno venisse condannato, magari scontasse la pena, e dopo qualche anno gli venisse aggiunto un altro pezzo di pena, questo si'. Ma che la magistratura non possa applicare una pena perche' il reato e' stato commesso prima, be', questo mi pare francamente un po' bizzarro.

O forse non ho capito il senso?

mercoledì 4 settembre 2013

Smacchiamo Gargamella

Ora io dico, Renzi non e' che mi faccia impazzire. Anzi, mi piace proprio poco. Molte delle sue uscte mi trovano in totale disaccordo, ad esempio quella sui sindacati, tanto per citarne una.
Di gran lunga preferisco quel che dice Bersani.

Pero' Bersani non va bene. Ci ha provato, a smacchiare il giaguaro, e non ci e' riuscito. Ci sara' un perche'.
Il Partito Democratico se vuole rimanere saldo ai principi democratici, bisogna che si sottometta alla legge che governa chi vince alle elezioni, e le elezioni le vincono quelli che prendono piu' voti da parte degli elettori.
Il principio e' valido grossomodo anche per una legge elettorale degna dei peggiori porcili come la nostra. Hai voglia a dire che il Porcellum non garantisce la governabilita', ma in un paese normale, contro un criminale della risma di Berlusconi, anche Paperino avrebbe catalizzato almeno tre quarti degli elettori. In uno scenario del genere Bersani avrebbe dovuto vincere facile smacchiando non solo i giaguari ma anche le macchie di sugo sulla camicia.

E invece no. Bersani e' arrivato a stento alla maggioranza relativa. Gli elettori si sono inventati addirittura un comico rincoglionito pur di non votare Bersani. Ci sara' un perche'! E' forse colpa degli elettori?

Facciamo un esperimento: Prendiamo Bersani. Proviamo a immaginarci di cambiargli faccia, di mettergliene una, non dico da fotomodello, ma almeno un tipo con qualche carattere non del tutto decadente. Uno che non ti ispiri antipatia solo a guardarlo.
Dopo aver fatto questo, togliamogli dalla bocca quel maledetto sigaro. Fa molto Cuba anni 70, ma un personaggio pubblico non dovrebbe fumare, non tanto perche' fa male, ma perche' offre un'immagine irrispettosa nei confronti di chi lo ascolta. Spece quelli che hanno la brutta abitudine di non fumare.
Tanto quanto e' irrispettoso, per chi ascolta, parlargli senza guardarlo in faccia. Naturalmente non si puo' guardare davvero in faccia alla gente quando si parla dalla TV, ma almeno dargliene l'illusione, guardando la telecamera, quello si', credo sia un atto dovuto nei confronti dei telespettatori, che, incidentalmente, sono anche elettori.
Ebbene, cosi' trasformato gia' e' una persona diversa. Lavoriamo ora sul tono di voce. A me non piace quando uno si rivolge a me con un tono da maestrina che parla all'asino della classe. Primo perche' io credo proprio di non essere l'asino della classe. E anche l'asino della classe e' convinto di non essere tale, e direi che anche il suo voto conta. Secondo perche' lui, Bersani, non credo che possa arrogarsi il diritto di sentirsi investito di una autorita' che lo colloca in una posizione di superiorita' come appunto nel caso della maestrina. Sicuramente ne sa piu' di me di diritti del lavoro, di politica estera... di un sacco di cose che servono per fare il politico. Ma io sono mica un pirla. Di informatica, ad esempio, ne capisco piu' di lui, eppure non mi permetterei mai di farglielo pesare (e non sono nemmeno interessato suo voto - quanto invece lui e' interessato al mio).
Proviamo a togliere il tono da maestrina a Bersani e sostituirlo con quello di colui che si mette in gioco e ascolta come la pensi, non si limita ad impartire dettami escatologici. Insomma, con tutto il rispetto per Bersani, a me non verrebbe voglia di discutere con lui di politica davanti ad una birra, come faccio con i molto piu' interessanti amici miei.
Infine mettiamolo in situazioni piu' nazionalpopolari. Non essere ospite ad Amici non fa di te un candidato migliore di per se'. E parteciparvi non ti rende peggiore. Piuttosto e' quel che dici in quell'occasione che conta. Quella trasmissione e' popolare proprio perche' rispecchia una gran parte del popolo. Che vota. Rifiutare quel ruolo significa rifiutare quel voto. Secondo me, poi, Bersani non e' nemmeno stato invitato ad Amici, e questo la dice lunga su quale sia il bacino di consensi che Bersani non puo' conquistare.
Ah, e un'altra cosa. Un candidato di sinistra vince se ottiene i voti di qualcuno che di sinistra non e'. Io votero' per il PD, sia che ci sia Bersani, sia che ci sia Renzi. Non si deve convincere me, per vincere. Si deve convincere invece chi ha magari votato Berlusconi fino all'altro ieri e oggi comincia a capire che si tratta di un farabutto. Se ai delusi del PdL gli si dice "hai visto che eri proprio un cretino?", non e' che li si convince a votare per il PD. Piuttosto l'atteggiamento piu' umile, simpatico, e secondo me con un fondo di verita' innegabile, e' di chi dice "hai visto che sono stato proprio un cretino a non fartene accorgere prima?".

Insomma. Prendiamo Bersani con le idee di Bersani e mettiamolo nel corpo di Renzi. L'apparenza per me conta poco, ma sono sicuro che quel che ne uscirebbe riuscirebbe a vincere le elezioni.

A me Renzi non piace, ma tra i due non ho alcun dubbio, perche' vorrei un PD che, per una volta, vincesse e si assumesse la responsabilita' di governare.